L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia sta andando a complicare la situazione economica globale, che era in ripresa dopo lo shock causato dalla pandemia. Dopo le perdite di ieri, i mercati oggi sono in cauta ripresa. A preoccupare sono in particolare l’inflazione e la situazione energetica dell’Europa. Ma vediamo quali sono i commenti degli analisti finanziari sulla situazione geopolitica attuale e quali pensano possano esserne gli effetti sull’economia.
Il 2023 sarà un problema
Benjamin Melman, global cio della francese Edmond de Rothschild Asset Management, ha concentrato le sue preoccupazioni sulla tenuta energetica europea, in particolare di Italia e Germania. “La Russia e l’Ucraina – si legge in una nota – sono tra i partner commerciali relativamente modesti dell’Europa, ma la Germania e l’Italia importano quasi la metà del loro gas dalla Russia. Le scorte di gas sono ora generalmente basse in Europa, ma l’inverno mite e l’avvicinarsi della primavera dovrebbero limitare il rischio di carenze nel breve termine. Il problema sarà ricostruire le scorte in vista del prossimo inverno, dato che l’Europa dipende dalla Russia. Un passaggio al gas liquido potrebbe essere solo limitato in quanto non ci sono abbastanza terminali di liquefazione e rigassificazione, lasciando l’offerta fuori equilibrio con la domanda. Dovremo trovare altre fonti di energia e prendere in considerazione misure di risparmio energetico”.
Aumenta rischio stagfazione
Andrea Siviero, investment strategist di Ethenea Independent Investor pone invece l’attenzione sul rischio staglfazione. “Un’impennata sostenuta dei prezzi dell’energia e delle materie prime alimenterà le pressioni sui prezzi con un rischio considerevole che l’inflazione si radichi, innescando effetti secondari più duraturi. L’ambiente di persistente alta inflazione e il rallentamento della crescita economica potrebbe presto farci entrare in un periodo di stagflazione economica”, si legge in una nota.
Prezzi alle stelle
Daniel J. Graña e Jennifer James, rispettivamente cfa e emerging market portfolio managers di Janus Henderson, hanno posto l’attenzione sul prezzo non solo del gas, ma anche di altre importanti materie prime. I due professionisti hanno spiegato: “La Russia è un attore chiave per il petrolio e il gas naturale e quindi i prezzi dell’energia stanno registrando una pressione al rialzo. Esiste anche una pressione al rialzo sulle materie prime, poiché la Russia è uno dei principali fornitori di nichel (batterie Ev e acciaio inossidabile), palladio (convertitori catalitici) e titanio (aerei moderni e applicazioni militari). La durata di questo movimento delle materie prime dipenderà dalla severità delle sanzioni imposte dall’Occidente e dalla reazione della Russia”.
Resta ancora da capire quali possano essere le reazioni alle sanzioni alla Russia: “La debolezza dei mercati finanziari persisterà probabilmente fino a quando non avremo chiarezza sulle sanzioni. Fino ad allora, è difficile capire cosa potranno portare le prossime settimane sul fronte geopolitico”.
Stati Uniti in ripresa
Gero Jung, chief economist di Mirabaud, mostra come gli effetti del conflitto destino poco preoccupazione negli Stati Uniti. Il professionista ha dichiarato: “Ci aspettiamo un impatto economico globale limitato: nel complesso, è improbabile che i legami commerciali diretti possano innescare una flessione significativa dell’economia negli Stati Uniti. Inoltre, Il brusco aumento dei rischi geopolitici favorisce i beni rifugio, fra cui i Treasuries Usa, favorendo il dollaro“.