L’ultima operazione, solo in ordine cronologico, è quella di Square e Afterpay. Nel dettaglio, la piattaforma di pagamento digitale statunitense Square, fondata dal numero uno di Twitter Jack Dorsey, ha annunciato che acquisirà l’australiana Afterpay Limited per 29 miliardi di dollari. L’acquisizione della piattaforma sarà interamente pagata in azioni e dovrebbe concludersi nel primo trimestre del 2022.
Afterpay è una fintech australiana conosciuta per il suo servizio “compra ora, paga dopo”, che consente di frazionare il pagamento in 4 rate uguali nei negozi fisici e online. I rimborsi sono senza interessi ma se non vengono pagati ogni 2 settimane come richiesto vengono maturate commissioni dovute al ritardo. L’idea di Square è di unire la sua principale app, Cash App, proprio con Afterpay. “L’operazione – spiegano i due gruppi in una nota congiunta – mira a consentire alle società di fornire prodotti e servizi finanziari convincenti che espandono l’accesso a più consumatori e generano entrate incrementali per i commercianti di tutte le dimensioni“. Ma operazioni del genere sono destinate a diventare sempre più comuni, visto lo stato di salute dei pagamenti digitali.
Gli ultimi dati
Si tratta di un settore che, infatti, non sembra conoscere stop. Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano, i pagamenti digitali nel 2020 hanno toccato quota 5,2 miliardi di transazioni, passando dal 29% al 33% del valore totale dei pagamenti in Italia con 268 miliardi di euro e aumentando quindi la penetrazione rispetto al contante, che rimane però ancora il mezzo di gran lunga più utilizzato. A crescere, sottolinea lo studio, sono stati soprattutto i pagamenti tramite contactless (+29%, a quota 81,5 miliardi di euro) e, ancor più, quelli tramite smartphone e wearable (+80%, oltre 3,4 miliardi), le modalità senza contatto si sono infatti affermate come valide alleate dei cittadini contro la diffusione del contagio da Covid-19.
Lo smartphone diventa il device preferito dagli italiani per effettuare pagamenti da remoto e acquisti online, superando anche il personal computer. Il mobile commerce, sottolinea l’Osservatorio, raggiunge infatti quota 15,65 miliardi di euro e una penetrazione sul totale eCommerce del 51%, segno di una sempre maggiore facilità e velocità nell’uso di questo dispositivo. Certo è che la pandemia ha sicuramente incentivato, in Italia e nel mondo, il ricorso ai pagamenti digitali. L’analisi nota, tra le novità più interessanti del 2020, anche un incremento dell’offerta di servizi digitali per le consegne a domicilio – abilitati dai pagamenti digitali – che possono passare per l’invio di un link di pagamento tramite SMS o chat (Pay by link) o tramite mobile wallet.
Nexi-Nets-Sia e gli altri
E sempre il 2020 è stato anche l’anno dell’annuncio della fusione Nexi-Sia. Le due grandi società italiane attive nel settore dei pagamenti digitali, hanno trovato un accordo per fondersi e creare un nuovo gruppo che avrà una capitalizzazione stimata superiore ai 15 miliardi di euro. La società che nascerà dalla fusione sarà una delle più grandi in Europa nel settore dei pagamenti digitali. Non solo, sempre in Nexi confluirà anche Nets, arrivando a coprire i mercati europei più attraenti, in forte crescita e ancora sotto-penetrati. Quello che si creerà – una volta ottenuto il via libera dell’Antitrust competente – è una paytech leader nel settore che offre una gamma completa di prodotti che coprono tutto l’ecosistema dei pagamenti, con punti di forza nel segmento acquiring e nell’e-commerce.
Non solo, è notizia di queste ore, che Nexi ha sottoscritto un memorandum of understanding per l’avvio di una partnership strategica con il gruppo greco Alpha Bank. L’intesa, riporta una nota, prevede lo spin-off del ramo merchant acquiring di Alpha Bank in una newco di cui Nexi acquisterà il 51% del capitale per 157 milioni di euro, che riflette un enterprise value di 307 milioni di euro, a cui si possono aggiungere fino a 30,6 milioni nel caso vengano raggiunti certi obiettivi finanziari. Nell’operazione HSBC e Mediobanca nno ha agito in qualità di financial advisor di Nexi. HSBC, che ha assistito con un team composto dal senior director Andrea Berti e da Arcangelo Ilario e Carlo Saturno, è già stata advisor della società nell’operazione di fusione con Sia e in quella con Nets.
Ma operazioni in tal senso si notano anche da altri operatori nel 2021. CheBanca!, la Banca dedicata alla gestione degli investimenti del Gruppo Mediobanca, ha firmato lo scorso maggio una partnership strategica per la gestione dei pagamenti digitali sempre con Nexi. L’accordo permetterà di ampliare la gamma di carte di pagamento a disposizione della clientela di CheBanca!, con soluzioni sempre più evolute. Dal totale controllo delle spese, con la possibilità di personalizzare l’impostazione dei limiti di acquisto, fino alla virtualizzazione delle carte su smartphone e sugli indossabili tech, i clienti avranno a disposizione un servizio clienti 24/7, fruibile via app, web e telefono, per avere informazioni sulla carta, per la sua gestione.
Ma la digitalizzazione non riguarda solo i privati cittadini, ma anche le aziende. Sempre lo scorso maggio, Intesa Sanpaolo e Mastercard hanno presentato Smart Control, la nuova soluzione per portare innovazione nei pagamenti B2B, nel mondo del procurement e del working capital delle imprese ridefinendo l’universo dei flussi di pagamento. Smart Control, infatti, si basa su una piattaforma digitale di generazione di carte di credito virtuali Mastercard, attraverso le quali un’azienda può pagare i suoi fornitori e sfruttare i benefici legati alle transazioni con carte di credito, tra cui la maggior sicurezza per i pagamenti, il controllo delle transazioni e del workflow, la possibilità di riconciliazione automatizzata dei dati grazie al data enrichment e al miglioramento dei flussi di cassa. In Italia, il 17% dei pagamenti tra aziende avviene ancora in contanti, contro una media europea del 10%.
Effetto Cahsback
Di sicuro un forte impulso ai pagamenti digitali è stato dato, fa notare sempre l’Osservatorio del Politecnico, anche dall’entrata in scena dell’iniziativa legata al Cashback di Stato a dicembre 2020, ovvero uno dei provvedimenti che compongono il Piano Italia Cashless introdotto dal precedente governo e poi riproposto dal nuovo Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi anche per il primo semestre 2021.
Dati alla mano, però, fra gennaio e giugno 2021, non tutti gli utenti che hanno partecipato hanno raggiunto la quota minima delle transazioni, ovvero 50 pagamenti digitali per ottenere il rimborso al termine del semestre. Il 23,6% ha effettuato fra 1 e 49 transazioni e, quindi, non abbastanza per poter ricevere il rimborso accumulato, a prescindere dal suo importo. Complessivamente, le transazioni elaborate nel primo semestre del 2021 sono state pero 745.940.888 e hanno partecipato al programma 8.956.374 utenti.
Numeri che sono bussole per il settore. E, se nel secondo semestre del 2021 il Cashback di stato è stato sospeso, alcune app consento di avere comunque un ritorno economico sui pagamenti digitali. Come Satispay, di sicuro la società di mobile payment fra le più affermate in questo campo. Infatti, nel 2020 il volume transato attraverso sistemi non Nfc, si attesta a 500 milioni di euro, di cui circa il 60%, è passato proprio da Satispay, pari a 300 milioni (+58% sul 2019). Il numero di pagamenti effettuati tramite Satispay raggiunge quota 20 milioni, pari al 67% del totale del segmento, in crescita del 60% annuo.
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