“Per favore, oggi rimaniamo sul consumer”. La voce proviene da dietro le spalle dei giornalisti. Tutti rivolti a Benedetto Levi, amministratore delegato di Iliad Italia mentre parla a un piccolo gruppo di giornalisti. Un paio di microfoni, diversi smartphone usati per registrare, qualche quaderno per gli appunti. “Rimaniamo sul consumer” cerca di farsi sentire l’ufficio stampa. Che poi significa: le domande scomode, magari, un’altra volta. Tradotto ancora: se chiedete qualcosa su possibili prossime operazioni, i margini di manovra sono pochi.
D’altronde Iliad ha spento le candeline, sei anni in Italia. E per l’occasione oltre al Ceo italiano c’era anche Thomas Reynauld, che è il chief executive officer di Iliad Group. E dall’annuncio dell’acquisizione di Vodafone Italia da parte di Swisscom sono passati ormai più di mesi. Il gruppo francese ci aveva provato prima degli svizzeri, ma senza successo. E gli investitori stanno monitorando con attenzione le prossime mosse del player transalpino delle telecomunicazioni, dopo aver fallito l’unione dei propri asset alla rete italiana del gruppo tlc britannico.
“È il momento della crescita organica, se ci saranno opportunità le valuteremo”
“Rimaniamo sul consumer”. Però qualcosa a livello di m&a è comunque trapelato. “Questo è il momento della crescita organica” ha risposto così Benedetto Levi, classe 1988, in Iliad dal 2018, subito dopo aver celebrato i sei anni di Iliad in Italia presentando le nuove tariffe B2c e B2b, oltre a ricordare anche gli 11 milioni di clienti nel nostro Paese, le 14 milioni di unità immobiliare coperti dalla fibra e 276mila nuovi utenti nel primo trimestre dell’anno, cifra che, parola di Levi, permetterà a Iliad di consolidare la leadership tra tlc nella crescita degli utenti in Italia per il 24esimo trimestre di fila.
Anche per questo, evidentemente, nulla è precluso. Aggiunge il manager: “Come abbiamo detto fin dal nostro ingresso in Italia, abbiamo dimostrato di essere un investitore a lungo termine. Se ci saranno opportunità le valuteremo, ma a oggi la strategia industriale è quella di continuare sulla nostra strada”.
Filosofia Wait and see, dunque. Aspettando la prossima mossa. Che per molti osservatori per forza di cose arriverà. Perché con Vodafone Italia, Iliad, ci ha provato. E sono in corso valutazioni su come riorganizzare il mercato italiano anche in vista del previsto scorporo della rete di Tim.
Iliad, l’espansione nel mercato italiano resta un obiettivo?
Su questo si è sbilanciato, per modo di dire, il Ceo Thomas Reynaud: “Sì, è un buon momento per competere ad armi pari sul mercato” in riferimento allo spin-off della rete dell’ex monopolista, operazione che potrebbe permettere a tutti gli operatori di competere allo stesso livello. Una buona notizia insomma, dopo le preoccupazioni espresse subito dopo il via libera all’operazione Vodafone – Fastweb per il rischio duopolio.
Tempo fa Le Tribune aveva scritto che la soluzione dei guai di Tim poteva essere proprio Iliad, visto che un’espansione nel mercato nostrano, nella strategie del gruppo francese, ci sarebbe ancora. Visto che il primo azionista di Tim è francese, ovverosia Vivendi. E visto che serviranno grandi investimenti nei prossimi anni tra digitalizzazione, 5G e 6G. A tal proposito però nessuna conferma o smentita. Solo “It’s just the beginning” in riferimento al percorso intrapreso da Iliad in Italia e guardando i conti del I trimestre 2024: più di 11 milioni di utenti attivi, +314mila rispetto al 31 dicembre 2023, fatturato da 272 milioni di euro, +12,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e 71 milioni di Ebitdaal, +11,7%.
Insomma, sarà stato il clima di festa per i sei anni ma il manager francese è apparso più ottimista rispetto allo scorso mese di marzo, quando si era limitato a dire: “Consolidamento positivo, ma non obbligatorio”, “dossier Tim da seguire, ma senza l’interesse per eventuali operazioni”. Infine, nessun bisogno di unirsi ad altri operatori. Concetto ribadito da Benedetto Levi, alla festa di compleanno Iliad: “È difficile dire come sarà il mercato tra 15-18 mesi. Quello che posso dire è che abbiamo solidi fondamentali per la crescita organica. Vogliamo crescere molto non solo nel mobile ma anche nella fibra. Vediamo come si muoverà il mercato”.
“Mercato penalizzato dai costi nascosti, non dai nostri prezzi”
Di certo l’ingresso di Iliad in Italia avvenuto sei anni fa ha scatenato un’aggressiva concorrenza sui prezzi sul mercato domestico delle telecomunicazioni retail, soprattutto nel segmento della telefonia mobile.
A tal proposito, Levi ha così commentato: “Ciò che distrugge il mercato delle tlc sono le offerte riservate. Noi abbiamo una strategia lineare e trasparenti. Ciò che fa male al mercato sono le offerte riservate con costi nascosti. Inoltre credo sia anche un tema di fiducia con il cliente, che viene costruita negli anni”.