Perché è così importante questo legame?
(What is the point of being alive if you don’t at least to do something remarkable?) John Green

Gentile lettore,

in questo scritto, voglio condividere con te quella che è la forza mentale del cambiamento nella gestione per obiettivi e darti una visione d’insieme che ti racconti di come l’intelligenza emotiva diventi un fattore chiave dato che nel business (qualunque business), sono le persone a fare la differenza.

Sai, sono un forte sostenitore dell’individuo e di quello che le persone come gruppo e come singoli possano fare: questo soprattutto in un contesto lavorativo, dove come è noto si passa la maggior parte della propria giornata.

Voglio quindi portarti per mano in quelle che sono state le mie riflessioni e le mie ricerche di quello che è il “motivare” e di quelle che sono le basi per costruire un Team di successo.

Una volta un mio caro amico – mentore e compagno di molte avventure- mi raccontò una Sua esperienza illuminante, il colloquio per la posizione destinata stava andando bene quando accadde ciò che stai per leggere:

… [fine del colloquio]

HR: “Mi scusi, ma Lei consapevole che la posizione che Le stiamo offrendo è per formare qualcuno che poi prenderà il Suo ruolo?”

Caro Amico: “Perché mi fa questa domanda?”

HR (sorpreso): “beh!? Voglio solo essere sicuro che Lei abbia capito che Le stiamo proponendo questa posizione, per formare qualcuno che poi gestirà quello per cui ora Lei è stato intervistato!”

Caro Amico (SORRIDENDO): “… Se mi state offrendo un posto che oggi è per me e che per il mio domani nella Vostra organizzazione non ci sarà, probabilmente significa che state già pensando che ricoprirò un ruolo più consono alle mie capacità e questo mi fa capire che siete una azienda che crede nelle persone!”

HR (incredulo): “… (momento di riflessione), Le confermo il Nostro interesse nei Suoi confronti” Questo racconto (avvenuto agli esordi del mio percorso professionale), è stato per me illuminante e mi ha fatto riflettere su quanto in realtà sia molto più efficace la parte emozionale di quella razionale: questo caro amico, non aveva reagito solo in modo istintivo, aveva capito il suo interlocutore, aveva analizzato il contesto, aveva ascoltato e pesato le parole, con una rapidità analitica impressionante; aveva scoperto la “causa radice”, il motivo per cui l’HR lo stava ponendo in una condizione potenzialmente poco piacevole.

Aveva fatto un passo in più: aveva rotto un paradigma, aveva pensato fuori dagli schemi ed ottenuto un lavoro di gran lunga migliore del precedente, un’opportunità che di lì a pochi anni lo aveva proiettato molto più in alto di quanto pensasse di poter arrivare.

Ma che cos’è l’intelligenza emotiva? Quali i punti salienti?

Una persona con una spiccata intelligenza emotiva in genere ha la capacità:

  • Di motivare sé stesso e di continuare a perseguire un obiettivo nonostante le frustrazioni;
  • Di controllare gli impulsi e rimandare la gratificazione;
  • Di modulare il proprio stato d’animo evitando che la sofferenza gli impedisca di pensare;
  • Di essere empatico e di sperare.

Più in generale, alla base dell’intelligenza emotiva ci sono due grosse competenze:

  • Quella personale, legata al modo in cui controlliamo noi stessi
  • Quella sociale, legata al modo in cui gestiamo le relazioni con gli altri.

Specialmente quando poi si è chiamati a gestire un team di lavoro diventa fondamentale se guardiamo a tre caratteristiche legate a come si è percepiti in un dato contesto lavorativo:

Intelligenza emotiva

  • Sapere: All’oggi è direi, quasi scontato, che se non si hanno competenze e con i margini che scendono rapidamente difficilmente si è chiamati a guidare un team; concorderai spero!
  • Saper fare: Questo è più complesso da valutare perché oltre alla consapevolezza di sé, comprende anche il punto di vista delle persone che vedono in chi li guida l’insegnamento, l’attitudine al lavoro ed al comportamento.
  • Saper essere: Ecco il vero punto! Per essere un vero leader bisogna saper essere ed è qui che l’individuo dimostra il suo meglio: il punto che distingue i veri leader dai presunti tali!

Intelligenza emotiva e cognitiva

Saper Essere significa aver maturato nel tempo quella conoscenza che consente di portare il colloquio, l’empatia e la consapevolezza degli altri al livello dell’Esperienza.

Perché accade questo?

Perché vivere una esperienza, implica esserne parte, implica prenderne il commitment al 100%.  È quindi un modo di essere leader con la consapevolezza di poter sbagliare insieme alla squadra: porta il giudizio di sé nelle mani del gruppo e permette al gruppo di confrontarsi su un piano che è al pari, riducendo i timori e gestendo in modo unito le problematiche.

Ma avere una spiccata intelligenza emotiva non significa solo questo, bensì implica un’insieme di fattori orientate a gestire VALORI, RISULTATI, PERSONE e CAMBIAMENTO:

crescita

Questo avviene attraverso ciò che viene definito l’approccio socio-emotivo: che altro non è che lo stessa attitudine che hanno i bambini nell’ apprendere e nel conoscere sé stessi.

Apprendimento socio emotivo

Di fatto questo passo, ci insegna un’altra cosa fondamentale: il lavoro deve essere considerato un piacere non diverso da quello di un bambino che apprende per la prima volta come si usa un nuovo gioco e lo insegna ad un amico.

Arrivato quindi a questo punto, caro lettore, per non sembrarti troppo filosofico meglio riportare il tutto alla dimensione dell’azienda e quindi vorrei portare la tua attenzione non più all’ individuo ma a come il team va gestito in funzione al suo livello di esperienza e di maturità: questo solo come indicazione per farti riflettere su come essere “giustamente emozionale” in base ai tuoi interlocutori.

Per farlo introduciamo quello che è il concetto di LEADERSHIP SITUAZIONALE (concetto pensato da Hersey e Blanchard nel 1982): ovvero l’attitudine che i manager devono avere di fronte a situazioni o interlocutori differenti.

Questo è fondamentale per chi vuole e pensa di poter ottenere risultati tangibili in qualunque contesto operativo fermo restando il rispetto per le persone e la gestione delle problematiche in team.

Proverò quindi ad essere più chiaro, presentandoti il modello:

Orientamento al compito

A questo punto caro lettore,

  • Abbiamo parlato di come sia fondamentale Sapere, Saper essere e Saper fare;
  • Ci siamo confrontati con quella che è l’importanza dell’Esperienza e la consapevolezza di sé e di come gli altri ci vedono;
  • Abbiamo descritto come la Leadership Situazionale serva per gestire le dinamiche difronte a contesti e persone differenti;

Rimane ancora un punto da trattare, il concetto di “OCEANO BLU”:

un libro pubblicato nel 2005 e scritto da W. Chan Kim e Renée Mauborgne, professori all’INSEAD e co-direttori dell’Istituto INSEAD Strategia Oceano Blu.

Basato su uno studio di 150 mosse strategiche, si espande su più di cento anni e trenta settori, Kim & Mauborgne affermano che le compagnie possono avere successo non battendo i rivali, ma piuttosto creando “oceani blu” negli spazi di mercato inesplorati.

Attraverso queste mosse strategiche, si crea un salto di qualità nel valore dell’impresa, nei suoi clienti e nei dipendenti, mentre si sblocca nuova domanda e si riduce la competizione a qualcosa di irrilevante. Il libro presenta frame works analitici e strumenti per sfruttare le abilità dell’azienda a creare e intercettare sistematicamente oceani blu.

Ti stai chiedendo qual è il legame?

Ti lascio con questa sorta di “guida” al cambiamento della gestione dei team: un semplice ma efficace astratto che dovrebbe permetterti di riflettere su come fare della tua gestione delle persone, una gestione orientata a far nascere tanti oceani blue.

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