Il fuggi fuggi dal mercato russo, che ha fatto seguito all’invasione dell’Ucraina, ha coinvolto anche alcuni dei principali studi legali internazionali attivi in Italia. È il caso di Norton Rose Fulbright e Linklaters, che hanno deciso di chiudere i propri uffici di Mosca. Nei giorni scorsi una decisone simile era stata presa anche da Deloitte, Ey, Kpmg e PwC, le cosiddette big four della consulenza.
Norton Rose via da Mosca
Lo studio di matrice anglo-statunitense ha annunciato che sta portando a termine le operazioni in Russia e che successivamente chiuderà l’ufficio di Mosca. Questo conta circa 50 dipendenti, che la firm si impegna a “sostenere in questa transizione”. Conseguentemente a questa decisone Norton Rose Fulbright non accetterà ulteriori mandati da “aziende, entità o individui collegati all’attuale regime russo, indipendentemente dal fatto che siano sanzionati o meno”.
Anche Linklaters lascia la capitale russa
Come Norton Rose, anche Linklaters, dopo aver chiuso le operazioni in corso, serrerà i battenti dell’ufficio moscovita, dopo 30 anni di attività. Inoltre ha dichiarato che non assisterà più “individui o entità controllati da, o sotto l’influenza dello stato russo, o collegati con l’attuale regime russo, ovunque essi siano nel mondo”.
Pure Herbert Smith chiude a Mosca
Il 10 marzo anche Herbert Smith Freehills ha scelto di chiudere l’ufficio attivo nella capitale russa. Lo studio ha comunicato “stiamo lavorando a stretto contatto con il team locale per sostenere i nostri colleghi che sono stati direttamente colpiti da questa decisione”.
Come si sono mossi gli altri studi legali
Molti degli altri studi legali internazionali hanno invece optato per la messa al bando della clientela legata al regimo russo o comunque per una attenta revisione dei mandati attualmente in carico.
Questo tipo di strategia è stata messa in campo da Allen & Overy, Cms e Freshfields, che comunque, per ora, lasciano attive le loro sedi moscovite. Di questi, solo Cms ha spiegato che sta seriamente valutando l’ipotesi di abbandonare la capitale russa.
Leggermente diverso il caso di Clifford Chance, che, con un post su Linkedin a firma di Matthew Layton, Jeroen Ouwehand e l’italiano Charles Adams, aveva inizialmente preso le distanze dal regime russo e dichiarato che avrebbe valutato caso per caso i mandati in corso. Nella giornata di ieri, invece, lo studio ha deciso che attuerà una “conclusione ordinata delle operazioni a Mosca”. Nonostante ciò, anche l’ufficio della firm inglese nella capitale russa resta per ora aperto.
Ashurst, Dwf e Osborne Clarke, a differenza degli studi citati in precedenza, non hanno sedi in Russia. Tuttavia, anche loro hanno spiegato come attueranno un’attenta revisione dei mandati che coinvolgono clienti legati a Mosca.
L’altra faccia della medaglia
Come è facile immaginare, il conflitto in corso ha forzatamente sospeso le attività delle sedi degli studi legali internazionali presenti a Kyiv. Fra questi figurano per esempio Baker McKenzie, Cms e Dentons.
La sede ucraina di Baker McKenzie risulta ufficialmente “temporaneamente chiusa”.