Un anno dinamico per le m&a nel food & beverage. Nel 2021, i deal completati nel mercato italiano sono stati 42, mentre 51 quelli annunciati per un valore totale di 1,1 miliardo di euro. La cifra, però, non è definitiva, perché solo il 22% del valore totale dei deal è stato divulgato, quindi probabilmente si parla di un numero ancora più alto. Nella maggior parte delle acquisizioni sono le aziende italiane a puntare su altre connazionali, ma non è irrilevante la presenza di società estere che cercano di espandersi anche nel nostro Paese.
Lo scenario
Nel dettaglio, le aziende italiane guardano di più alla piazza offerta dal nostro Paese. La maggior parte delle operazioni (37), infatti, riguardano le acquisizioni da parte di aziende italiane di altre aziende tricolore. L’interesse per il mercato food & beverage italiano non si limita, però, solo ai nostri confini: ben 14 aziende straniere hanno deciso di entrare nel settore comprando totalmente o in parte realtà nel nostro Paese.
Meno interesse, invece, c’è da parte degli operatori italiani nei confronti del mercato estero. Sono state solo quattro le operazioni (escluse dal grafico sotto), invece, che riguardano l’acquisizione da parte di aziende italiane di aziende straniere. Tra queste, a gennaio 2021 c’è Blu1877, la società di venture capital di Barilla e Fratelli, che ha acquisito per 45 milioni di euro una quota di maggioranza non divulgata in Pasta Evangelists Limited da Guinness Asset Management Limited e Pembroke Vct.
Chi ha speso di più e quando
Il mese più performante è stato decisamente quello di ottobre che ha concluso ben otto deal, di cui sette da parte di aziende italiane e una di un’azienda straniera. Si tratta di Investindustrial che ha acquisito il produttore europeo di legumi conservati, di pelati e polpa di pomodoro La Doria per 586,7 milioni di dollari da Ferraioli Family: la cifra più alta registrata in tutto l’anno. Segue l’acquisizione di Enoitalia a Italian Wine Brands da parte dalla famiglia Pizzolo per 151,6 milioni di euro e quella di Salpa per 120 milioni a Equinox Investments.
A guadagnarci di meno, tra i valori conosciuti, è stato, invece, ArteOlio, il gruppo agricolo fondato a Grosseto nell’agosto 2019 dedito alla produzione di olio extra-vergine di oliva, che nel terzo aumento di capitale – deliberato a settembre 2021 e riservato al veicolo di investimento gestito da Verteq Capital, la holding di investimenti milanese guidata da Ennio Valerio Boccardi – ha registrato “solo” 4,5 milioni di euro.
Gli advisor legali e finanziari
Nell’anno appena concluso la maggior parte degli advisor legali a seguire le operazioni nell’ambito food & beverage hanno seguito uno o due deal. Ad assistere più operazioni nel settore è stato Russo De Rosa e associati che ha messo a segno nove deal. Seguono a pari merito Advant Nctm e Giovannelli e Associati con sette operazioni, mentre Gatti Pavesi Bianchi Ludovici si posiziona al quarto con sei.
Una fotografia simile si riscontra anche per quanto riguarda gli advisor finanziari. A seguire più operazioni è stato Pwc con sette deal, Ey e Vitale & Co. con sei e Deloitte con cinque.
Un inizio col botto
Dopo un anno movimentato nel settore food & beverage, i primi due mesi del 2022 non sono stati di meno. Dall’olio alla pizza, i deal messi a segno nel mercato italiano sono diversi e variegati.
Dopo i Cioccolatitaliani, Bun Burgers e Pizzeria Italiana Espressa, il gruppo Gesa ha acquisito la maggioranza della catena di pizzerie a marchio Fra Diavolo insieme al fondo italo-russo Mir Capital.
Lo storico marchio milanese di pasticceria Bindi, che fa capo al private equity Bc Partners, ha acquisito invece attraverso il gruppo Forno d’Asolo, specializzato nella produzione e distribuzione di prodotti di pasticceria surgelata, la concorrente francese Gelpat Tradition, famoso per prodotti pate à choux.
Anche Poke House è andato oltre i confini nazionali e ha investito in uno dei brand iconici della California, Sweetfin, conosciuto specializzato nelle poke bowl negli Stati Uniti. Al contrario, la maison francese dello Champagne Pol Roger ha rilevato il 20% del capitale del distributore italiano Compagnia del vino.
Sul trend positivo è iniziato così anche il mese di febbraio. Il gruppo Amadori ha acquisito il prosciuttificio torinese Rugger, specializzato nella cottura delle carni e proprietario del marchio storico Lenti e Bic Capital e Augens Capital, tramite una joint venture, hanno acquisito il 75% della catena di ristoranti fusion Bomaki che, con otto sedi tra Milano e Torino, si prepara ad aprire la nona a Milano Corso Garibaldi.
Infine, la Fondazione Enpaia, l’ente nazionale di previdenza e assistenza degli addetti e impiegati in agricoltura, ha acquistato il 4% di Masi Agricola, azienda vitivinicola, quotata su Euronext Growth Milan e gestita dalla famiglia Boscaini, che produce e distribuisce vini di alto pregio, tra cui l’Amarone.