Intesa Sanpaolo ha accantonato 743 milioni a fronte di vertenze legali pendenti per 3,973 miliardi di euro.

E’ quanto emerge dalla relazione ai conti del primo semestre del gruppo guidato da Carlo Messina (nella foto di copertina).

Sul capo dell’istituto, si legge nel documento, pendono “circa 34.900 vertenze, diverse da quelle di tipo fiscale, con un petitum complessivo di circa 3.973 milioni. Tale importo comprende l’insieme delle vertenze in essere per le quali il rischio di esborso di risorse economiche derivante dalla potenziale soccombenza è stato valutato possibile o probabile e, quindi, non include le
vertenze per le quali il rischio è stato valutato remoto”.

In particolare, le vertenze per le quali la soccombenza viene classificata come probabile, ovvero con una probabilità di esborso superiore al 50%, “sono circa 25.000, con un petitum di 2.151 milioni”.

Le vertenze riguardanti contestazioni relative ai prodotti e servizi bancari e di
investimento o su posizioni creditizie e revocatorie fallimentari rappresentano circa il 78% del petitum e il 71% degli accantonamenti.

Derivati ed EUR

Intesa Sanpaolo elenca le vertenze più significative e fa il punto su ciascuna. In particolare, viene riferito che dopo la sentenza della Cassazione del 2020 in materia di derivati stipulati dagli enti locali “si sono registrati due nuovi contenziosi: il Comune di Augusta ha notificato un atto di citazione chiedendo di dichiarare la nullità del contratto per mancanza di alea razionale e per assenza di idonea informativa sui costi e sulla struttura dello strumento e conseguentemente di restituire 3 milioni; il Comune di Cimadolmo ha promosso un procedimento di mediazione con valore indeterminato, chiusosi con esito negativo. Inoltre, il Comune di Perugia, dopo aver avviato un procedimento di mediazione nel 2019, ha notificato un atto di citazione
con il quale chiede la nullità di quattro derivati stipulati nel 2006…. Infine, in esecuzione della sentenza di condanna del tribunale di Pavia del 16 settembre 2020, nel mese di febbraio si è provveduto al pagamento in favore della Provincia di Pavia dell’importo di 10,1 milioni con utilizzo del relativo
accantonamento. Avverso tale sentenza è comunque in corso il giudizio di appello”.

Intesa Sanpaolo, infine, riferisce che nel maggio scorso “è stato notificato un atto di citazione da parte della EUR, partecipata dal ministero dell’Economia e delle Finanze e da Roma Capitale”. EUR chiede a diverse banche la “restituzione di 57 milioni circa”. La prima udienza è fissata al 5 ottobre prossimo.

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