Un mercato potenziale di quasi 17 miliardi di euro. È quello delle obbligazioni che le Midcap italiane potrebbero emettere per sostenere i propri investimenti e processi di crescita. Non solo, oltre 11 miliardi di euro (il 65% circa) potrebbero essere emessi nella forma di green bond. Il dato emerge dallo studio realizzato da Cerved Rating Agency e Sella Investment Banking sulle opportunità legate al mercato corporate bond in Italia per le Mid-Cap e sul potenziale delle emissioni di green bond.
“La politica europea ha riaffermato, anche di recente, la necessità di colmare il divario tra il mercato dei capitali europeo e quello statunitense per accelerare gli investimenti necessari per la transizione green e digitale. In uno scenario di mercato contraddistinto dal più rapido rialzo dei tassi di interesse nell’epoca euro, i bond, come emerge dalla ricerca basata sui nostri rating, rappresentano una valida fonte aggiuntiva” afferma Fabrizio Negri, amministratore delegato di Cerved Rating Agency.
“In un contesto caratterizzato da una crescente attenzione alla sostenibilità, il ruolo del mercato dei capitali sarà sempre più cruciale per fornire le risorse private necessarie alla transizione: ricorrere a emissioni obbligazionarie Esg offre alle aziende l’opportunità di accedere a uno strumento finanziario flessibile e in grado di tracciare l’impatto ambientale e sociale positivo generato dai loro investimenti”, afferma Giacomo Sella, head of Sella Corporate & Investment Banking.
Midcap, il potenziale di emissioni Corporate bond in Italia
Sono 770 le imprese target individuate partendo da un cluster di 17mila realtà con un fatturato tra i 30 e i 500 milioni di euro e che presentano, a settembre 2023, un rating di credito “investment grade” emesso da Cerved Rating Agency. Sono state, inoltre, prese in considerazione altre variabili tra cui un tasso di crescita annuale dei ricavi, nell’ultimo triennio, superiore al 10% e un margine operativo lordo medio su fatturato di oltre il 10%. Un perimetro di imprese, quindi, dall’alto merito di credito, dotate di una struttura economico-finanziaria equilibrata, tassi di crescita ben impostati e una spiccata abilità di generare cash flow più che adeguati a rimborsare il debito.
È stato stimato in 16,6 miliardi di euro l’ammontare delle emissioni teoriche totali delle 770 imprese analizzate. A livello settoriale si nota come il 68% del potenziale obbligazionario derivi da imprese manifatturiere, il 7% da imprese dedite alle attività professionali, scientifiche e tecniche e un 6% circa da imprese nel commercio. Da un punto di vista geografico, la maggior parte delle imprese è situata al nord (274 imprese nel Nord-Est e 330 nel Nord-Ovest) per un potenziale di oltre 13 miliardi di euro, a seguire le regioni del Centro, Sud e Isole.
Guardando alla dimensione aziendale espressa in termini di fatturato, si osserva una certa omogeneità fra le diverse fasce: le imprese con fatturato tra i 30 e 100 milioni di euro potrebbero emettere poco più del 30% dei 16,6 miliardi di euro di potenziale complessivo, mentre le imprese con fatturato compreso tra i 100 e i 300 milioni raggiungerebbero il 47,6% del totale.
I green bond
In un contesto globale ancora contraddistinto da forte incertezza, il tema della sostenibilità continua a essere al centro delle scelte di asset allocation di imprese e famiglie. Sul campione di 770 imprese target, lo studio di Cerved Rating Agency e Sella Investment Banking ha individuato 523 realtà che operano in settori transitional o enabling come da tassonomia Ue, e ha calcolato in 11,3 miliardi di euro (il 65% del totale) il potenziale delle emissioni obbligazionarie green cui potrebbero accedere.
Anche in questo caso la suddivisione per settore di appartenenza degli emittenti conferma la preponderanza di imprese del manifatturiero (l’80% dell’intero potenziale green), realtà che nei prossimi anni saranno chiamate a reperire ingenti risorse per rivedere i propri business model in chiave sostenibile.
Si evidenzia anche il contributo del settore dell’edilizia sostenibile (5%), dell’energia (4%) e del settore dell’informazione e comunicazione (3%). In termini di dimensione aziendale quasi il 50% del potenziale potrebbe essere emesso da imprese con fatturato compreso tra 100 e 300 milioni di euro e oltre il 30% da imprese con fatturato tra 30 e 100 milioni di euro. Infine, la distribuzione per area geografica per il potenziale green rispecchia quella del potenziale complessivo con una maggior presenza di imprese target nel Nord del Paese e una buona concentrazione anche nel Centro Italia.