Il volume di obbligazioni Green Social e Sustainability-linked emessi da emittenti italiani nei primi 9 mesi del 2022 ammonta a 19,7 mld euro, in calo del 35% rispetto ai volumi di emissioni nello stesso periodo del 2021. Il risultato era ampiamente atteso ed è dovuto essenzialmente a due fattori. Il primo riguarda dell’ inflazione e dei tassi di interesse che da inizio anno rendono il mercato obbligazionario meno appetibile; il secondo attiene al contesto geopolitico e macroeconomico e la strategia di risposta all’aumento dei prezzi delle commodities energetiche, che ha in alcuni casi, previsto il ripristino di fonti di produzione fossili, e dunque messo in stand-by gli obiettivi di politica energetica e di transizione nel breve e medio termine.
È quanto emerge da una indagine condotta da Sustain Advisory, secondo cui lo strumento dei SLBs (Sustainability-Linked Bonds ) sul totale dei volumi emessi cresce fino al 41% del totale rispetto al 35% del 2021 incrementando la sua popolarità tra gli emittenti non finanziari e soprattutto del settore Utilities&Networks, mentre il green bond rappresenta il 58% del totale delle emissioni nei primi 9 mesi del 2022, stabile rispetto al 2021, e rimane la scelta più ricorrente degli emittenti finanziari (banche e assicurazioni).
Totale Volumi Outstanding
I volumi cumulati di bonds Gss quotati su Borsa Italiana dal 2014 alla fine di settembre 2022 hanno raggiunto 75,4 miliardi per un totale di 100 emissioni. Il 51% delle emissioni è stato realizzato da società non finanziarie, il 4% da assicurazioni, il 19% da istituzioni finanziarie e il 26% dal Mef.
Emittenti italiane
Nell’ultimo mese diverse società italiane sono ritornate sul mercato dei green bond. L’ultima in ordine di tempo è Enel che qualche giorno fa ha collocato sul mercato americano un sustainability linked-bond in quattro tranche dell’ammontare complessivo di 4 miliardi di dollari, pari a circa 4,1 miliardi di euro, rivolti agli investitori istituzionali nei mercati Usa e internazionali. L’operazione è legata a una traiettoria di completa decarbonizzazione, con la tranche a 30 anni legata all’obiettivo del Gruppo Enel di conseguire zero emissioni dirette di gas serra da generazione di elettricità e calore entro il 2040.
Con il Piano Strategico presentato alla comunità finanziaria nel novembre 2021, Enel ha anticipato di 10 anni, dal 2050 al 2040, il proprio impegno “Net Zero”, per tutte le emissioni sia dirette che indirette. Tale impegno prevede la progressiva eliminazione di tutte le emissioni dirette e indirette derivanti dalla generazione e dalla vendita di energia elettrica ai clienti finali, nonché dalla vendita di gas (che comporta l’uscita dal business della vendita retail di gas entro il 2040) senza ricorrere a misure di offsetting.
Oltre ad anticipare dal 2050 al 2040 l’obiettivo di decarbonizzare completamente il proprio mix energetico, Enel ha confermato al contempo l’obiettivo al 2030 di ridurre le emissioni dirette di CO2eq per kWh (Scope 1) dell’80% rispetto al 2017, raggiungendo una carbon intensity uguale o inferiore a 82gCO2eq/kWh. Tale obiettivo è certificato dalla Science Based Targets initiative (SBTi) in linea con il contenimento del riscaldamento globale a 1,5ºC al di sopra dei livelli preindustriali.
A settembre altre due grandi realtà italiane hanno emesso bond sostenibili. All’inzio del mese scorso è stata la volta di Fs che ha lanciato il suo sesto green bond per un valore nominale di 1,1 miliardi di euro con scadenza aprile 2027. L’emissione sarà dedicata al finanziamento degli Eligible Green Projects secondo quanto previsto dal Green Bond Framework di FS aggiornato lo scorso giugno. In particolare, i proventi consentiranno di finanziare sia l’acquisto di nuovi treni che di spese destinate alla manutenzione del materiale rotabile di Trenitalia nonché – per la prima volta – gli investimenti per il completamento della rete alta velocità Torino-Milano-Napoli di RFI. La domanda del mercato è stata superiore ai 2,1 miliardi di euro e ha interessato più di 150 ordini dagli investitori, con una forte domanda dall’estero (pari al 67% del totale) ed in particolare da Germania, Regno Unito e Francia. La presenza di investitori ESG è stata molto ampia, pari al 65% dell’intero collocamento.
A metà settembre A2A ha lanciato un nuovo Green Bond da 650 milioni di euro con durata 8 anni, che andrà a finanziare progetti green allineati alla Tassonomia EU. L’emissione ha registrato grande interesse ricevendo ordini per oltre 1,7 miliardi di euro, circa 2,6 volte l’ammontare offerto. Il bond, destinato agli investitori istituzionali ed emesso a valere sul Programma Euro Medium Term Notes, si basa sul Sustainable Finance Framework di Gruppo, l’insieme di linee guida che rafforzano il legame fra strategia finanziaria e strategia sostenibile.
Il mercato dei bond sostenibili nel mondo
A livello globale l’emissione di obbligazioni verdi ha totalizzato 225 mld di dollari nel secondo trimestre 2022, con un calo del 19% rispetto al secondo trimestre dello scorso anno, ma un modesto aumento del 2% rispetto ai 221 miliardi di dollari emessi nel primo trimestre di quest’anno. Tra i quattro segmenti, secondo lo studio di Moody’S Esg Solutions, sono stati emessi 136 miliardi di dollari di green bond, 34 miliardi di dollari di social bond, 35 miliardi di dollari di sustainability bond e 20 miliardi di dollari di sustainability-linked bond.
Gli emittenti europei sono tornati in forze sul mercato dei green bond nel secondo trimestre, con 87 miliardi di dollari che rappresentano il 64% del totale globale. Questo totale rappresenta una crescita sostanziale dell’82% delle emissioni rispetto al primo trimestre dell’anno, quando i green bond europei ammontavano a soli 48 miliardi di dollari, il totale più basso dal quarto trimestre del 2020. Nei primi sei mesi dell’anno, i green bond europei hanno rappresentato il 55% del totale globale, in linea con la quota del 56% delle emissioni della regione nel 2021. Per quanto riguarda l’area dell’Asia-Pacifico e del Nord America, secondo i dati di Moody’s hanno seguito l’Europa, rispettivamente con il 21% e il 10% delle emissioni globali nel secondo trimestre. I Paesi leader nell’emissione di green bond nei primi sei mesi del 2022 sono stati la Germania con 32,5 miliardi di dollari (13% del totale globale), gli Stati Uniti con 27,9 miliardi di dollari (11%), la Cina con 26,3 miliardi di dollari (11%) e la Francia con 17,3 miliardi di dollari (7%).