Tre milioni di pompe prodotte all’anno, due chilometri di stabilimenti e capannoni e sei imprese gestite da un’unica famiglia. Il gruppo Pedrollo dopo essere approdato negli Stati Uniti rientra nei confini Europei e punta ad acquisire una nuova realtà. Le trattative sono in corso, e non è ancora certo che si festeggerà presto la settima azienda sotto il nome del gruppo, ma su una cosa l’amministratore delegato Giulio Pedrollo (nella foto di copertina) è certo: “Le m&a sono l’unica strada per crescere e, al momento, non ci quoteremo in Borsa”.

L’azienda fondata nel 1974 da Silvano Pedrollo e ora gestita dai due figli Giulio e Alessandra (nella foto sotto insieme al padre Silvano) -, opera nel campo dell’estrazione e del trasporto dell’acqua e della sua trasformazione in energia ed è specializzata a livello mondiale nel settore delle pompe elettriche per l’acqua. Per festeggiare il premio Leonardo Da Vinci, fondato dall’associazione internazionale Les Henokiens, che riunisce aziende familiari, e del castello del Clos Lucé, ultima dimora di Leonardo da Vinci, ha aperto le porte dei propri stabilimenti a San Basilio (Verona) dopo tanti anni. Si tratta, infatti, del primo premio internazionale – consegnato all’hotel Monaco & Gran Canal di Venezia dal sindaco della città, Luigi Brugnaro – che il gruppo nato nel 2017 ha ricevuto dopo tanti riconoscimenti alle singole aziende.

Un gruppo generazionale

L’acqua vale più del petrolio. Da questa consapevolezza nasce l’azienda Pedrollo, quando il fondatore Silvano Pedrollo durante una visita a Dubai si rende conto che il prezzo dell’acqua è più alto di quello del petrolio. Decide così di produrre in Italia le elettropompe di ultima generazione e lo fa, prima lui e poi i figli, per 48 anni. Nel 1987 è fondata la prima filiale in Francia, nel 2001 si chiude il primo deal ed è acquisita Inox Pompe, nata nel 1990 e specializzata nella produzione di elettropompe made in Italy, che nel 2004 diventa City Pumps.

Negli anni successivi si aggiungono, Linz Electric (fondata da Giulio Pedrollo nel 2002) che produce alternatori e saldatrici rotanti; Gread Elettronica (costituita nel 1985) che produce elettronica industriale e di cui nel 2020 il gruppo diventa azionista di maggioranza; Ergad Technology, società romena costituita nel 2004; Panelli, storica azienda italiana specializzata nella produzione di pompe subacquee, acquisita nel 2019 e, infine, la società americana Michel Sales Co, di Saint Paul (Minnesota) creata nel 1999, e il marchio Superior Pump, entrambi comprati nel 2020.

Più fornitori e meno dipendenze singole

Dall’ultima acquisizione del 2020, i conti del gruppo stanno andando bene, assicura l’ad Giulio Pedrollo: “L’azienda sta crescendo bene e ad oggi parliamo di perimetro aumentato di almeno il 30%. Siamo poi intorno agli 80 milioni di dollari di fatturato, dopo i circa 77 milioni del 2o21”. L’investimento americano rappresenta, infatti, una grande opportunità per il gruppo, non ancora del tutto sfruttato.

Allo stesso tempo i tempi che corrono suscitano diverse preoccupazioni. Prima la crisi in Ucraina che non ha lasciato indifferente il gruppo: Ucraina e Russia erano tra i primi dieci mercati di sbocco e lo stop alle spedizioni ha fatto perdere milioni di euro. Poi i dazi americani sui prodotti cinesi sempre più in procinto di non essere rinnovati, mentre l’industria vuole distaccarsi dalla Cina.

“Da una parte abbiamo costi più bassi sulle materie provenienti dalla Cina, dall’altra abbiamo i nostri stessi clienti della filiale americana che sono venuti in Italia solo per chiederci dove vogliamo investire, avere la garanzia che non produciamo a Pechino e non siamo dipendenti dal Paese cinese”, sottolinea l’ad. Oltre a volersi allontanare dal monopolio cinese, il mercato infatti si sta muovendo per frazionare fornitori e clienti e non essere dipendente da un solo Paese. Una cosa che, garantisce Pedrollo, il gruppo ha sempre fatto, anche per evitare proprio quello che sta succedendo negli ultimi tempi.

Investire in m&a e non in Piazza Affari

Anche se fortemente orientato al mercato globale (il gruppo esporta gran parte della produzione in oltre 160 Paesi grazie alle 12 filiali commerciali, con 1200 persone e sette unità produttive), Pedrollo mantiene saldamente ricerca, progettazione e impianti produttivi in Italia con stabilimenti che sfiorano i 200mila metri quadrati coperti. Nel 2021 l’azienda ha registrato un fatturato di 340 milioni di euro l’anno, con un incremento di oltre il 61% rispetto al 2019 (210 milioni di euro, comprensivo dell’acquisizione di Panelli nel quarto trimestre dell’anno).

Ogni anno poi il gruppo dedica il 15% del fatturato agli investimenti. Investimenti che riguardano principalmente il prodotto e la sua produzione: dagli stabilimenti (solo a San Basilio nei prossimi due anni spunteranno nuovi capannoni) ai macchinari costruiti internamente per realizzare le pompe e firmati Pedrollo. Ma anche in ricerca e innovazione per garantire alle proprie aziende la capacità di produrre energia da fonti rinnovabili e rendendosi così autonomi dal punto di vista energetico, con impatti positivi in campo ambientale e sociale.

Per l’ad è questa la forza della crescita del gruppo e allo stesso tempo il motivo per cui non la famiglia non vuole quotarsi in Borsa. “Al momento non abbiamo bisogno di andare in Borsa, anche perché ritengo che il livello di investimenti che facciamo non sarebbe accettato. Al contrario, potrebbero chiederci di abbassare la soglia e preferiamo crescere tramite m&a che negli ultimi due anni ha permesso di raddoppiare il fatturato”, sottolinea Giulio Pedrollo.

Di vendere il gruppo non se ne parla, assicura l’ad, nonostante da 30 anni la famiglia riceva offerte allettanti. L’intenzione è quella di continuare ad espandersi, nonostante l’anno scorso non sia riuscita a chiudere un deal in Italia.

L’impegno sociale

L’impegno del gruppo non è rivolto soltanto alla crescita economica dell’azienda, ma anche al benessere delle persone e alla salvaguardia del pianeta. “Dove c’è l’acqua, la terra prenda colore e rinasca la speranza”, questo uno dei motti della famiglia che ritiene, infatti, che sia compito delle aziende stesse avere un obiettivo sociale, essere consapevoli della propria responsabilità e contribuire a cambiare il mondo e aiutare le persone.

Il gruppo lo fa attraverso la sua iniziativa Pedrollo4People che le permette di rafforzare il suo supporto ai Paesi in via di sviluppo, trasportando l’acqua dove non c’è, costruendo pozzi e importando cultura e sapere e partendo dal principio che l’acqua è un bene che appartiene a tutti e che deve essere a disposizione dell’umanità, soprattutto laddove questo bene è raro e prezioso.

Quanto valgono le imprese familiari

Si stima che le imprese familiari rappresentino circa il 70-90% del Pil mondiale e oltre il 60% di tutte le imprese in Europa. Efb (European family businesses, l’associazione europea delle imprese familiari di cui gli Hénokiens sono soci), il Meti (Movimento delle imprese di dimensioni intermedie) e Kpmg hanno lanciato un’iniziativa presso il Parlamento europeo e la Commissione europea per riconoscere la specificità delle imprese europee (tra 250 e 5mila dipendenti e tra 50 milioni e 1,5 miliardi di euro di fatturato) e la loro importanza cruciale nell’economia europea.

Attraverso questa iniziativa, Efb si è posta l’obiettivo di convincere le autorità europee della necessità di creare una nuova categoria di imprese (le mid cap) affinché possano beneficiare di politiche di sostegno atte a favorire la loro crescita e il loro sviluppo, così come è il caso della categoria delle pmi e delle grandi imprese soggette a specifiche normative europee.

“Più si va avanti e più è complesso fare impresa in Italia, le impresa familiari poi hanno qualità diverse rispetto alle altre. Si basano sulla grande voglia di fare impresa e sono anche alla base del tessuto imprenditoriale di questo Paese. Ci sono tante aziende come Pedrollo in Italia che rappresentano la storia della Italia del dopo guerra”, sottolinea Alberto Marenghi presidente dell’associazione internazionale Henokiens.

Lascia un commento

Articolo correlato