Aveva detto che la fusione tra Vodafone e Iliad sarebbe stata la soluzione migliore, guardando al risiko tra Tlc. Adesso però Pietro Labriola potrebbe vedersi la compagnia francese entrare direttamente in casa sua. La Tribune, quotidiano economico transalpino, scrive infatti che la soluzione dei guai di Tim potrebbe essere proprio Iliad.
Suggestione? Possibile, visto che quando si parla di fusioni ormai è legge non scritta poter scrivere quasi di tutto. Ma è risaputo che la strategia del gruppo transalpino preveda un’espansione nel mercato nostrano. Iliad è reduce dal doppio tentativo andato in fumo di acquisire il ramo italiano di Vodafone (ultima offerta: dieci miliardi, di cui 6 cash), alla ricerca di un’exit strategy che ora dovrebbe aver trovato un punto d’arrivo con Swisscom (per ora sul piatto, di miliardi, ce ne sono otto).
L’ex monopolista in questo senso adesso ha un prezzo più che abbordabile, la capitalizzazione è ormai attorno ai 4,5 miliardi di euro dopo i recenti crolli a Piazza Affari.
Le aggregazioni nel settore Tlc
L’altro lato della medaglia è che Tim è impegnata in una dura strategia di ristrutturazione. C’è un debito importante da estinguere e, come si è visto, il recente piano strategico con tanto di prima fotografia della nuova società scorporata dalla rete ceduta a Kkr ancora presenta forti criticità. Ma lo stesso Ceo Pietro Labriola aveva ammesso in tempi non sospetti che “di aggregazioni, per ora non se ne parla.Dopo l’estate potremo far parte del risiko, avremmo vantaggi sia a stare alla finestra che a partecipare attivamente”.
Perché rete o non rete, è chiaro che serviranno grandi investimenti nei prossimi anni tra digitalizzazione e 5G. Di questo dovrà convincersi anche l’Antitrust Ue, in passato non troppo favorevole alle aggregazioni: in questo senso Vodafone-Fastweb non sembra destare preoccupazioni.
Tim, dal canto suo presenta una situazione ben diversa, a partire dalle quote. Visto che il primo azionista è… francese, come Iliad. Trattasi di Vivendi che sta ostacolando per vie legali la cessione della rete a Kkr. Per qualcuno, infatti, il crollo in borsa di questi giorni sarebbe stato “indotto” proprio dal gruppo guidato da Arnaud de Puyfontaine. Inoltre un’altra quota significativa è detenuta da Cdp, secondo azionista con il 9,8%. Tradotto: serve per forza di cose il benestare del governo. E Giorgia Meloni di recente ha definito Tim un dossier estremamente complesso. Probabilmente stava usando un eufemismo.
Iliad, fatturato sfonda un miliardo
Iliad che ha chiuso il 2023 con un fatturato che si attesta a 1 miliardo e 61 milioni di euro, +14,5% rispetto allo scorso anno; l’Ebitda passa a 247 milioni, +17,2% rispetto al 2022. Inoltre, dopo meno di sei anni, Iliad registra un free cash flow positivo di 4 milioni di euro.
L’azienda segna una continua crescita degli utenti attivi nel mobile e fisso raggiungendo quota 10 milioni e 937 mila, con un incremento di 1 milione e 260 mila utenti rispetto al 2022. Nel segmento mobile, iliad raggiunge 10 milioni e 730 mila utenti, 255 mila utenti in più solo nell’ultimo trimestre, e si conferma per il sesto anno consecutivo leader per crescita di utenti netti con +1,16 milioni di nuovi utenti rispetto al 2022.
Risultati “che si confermano in forte aumento e rispecchiano la solidità della nostra visione, l’efficacia dei nostri investimenti e, soprattutto, una fiducia dei nostri utenti costruita passo dopo passo”, ha commentato Benedetto Levi, amministratore delegato di Iliad. “Per questo 2024 la missione resta la stessa: continuare ad investire in infrastrutture sostenibili, innovative e di qualità, e creare un rapporto con i nostri utenti basato sulla trasparenza”.