Le quotazioni in Italia tornano a registrare numeri record, soprattutto per quanto riguarda il segmento Egm. Questo dimostra che gli imprenditori continuano ad avere fiducia nella Borsa che viene ancora considerato uno strumento di crescita. Lo racconta Luigi Giannotta, direttore generale di Integrae Sim in questa intervista a Dealflower.
Ci sono state diverse quotazioni, soprattutto sull’EGM, quale è il vostro bilancio di questa prima parte dell’anno della Borsa? Cosa ha differenziato l’Italia rispetto ad altri paesi?
Abbiamo appena ritoccato il record storico di nuove IPO nei primi 8 mesi dell’anno sul listino Euronext Growth Milan, otto delle quali a cura della nostra società, che ha consolidato la propria leadership per numero di operazioni in assoluto. Possiamo quindi affermare di esserci lasciati alle spalle non solo la pandemia ma anche messo la marcia per raggiungere un nuovo massimo storico in termini di quotazioni annuali. Considerando infatti solo la nostra pipeline, nel 2023 avvicineremo la soglia di 40 IPO su EGM. Un contesto davvero effervescente che non ha pari in Europa tra i listini focalizzati sulle PMI. Stupefacente considerato che ci troviamo in una fase di grande incertezza del contesto geopolitico, con il costo del denaro sui massimi dallo scoppio della bolla finanziaria, un’inflazione recrudescente e forti segnali di recessione. Gli imprenditori hanno grande fiducia nella Borsa come strumento per accelerare la propria crescita. Dobbiamo invece rilevare una scarsa partecipazione degli investitori ma siamo fiduciosi che torneranno presto sul mercato anche grazie all’impegno del Governo nel promuovere un pacchetto di misure per favorire la canalizzazione del risparmio provato verso le PMI quotate. Segnaliamo infine che in termini di performance rispetto al prezzo di IPO, le neo matricole hanno sovraperformato il benchmark di quasi il 15%.
Quali sono le caratteristiche delle aziende che si sono quotate? Che interesse hanno sollevato?
La nostra esperienza, basata su quasi 100 quotazioni da quando è stato creato l’Euronext Growth Milan, ci porta ad affermare che la differenza la fanno l’impegno dell’imprenditore nel portare avanti, insieme all’Euronext Growth Advisor, il percorso di quotazione e il progetto industriale alla base dell’operazione. Il mercato è selettivo, ovvero sa distinguere iniziative puramente finanziarie da quelle al servizio dello sviluppo d’impresa. Se quest’ultima condizione è soddisfatta, non fa differenza il settore o ciclo di sviluppo, il denaro si trova. Ma attenzione l’imprenditore non deve vedere l’IPO come un punto di arrivo, ma di partenza. Per questo operazioni market frendly, ovvero convenienti sul piano valutativo, sono sempre quelle che danno le maggiori probabilità di creazione di valore. Un esempio: è stata da poco stata lanciata un’Opa su Renergetica, società che abbiamo quotato esattamente 5 anni fa e che oggi viene valorizzata quasi il 600% in più sul prezzo di collocamento.
Con il DDL Capitali il Governo ha voluto introdurre nuove regole per rendere la Borsa più appetibile, cosa c’è di buono e cosa invece dovrebbe essere ulteriormente fatto?
Per accrescere il mercato EGM c’è bisogno di incentivare nuove società a quotarsi, ma è ancor più necessario promuovere la partecipazione degli investitori istituzionali e professionali. Il DDL Capitali è il frutto di un lungo e approfondito confronto con tutti gli operatori della filiera del mercato dei capitali e per questo pensiamo che il Governo stia percorrendo la strada giusta nell’adeguare il nostro sistema finanziario alle best practice europee. Ma si tratta solo di un primo passo e molti altri dovranno essere compiuti nel prossimo futuro, sempre dopo avere ascoltato gli stakeholders. Per questo ci auguriamo che la prossima legge di Bilancio contenga nuove norme per indirizzare il risparmio italiano verso l’economia domestica e convogliare risorse alle imprese. Un contributo potrebbe arrivare anche da un investimento pubblico (attraverso il coinvolgimento di Cassa Depositi e Prestiti e Invitalia) con la costituzione di un “Fondo di Fondi” per gli investimenti in PMI quotate. Auspicabile sarebbe anche un maggiore coinvolgimento degli enti previdenziali, ed il superamento dell’unicità dei Piani Individuali di Risparmio (PIR).
Perché, pur in crescita, l’Egm sconta ancora la presenza scarna di investitori?
Per prima cosa dobbiamo considerare il contesto geopolitico e macroecnomico che ha fatto aumentare il premio al rischio soprattutto nei confronti delle asset class più esposte alla politica monetaria e alla congiuntura. È inoltre venuta meno la spinta dei PIR, che nella prima versione di successo sono prossimi alla fine del loro naturale percorso di sviluppo e in attesa di nuovi strumenti aggiornati, stanno drenando liquidità al listino. Ma si tratta solo di una fase di correzione, dalla quale crediamo si ripartirà con nuovo slancio dal momento che solo l’asset class azionaria, ed in particolare le PMI, presenta quel potenziale di crescita dei profitti in grado di soddisfare la “fame” di extra rendimento ricercata degli investitori nel medio-lungo periodo.