Nel primo trimestre del 2022, i mercati M&A nel mondo hanno perso slancio: i crescenti timori per l’inflazione, il rialzo dei tassi di interesse e la guerra in Ucraina sono alcuni dei fattori penalizzanti. Il risultato è stata una riduzione delle operazioni di fusione e acquisizione, scese a livelli più in linea con i precedenti storici.

Nel complesso, il valore delle fusioni e delle acquisizioni nella regione EMEA è diminuito del 27% su anno a 223 miliardi di euro rispetto al primo trimestre del 2021, mentre il volume ha registrato una flessione ancora più marcata, segnando un – 31% con 2007 transazioni. Persino il settore TMT, la punta di diamante nel 2020 e nel 2021, ha registrato un calo del 25% in termini di valore e del 17% in termini di volume, anche se ha mantenuto la prima posizione nella classifica delle operazioni M&A nella regione EMEA con un totale di 565 deal, per un valore di 62,2 miliardi di euro nel primo trimestre.

Il caso Italia

L’Italia se l’è cavata meglio di molte altre regioni dell’EMEA, con una flessione del solo 7% in termini di volumi e del 21% in termini di valore dei deal. Perché?

Nel primo trimestre, l’attività dei deal in Italia è stata trainata soprattutto dagli acquirenti britannici che hanno concluso deal per 9,9 miliardi di euro, più della metà del totale: nel primo trimestre gli acquirenti italiani hanno concluso deal solamente per 4,2 miliardi di euro, pari al 22%.

Anche il private equity ha archiviato un trimestre eccezionale: gli acquirenti di PE hanno concluso operazioni per un totale di 10,5 miliardi di euro, con un aumento del 46% rispetto al primo trimestre del 2021.

Buona anche la performance dei settori TMT, industriale e chimico. Il settore TMT, con deal per 6,7 miliardi di euro, si è piazzato al primo posto in termini di valore, con un incremento del 37% su anno. Nel primo trimestre in Italia si è concluso il maggior deal I&C nell’intera regione EMEA: lo spin-off di Iveco Group, la divisione camion e autobus di CNH, per un valore di 3,5 miliardi di euro.

Come sarà il futuro? Vista la situazione attuale, lo scopriremo solo più avanti. Di recente, il governo ha rivisto al ribasso la crescita del PIL dal 4,7% al 3,1% perché la guerra in Ucraina sta pesando sull’economia, che si stima si sia ridotta dello 0,5% nel primo trimestre ma che dovrebbe riprendersi nel secondo trimestre.  Lo scenario peggiore del Ministero delle Economie e delle Finanze è quello di una crescita dello 0,6% nel 2022.  Rimangono quindi dei margini per un cauto ottimismo.

 

Leggi Deal Drivers: EMEA primo trimestre 2022 per scoprire di più sull’attività M&A e i trend nell’intera area EMEA.

 

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