Il più grande contratto di ordini di aeromobili mai effettuato nella storia dell’aviazione civile. Lo ha sottoscritto IndiGo, low cost indiana, 500 aerei in tutto, un valore teorico di 55 miliardi di dollari e una consegna entro il 2035.

Così l’India diventa il primo cliente al mondo degli A320 di Airbus, per una flotta complessiva di 1.330 aerei. Ed è solo uno dei tanti indizi su una crescita, quella del paese asiatico, immaginifica. Mica per niente, da diversi mesi a questa parte, i media, ma soprattutto i numeri, ne parlano come la nuova Cina. Per due motivi.

Il primo è la crescita demografica: il Dragone sta per cedere il primato di paese più popoloso del pianeta proprio in favore dell’India, che raggiungerà 1,428 miliardi di abitanti (grafico sotto), superando così la Cina che invece ne ha, solo (si fa per dire) 1,425 miliardi.

India futura terza potenza economica mondiale

Una crescita, quella demografica, che dovrebbe agevolare la scalata indiana dal quinto al terzo posto tra le potenze economiche mondiali, che al momento vede, dietro Stati Uniti e Cina, Giappone e Germania. Tradotto: i margini di crescita sono esponenziali.

Mica per niente l’agenzia di rating americana Fitch ha rivisto al rialzo il Pil indiano, ma non come fa con l’Italia, +1,2% invece che +1,1%. Parliamo di +6,3% per l’anno in corso, dopo un +7,2% nell’anno fiscale 2023 e +9,1% nel 2022.

E se vogliamo proprio essere precisi “l’India è la nuova Cina” non lo diciamo noi. Lo dice Apple. Vi ricordate quanti sono gli indiani? Ecco solo 600 milioni di loro possiedono uno smartphone. Ecco perché Nuova Dehli è già il secondo mercato mondiale del settore e non solo per il lato consumer: l’Iphone 14 infatti è stato realizzato quasi interamente in India, dove ogni anno vengono prodotti quasi 13 milioni di smartphone targati Apple. Tre anni fa erano meno di 5 milioni (il 6% della produzione mondiale, a fronte del 90% da parte della Cina)

 

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La tecnologia 5G

Occhio infine al 5G. Nel 2022 si è tenuta la più grande asta di sempre. I più grandi investimenti partiranno da qui, in particolare per lo sviluppo di applicazioni e servizi per le reti. E considerato che Huawei e Zte sono stati esclusi dalla corsa del 5G in Italia, aziende europee come Nokia ed Eriksson potrebbero approfittarne. D’altronde è il primo ministro indiano Narendra Modi ad averlo detto per primo: il nuovo petrolio, sono i dati.

Ubs: “Verso un vero e proprio rovesciamento culturale”

Per decenni siamo stati abituati a guardare la cartina geografica in un certo modo -spiega Giovanni Papini, country head Italy di Ubs Asset Management-. Vale a dire l’Europa al centro, con un occhio attento agli Stati Uniti. E poi a tutto il resto”. Questa percezione è destinata a cambiare. O forse è già cambiata.

Aggiunge infatti: “Se si guardano le prime dieci nazioni a livello di crescita del Pil, non c’è più neanche un paese europeo. O meglio, c’è la Germania ma che non è esagerato definirla in caduta libera. Oggi bisogna guardare alla cartina con Pechino al centro del mondo, l’India appena dietro anche se ci sono ancora forti problemi legati, ad esempio, alle infastrutture. E poi gli altri paesi. L’Europa è destinata a diventare il nuovo far west. La carte geografica non è più la stessa che abbiamo imparato alle scuole elementari.

GIOVANNI PAPINI COUNTRY HEAD ITALY UBS AM

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