L’asset class private equity in Europa rende quasi tre volte più dell’azionario. E’ quanto emerge dal report The Performance of European Private Equity Benchmark Report 2020, pubblicato da Invest Europe, l’associazione che rappresenta l’industria del private capital a livello continentale.

Dal report emerge che l’anno scorso i deal di buyout hanno generato un Irr del 15,06%, a fronte di un rendimento dell’indice MSCI Europe pari al 5,48%.

Meno evidente la sovraperformance del venture capital rispetto all’indice MSCI comparabile: 11,09% rispetto a 7,82%. I ritorni dei fondi di venture hanno accelerato man mano che il settore è maturato: negli ultimi dieci anni l’Irr è stato del 19,7% e del 21,9% a cinque anni.

Guardando alle operazioni di growth capital, i fondi specializzati hanno conseguito un Irr del 13,66%, oltre il doppio dell’indice MSCI Europe corrispondente (6,4%) e poco meglio dell’indice S&P Europe Small Cap Growth (11,84%).

Come abbiamo avuto di spiegare in un’analisi su Patrimonio Destinato, in Italia c’è una carenza di fondi dedicati al growth capital.

Tornando ai dati dello studio di Invest Europe, i deal di buyout hanno conseguito un rendimento annualizzato del 15,06%. Nel solo segmento del mid-market l’Irr è stato del 17,01%.

La dichiarazione

Eric de Montgolfier (nella foto di copertina), Ceo di Invest Europe, sottolinea che “nei tempi molto lunghi che contano per i fondi pensione e gli assicuratori, il private equity europeo supera di gran lunga le azioni quotate. Inoltre, i dati sottolineano la resilienza del private equity europeo nel 2020 poiché gli sforzi per proteggere le aziende durante le profondità della crisi hanno dato frutti. Questo settore offre costantemente le performance di cui hanno bisogno gli investitori, supportando al contempo le attività che sono alla base dell’economia e della società europee”.

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