Ottobre è il mese dedicato all’alfabetizzazione finanziaria. Necessaria in Italia, considerato che nel 2020 il livello dell’educazione degli italiani in materia si è posiziona al 25° posto su 26 Paesi analizzati. A rilevarlo la ricerca “Educazione finanziaria: il contributo al rilancio del Paese” realizzata da Pictet AM, attraverso Finer Finance Explorer, istituto di ricerca specializzato in ambito finanziario.
La ricerca, che ha coinvolto 5.800 individui tra mass market (con patrimoni da 10mila euro a meno di 50mila euro), affluent (con più di 100mila dollari) private (con meno di 100mila dollari), studenti delle superiori/universitari, mette in evidenza la mancata preparazione dell’Italia in termini economici e finanziari. Nozioni base come borsa, investimenti e quotazioni sono sconosciute alla maggior parte delle persone intervistate.
Poca conoscenza e perché
Pochi conoscono la finanza e sono preparati sull’argomento. Il 31% del campione analizzato ammette di non sapere molto di finanza, ma allo stesso tempo vorrebbe rimediare a questa situazione. Per alcuni però il tema finanziario non è per tutti. Secondo il 32% dei mass market, infatti, l’argomento non è così diffuso nel nostro Paese perché la finanza è difficile da capire. Per affluent (33%), private (37%) e studenti over 18 (39%), invece, il motivo è legato al fatto che è troppo complicato trovare contenuti sull’argomento. Contenuti poi che sono troppo banali oppure troppo complessi, sottolinea chi ha un livello di preparazione avanzato (29%) e professionale (31%), secondo una propria autovalutazione.
Più si è ricchi, più la finanza interessa. Comprensibile e logico se ci si trova di fronte a patrimonio consistenti e se non si desidera che questa situazione cambi. Ad esempio, l’89% dei private – che vantano beni sotto i 100mila dollari – sono interessati all’argomento. Ci sono poi alcuni temi della finanza che interessano di più, come il risparmio e i progetti di vita che attirano l’attenzione anche di altre categorie.
La maggior parte delle persone intervistate si avvicinano all’argomento finanziario perché riconoscono il ruolo centrale della finanza nell’economia del Paese (75%) o dell’importanza della finanza in generale (66%). Il 44% lo fa perché interessato alla gestione dei propri investimenti e il 34% per quella dei propri risparmi. Infine il 17% si informa solo per evitare di fare errori e/o poter valutare l’operato dei propri referenti. Dove manca interesse, invece, c’è poca fiducia nel settore (47%) o perché non si ha soldi da investire (24%).
Per approfondire le proprie conoscenze gli strumenti preferiti dagli italiani sono i social network (dal 17% dei clienti private al 27% degli studenti). Ma ci sono anche i webinar (dal 15% degli affluent al 19% per mass market, risparmiatori non investitori e studenti over 18), la televisione (21% nel mass market) e la carta stampata (28% dei private).
Gli adulti poi non sono i soli ad approcciarsi all’argomento finanziario. Secondo l’indagine dell’Osservatorio sulle Giovani Generazioni di Flowe, condotta da AstraRicerche, si abbassa sempre di più l’età di bambini e ragazzi che iniziano a fare ad esempio acquisti online. Il 21%, tra i 7 e gli 9 anni di età, compra online tramite carte di credito o debito e il 76% tra i 16-18 anni. Tra tutti i ragazzi intervistati, il 33,5% ammette di non avere bisogno dell’aiuto dei genitori e agisce in totale autonomia.
Piattaforme educative e carte per più piccoli
Per sensibilizzare e fare conoscere l’ambito finanziario, il Gruppo Prelios ha lanciato la piattaforma educadebito.com che si rivolge a debitori privati, piccole e medie imprese e garanti. Anche Pictet AM, oltre ad essere presente sui social network, ha aperto un portale di educazione finanziaria Pictet per Te, utile per avvicinare la clientela di investitori e professionisti agli argomenti dell’attualità economica.
E per i più piccoli, Flowe ha creato una carta prepagata sicura e digitale, Flowe Junior, utilizzabile dai ragazzi tra i 12 e i 18 anni. I genitori possono impostare limiti, blocchi e sistemi automatici di trasferimento del denaro, oltre a monitorare come e quando viene utilizzata la carta dai figli.