Il Cda di Invimit Sgr, società partecipata al 100% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha approvato l’avvio delle attività funzionali alla pre-commercializzazione dell’ asset denominato “Piazza D’Armi”.
Costituito da circa 388mila mq, l’asset è di proprietà del Comparto 8 quater del Fondo i3-Sviluppo Italia gestito da Invimit che fa parte di un’area da sviluppare situata nella parte Ovest di Milano. Una cerniera tra la città e i piccoli comuni limitrofi, definita dal Piano di governo del territorio a “Grande Funzione Urbana”.
I dettagli del progetto
Nello specifico, il progetto prevede la realizzazione di uno dei più grandi parchi urbani di Milano che si estenderà sul 75% dell’area e lo sviluppo di circa 135mila metri quadrati di superficie lorda edificabile. La realizzazione di un parco così vasto rappresenta un “progetto nel progetto” che rende l’asset un unicum sul mercato per attrattività e sostenibilità.
Gli oltre 40 ettari di terreno sono posti sulla linea rossa della metropolitana milanese, fermata Inganni, a 15 minuti da Cadorna, ossia otto fermate, rappresentando la cerniera di connessione tra parti di città di diversa morfologia.
Come si legge in una nota stampa, l’operazione che genererà investimenti per oltre 500 milioni di euro.
La commercializzazione del progetto
Le attività di commercializzazione prevedono il trasferimento dell’area di Piazza D’Armi da parte del Comparto 8-quater in un fondo di nuova costituzione. Seguirà dunque la dismissione parziale della partecipazione pubblica nel nuovo fondo in favore di uno o più investitori individuati, con una procedura competitiva.
Il partecipante pubblico, quindi, accompagnerà l’investitore privato nel percorso di valorizzazione condividendone rischi e obiettivi di rendimento nelle modalità previste dal regolamento di gestione del nuovo fondo.
L’iter verrà avviato con l’invio a Consob della comunicazione relativa alla pre-commercializzazione.
Giovanna Della Posta (nella foto), amministratore delegato di Invimit Sgr ha spiegato: “Questo progetto ha una marcia in più. Si tratta di un modello replicabile per valorizzare l’immenso patrimonio non solo di immobili ma anche di terreni, una “Nazione nella Nazione”, una riserva di valore su cui poter contare per attrarre capitali privati per valorizzare asset pubblici”.