I mercati finanziari sono entrati in una nuova fase. Niente più entusiasmo e acquisti indiscriminati. E’ cominciata la normalizzazione dopo la sbornia per le maxi-iniezioni di liquidità e agevolazioni messe in campo da governi e banche centrali per affrontare l’impatto economico del coronavirus Covid-19.
Le minute dell’ultima riunione del comitato di politica monetaria della Federal Reserve (Fomc) hanno confermato quanto i mercati aveva intuito da settimane: la maggior parte dei membri è convinta che sia opportuno avviare entro fine anno il cosiddetto tapering, ovvero il ritiro graduale delle misure accomodanti straordinarie.
“Ammesso che l’economia continui a crescere ai ritmi attuali”, scrivono da Constitution Avenue, “la maggior parte dei membri è convinta che i livelli di disoccupazione e la stabilità della ripresa siano sufficienti a motivare il restringimento delle maglie del credito”.
Scontata la reazione dei mercati, che, peraltro, in parte avevano già metabolizzato il tapering. Le borse asiatiche hanno archiviato la seduta in deciso calo. I mercati azionari europei ne stanno imitando l’andamento. A Milano, l’indice Ftse Mib cede circa due percentuali e scivola sotto la soglia dei 26.000 punti.
Bene il dollaro, che ovviamente registra l’attesa di un aumento dei tassi d’interesse Usa. Sotto pressioni le quotazioni del greggio.

La Fed annuncia la marcia indietro

Nelle minute si legge che “vari partecipanti hanno ammonito che le condizioni economiche attuali”, alla luce della crescita dell’inflazione dei mesi scorsi, “indichino la necessità di ridurre l’acquisto di asset entro fine anno”.
Alcuni membri del Fomc, però, hanno ribattuto che “sarebbe meglio posticipare la fase tapering al 2022, perché il mercato del lavoro non è ancora pronto a un restringimento delle politiche monetarie”.
Complessivamente, il consiglio è a favore del tapering entro fine anno.

Il board si è dimostrato più diviso sulle modalità di diminuzione dello stimolo monetario. “Diversi membri”, riporta la Fed, “hanno evidenziato la necessità di separare le tempistiche dell’innalzamento del federal fund rate (tasso di interesse interbancario) da quelle per l’avvio del tapering sugli strumenti eccezionali della pandemia”.

Altri ancora hanno suggerito che un approccio graduale alla riduzione di acquisto asset sarebbe la strada migliore per mitigare il taper tantrum.

Infine, “la maggior parte dei partecipanti al consiglio ha concordato sul fatto che la riduzione degli acquisti di treasuries e di mortgage backed securities dovrebbe avvenire con gli stessi ritmi”.

Ombre sulla ripresa economica degli Stati Uniti

Gero Jung (nella foto a destra), chief economist di Mirabaud AM,

Gero Jung

sottolinea che, ancora prima che il fantasma del tapering prendesse corpo, a gettare un’ombra sull’umore dei mercati sono stati “gli ultimi sondaggi relativi all’attività economica di agosto”, che “indicano un rallentamento. Se guardiamo il sentiment dei consumatori, l’ottimismo è precipitato, almeno stando alla rilevazione mensile dell’Università del Michigan, con l’indice aggregato sceso al minimo decennale”.

Jung indica “la causa principale di questo brusco calo” nella “recrudescenza dei casi di Covid-19 e la diffusione della variante Delta. Il calo dell’indice ha una base ampia, con diminuzioni registrate in tutti i gruppi demografici e in varie aree geografiche”.

Il chief economist di Mirabaud ritiene che l’inflazione non sia così spaventosa. “Le pressioni sui prezzi nei settori più sensibili alla pandemia – che hanno avuto il peso maggiore nella recente impennata dell’inflazione – hanno iniziato a diminuire”, scrive. “Lo dimostrano i dati sui prezzi del noleggio di auto (- 4,6% su base mensile), su quelli dei biglietti aerei (-0,1%), così come il calo dei prezzi delle auto usate, in discesa dello 0,2% sul mese, rispetto a un precedente aumento mensile dell’11%”.

Il sentiment delle imprese resta buono, ma in frenata, come segnala la rilevazione Empire State manufacturing della Fed di New York di agosto, conclude Jung.

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