A dicembre 2022 eravamo a +11,8%, sui massimi degli ultimi quarant’anni. dicembre 2023: in dodici mesi l’inflazione in Italia si è sostanzialmente azzerata: +0,6% il tasso di crescita stimato, un ulteriore calo rispetto al +0,7% di novembre e al di sotto delle aspettative, che prevedevano la conferma del dato del mese precedente.
L’impatto della prolungata politica monetaria restrittiva della Bce dunque fa il suo dovere. Anche l’inflazione core, epurata dai prezzi di carburante e alimentari, i più volatili, registra un +3,1% che è inferiore al +3,6% di novembre.
Inoltre, il dato di dicembre permette di calcolare l’inflazione media del 2023. Che scende: +5,7% il tasso di crescita, nel 2022 era pari al +8,1%, anche in questo caso un livello record che non si vedeva dall’inizio degli anni 80.
La chiave del rallentamento: i costi dell’energia
Il venir meno delle tensioni sui prezzi dei beni energetici è la chiave del rallentamento (+1,2%, dal +50,9% del 2022) spiega Istat. In controtendenza i prezzi nel comparto alimentare evidenziano un’accelerazione della crescita media annua (+9,8%, da +8,8% del 2022), nonostante l’attenuazione della loro dinamica tendenziale, evidenziata nella seconda metà dell’anno. L’indice armonizzato medio si porta, sempre in media d’anno, a 5,9% da 8,7% del nel 2022.
Tornando al mese di dicembre, i prezzi al consumo sono cresciuti: +0,2% su base mensile dopo la contrazione pari a -0,5% di novembre e al di sotto del +0,44% medio tra il 1957 e il 2023. Un rimbalzo che rispecchia l’andamento dell’inflazione in Eurozona, anche se su base annuale.
L’inflazione in Eurozona: che farà la Bce?
Dopo sei mesi consecutivi in calo infatti l’inflazione nell’area euro torna a salire, passando dal +2,4% di novembre al +2,9% di dicembre. Le stime rilasciate da Eurostat seguono il dato relativo all’inflazione tedesca, che mostra anch’esso una decisa accelerazione dal +2,3% di novembre al +3,8% di dicembre, trainata dall’aumento dei prezzi dell’energia dopo la scadenza delle misure governative di sostegno a famiglie e imprese per l’acquisto di gas, energia elettrica e generi alimentari.
Spiega Richard Flax, chief investment officer di Moneyfarm: “Pur in linea con le attese, i dati smentiscono l’ipotesi di un taglio dei tassi da parte della Bce nel breve termine. I policymaker saranno attenti a non abbandonare troppo presto l’atteggiamento prudente che hanno avuto finora in assenza di chiari segnali di indebolimento della crescita economica o di avvicinamento dell’inflazione al target del 2%”.