“Bisogna pensarci e farlo quando si è in tempo per pianificare e non subire gli eventi, Oggi so che non sono ancora pronto per certi passi, ma so anche che dovrò arrivarci”. Le parole di Lorenzo Delladio, presidente e amministratore delegato de La Sportiva, fotografano efficacemente la complessità con cui ogni titolare di impresa familiare prima o poi si trova a dover fare i conti: il passaggio generazionale o, meglio ancora, la continuità aziendale.

Primo evento Dealflower sul Family Business

Di questo si è parlato nel primo evento dedicato al Family Business organizzato da Dealflower in collaborazione con AILM e con la partnership di GPAV, nello Spazio Eventi della testata giornalistica in Via Valpetrosa 1, a Milano. Speaker, oltre a Delladio, anche Giovanni Delfino, ceo del Gruppo Tatuus, Giuseppe Persano Adorno, GPAV Dottori Commercialisti Associati (partner dell’evento) Monica Zoli, socia Dino Zoli Group e amministratrice unica di DZ Engineering. Ha introdotto i lavori Donato Parete, editore di Dealflower. “La nostra mission – ha esordito – è raccontare personaggi della finanza e del legal meno noti e anche le storie d’impresa che il grande pubblico conosce meno ma che, come ben sappiamo, costituiscono il tessuto produttivo del nostro paese. Da qui l’idea di questa serie di incontri che proseguiranno in autunno, il prossimo anno e che idealmente dovrebbero diventare un nostro marchio distintivo anche in futuro”. Parete ha anche portato i saluti di Maddalena Ferrari, notaio dello Studio Ferrari Guasti, prevista tra i relatori ma impossibilitata a presenziare. Entra nel vivo del dibattito Laura Morelli, direttore responsabile di Dealflower, con uno spunto che arriva dalla cronaca e che contribuisce però a rendere la discussione  quanto mai attuale “La recente scomparsa di Silvio Berlusconi porta oggi in primo piano  tutti i temi su cui ci confronteremo: managerializzazione, eventuale apertura del capitale, preparazione al passaggio generazionale. Questo naturalmente con le dovute distinzioni tra aziende di grandi dimensioni e piccole e medie imprese. Quali sono le vostre esperienze e le strategie che avete messo in campo?”

Esperienze e strategie

Le risposte degli speaker sono  naturalmente differenti ma con un filo rosso: la consapevolezza che non sono temi da lasciare al caso ma anche la tendenza a valutare con estrema attenzione, se non proprio con timore, l’apertura verso soggetti terzi come i fondi o l’utilizzo di strumenti come la quotazione in Borsa. “Mio padre – racconta Monica Zoli – è stato lungimirante. Nel 1972 ha fondato la Dino Zoli Textile e ha iniziato a diversificare subito”. Nel 2011 ha acquisito il ramo d’azienda che oggi è la DZ Engineering, che si occupa della progettazione di sistemi integrati di illuminazione, audio, video in settori che vanno dal motorsport alle installazioni artistiche. Suo è, per esempio l’impianto di illuminazione del Circuito Cittadino Marina Bay di Formula1 in Singapore.

Dino Zoli Group: una holding di famiglia

“Mio fratello e io lavoriamo in azienda da sempre, lui ha tre figli. Nel 2019 è nata la holding di famiglia, abbiamo general manager interni: insomma, ci stiamo strutturando per rendere l’organizzazione indipendente dalla eventuale presenza di membri della famiglia, in un’ottica di continuità, mantenendo però l’identità di valori che ci caratterizzano”.

Gruppo Tatuus: sì ai fondi

Diversa l’esperienza di Giovanni Delfino ceo del Gruppo Tatuus, ingegnere meccanico che quando l’Alfa Romeo decide di mantenere solo le attività sportive legate alla Formula 1, svolta. “Faccio un salto nel buio e decido di rilevare, insieme al figlio di uno dei due fondatori, la Autotecnica di Casalmaggiore, ovvero l’azienda che produceva i motori per le attività motorsport dell’Alfa. Li conoscevo da tempo, lavoravamo insieme in pista, sapevo che i due titolari dopo 30 anni volevano passare la mano. Io e Renzo (Federici) eravamo pronti”. Ottengono un finanziamento in banca e partono, assicurandosi che i due ex titolari restino per tutto il tempo che serve perché le nuove leve siano autonomi. I clienti “orfani di Alfa Romeo” arrivano subito, “è il primo passaggio generazionale, che crea le premesse per un ulteriore sviluppo”. E i fondi di investimento bussano alla porta. “Nel 2012 la Federazione Italiana propone un campionato per monoposto motorizzate con propulsori Abarth sviluppati e gestiti da Autotecnica Motori e con telai Tatuus Racing; di qui, il rapporto con Gianfranco De Bellis, conosciuto nel 2006, si cementa”, prosegue Delfino. Nel 2017 Tatuus viene contattata dal fondo Wise che chiede di entrare nell’azionariato. De Bellis e il socio Artico Sandonà accettano, chiedono di integrare Autotecnica Motori. Tatuus acquisisce così il cento per cento delle azioni Autotecnica Motori e Giovanni Delfino diventa amministratore delegato e azionista del gruppo. A fine 2022 il gruppo Tatuus mantiene le aspettative e il fondo Wise decide di andare all’exit. “Da qualche settimana è subentrato il club deal di The Equity Club”.

La Sportiva: passo dopo passo

“Non ho questa apertura mentale – interviene Lorenzo Delladio – se penso a fondi di investimento o a quotazione in Borsa mi sento stretto al solo pensiero di dover rendere conto a qualcuno non mi piace (dall’altro lato del palco Delfino sorride).  Però so che dovremo arrivare lì, anche se non mi sento pronto. Oggi abbiamo una srl che controlla una spa”.

Lorenzo Delladio è la terza generazione dell’azienda di calzature e abbigliamento tecnico La Sportiva, fondata dal nonno, calzolaio, nel 1928, in Val di Fiemme. Oggi la proprietà dell’impresa, che fattura 216 milioni e conta quasi 500 dipendenti, è totalmente sua. “Ho acquistato le quote ai miei fratelli, che non sentivano la stessa vocazione imprenditoriale. I miei due figli lavorano nel marketing, come dipendenti. Ho una prima linea di manager, ma faccio in modo di esserci, sempre. C’è bisogno di un riferimento, così come mio padre lo è stato per me, dicendomi poche parole, ma incitandomi a rubargli il mestiere. E io non me lo sono fatto ripetere due volte e a 30 anni ero pronto a prendere in mano l’azienda”.

Affidarsi a professionisti

Le case history presenti sul palco rappresentano un campione delle tante pmi italiane che si trovano di fronte al bivio del passaggio generazionale e della continuità, c’è qualche consiglio pratico che si può dare? Risponde Giuseppe Persano Adorno “Le case history ascoltate qui sono innovative e rappresentative di soluzioni differenti. La prima regola, come sottolineava Monica Zoli, è comunque rivolgersi a un professionista. Poi identificare, nell’ambito dei propri eredi se c’è quello con propensione imprenditoriale. Stabilire una governance per le regole di ingaggio. Prima di costituire una holding far valutare la propria azienda. A monte, bisogna creare allineamento e strutture operative interne e capire esattamente in che momento della vita aziendale ci troviamo”.

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