Creare una scatola che attiri risorse più che agire solo sulla leva fiscale. Il sottosegretario al Mef Federico Freni, intervenuto al Salone del Risparmio 2024 organizzato da Assogestioni, sposta il centro del dibattito dagli sgravi fiscali alla creazione di un ecosistema, o meglio di uno strumento, per favorire il flusso di risorse dal risparmio alle imprese. Freni ha ribadito come il compito del mondo pubblico non sia “costringere gli investitori istituzionali a piazzare il loro denaro nell’economia reale italiana” quanto piuttosto “creare un contesto in cui investire sia così conveniente che ci sia la fila per farlo”.

La strada suggerita da Freni è quella di creare un fondo di fondi, sulla scia di quanto proposto di recente da uno dei fondi pensione più grandi d’Italia, il fondo Cometa, e dal suo presidente Riccardo Realfonzo, e cioè “creare un grande scatola, un fondo di fondi da convogliare nell’economia reale, con il coinvolgimento di Cdp e altri investitori istituzionali”.

L’idea di Freni è che sia inefficace cercare di incentivare a puntare sul Paese “a tutti i costi”: l’approccio, ha spiegato, “deve essere piuttosto quello di rendere attrattivo l’investimento sul piano della massimizzazione del profitto”.

Sgrafi fiscali? Sì ma anche no…

Meno possibilista, invece, è apparso il sottosegretario circa la possibilità di introdurre incentivi per circa 40 miliardi per gli investimenti in economia reale, come proposto dai fondi pensione.

Per Freni infatti sono tanti soldi, cioè “15 miliardi in più dell’ultima manovra, quasi la stessa cifra impiegata nel secondo semestre 2023 per bonus edilizi: non è un’inezia”. Anche perché tocca fare i conti con i danari disponibili: “Se anche una misura del genere liberasse i 40 miliardi di cui sopra – ha detto il sottosegretario – a quel punto molto di questo denaro dovrebbe essere integralmente impiegato per coprire le perdite dell’Inps”.

Inoltre la leva fiscale, ha detto, “non può essere la panacea di tutti i mali”. Oggi, ha sottolineato il sottosegretario, “io non metterei il mio denaro in incentivi, ma in ricerca. Se non investiamo nella ricerca il nostro mercato finanziario muore: le small cap quotate non esistono perché la ricerca in questo Paese non c’è più”, ha affermato.

Regolamentazione e governance

Oltre alla ricerca, per Freni è necessario agire sulla regolamentazione per “omogeneizzare i regolamenti degli investimenti dei fondi, compresi i fondi pensione” e garantire una governance delle imprese che sia adeguata a questo tipo di investimenti: le piccole e medie imprese, ha aggiunto, sono a volte “realtà piuttosto allergiche alla corporate governance: gli investimenti in pmi, esclusi quelli di venture capital, soffrono di una cronica mancanza di allineamento alle regole di corporate governance”.

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