Scende ancora l’inflazione dell’Eurozona. E lo fa per il terzo mese di fila. Costi dell’energi in calo, prezzi degli alimenti in via di stabilizzazione. Questi i principali fattori per il dato pubblicato oggi: +5,5% nel mese di giugno (grafico sotto) il dato è preliminare, a conferma del rallentamento in corso visto anche il +6,1% di maggio e le stime che davano un valore pari a +5,6%.
Sarebbe una buona notizia. Per l’Europa ma anche per la Banca centrale europea. Che con la sua strategia di politica monetaria restrittiva sta cercando di raffreddare l’inflazione con un rigido e ripetuto aumento dei tassi, oggi al 4%, per quella che è stato il rialzo più veloce e ripido di sempre.
I segnali dalla Germania
Tuttavia i segnali d’allarme dalla Germania si sono rivelati corretti. La locomotiva d’Europa, se ancora lo è, è infatti l’unico paese dell’area Euro in cui l’inflazione ha ripreso a salire: +6,4% a giugno dopo il +6,1% a maggio. Stesso destino per l’inflazione di fondo: +5,8% contro il 5,4% precedente: “L’aumento è dovuto principalmente all’effetto base causato dalla riduzione dei sussidi al trasporto, introdotti lo scorso anno, che ha aumentato conseguentemente il costo dei trasporto per quest’anno” spiega Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm.
Ed è proprio l’indice core che in qualche modo ha spiazzato gli analisti. Per quanto riguarda l’Eurozona la crescita resta sostanzialmente stabile: +5,4% dopo il +5,3% di maggio (grafico sotto): “Ciò dimostra che la spesa dei consumatori rimane costante a dispetto di tassi di interesse superiori su mutui e prestiti” conclude l’analista di Moneyfarm.
“L’inflazione core non rallenta? Non è insolito”
A fronte di questi dati, è evidente che la Bce, come già ribadito durante il forum a Sintra, in Portogallo, rimane preoccupata per l’elevato livello di inflazione. Ed è prevedibile un ulteriore rialzo dei tassi di interesse al prossimo meeting. “C’è da dire che non è insolito il tasso dell’inflazione di base continui a salire un po’ più a lungo rispetto a quella complessiva -commenta Robert Schramm-Fuchs, portfolio manager di Janus Henderson-. Inoltre l’indice dei prezzi alla produzione di solito guida quella complessiva nei picchi e nei minimi, e quello di base è crollato a livello globale. La prossima lettura dell’Ipp dell’Eurozona sarà pubblicata la prossima settimana e il consenso si aspetta una vera e propria deflazione”.
Rispetto al picco del settembre 2022 del 10,7%, da allora l’inflazione si è “raffreddata” di 520 punti percentuali. Se la velocità dell’aumento dei tassi (qui sotto il grafico dell’Eurozona: il costo dell’indebitamento è al 4%) è stata la più alta della storia, a sua volta ha seguito uno dei periodi di disinflazione più rapidi mai registrati.
Qual è l’unico paese già nel target dell’inflazione Ue?
Continua l’analista di Jh: “Dato che la politica monetaria è stata restrittiva negli ultimi 12 mesi e continua ad esserlo, riteniamo che nei prossimi quattro trimestri assisteremo a una completa normalizzazione dell’inflazione. L’Eurozona è già in recessione dall’ottobre 2022. La stagione degli utili del secondo trimestre del mercato azionario europeo è iniziata con una serie di profit warning. I responsabili politici potrebbero effettuare un ulteriore rialzo dei tassi, ma siamo sempre più convinti che questo sarà l’ultimo rialzo di questo ciclo (se effettivamente si concretizzerà) e che l’anno prossimo taglieranno i tassi di interesse più volte”.
Oggi l’unico paese dell’Eurozona nei target di inflazione della Bce è la Spagna: +1,6% a giugno (grafico sotto).