Ita Airways, Milan, Pernigotti. That’s Amore. Non siamo certo noi a trovare l’America. Anzi, caso mai è tutto il contrario: sono gli americani che stanno ritrovando l’Italia. Pensare che fino a qualche tempo fa sembravamo destinati a finire tutti quanti in mano ai cinesi. I giornali titolavano: “La Cina si sta comprando l’Italia” e pure l’Europa era sulla stessa strada. Da qualche anno però le cose stanno cambiando. Pechino non cresce più a causa della pandemia e della strategia Zero Covid ed è uno dei motivi per cui dal 2020 acquisizioni cinesi nel vecchio continente hanno registrato un brusco rallentamento.
D’altra parte l’Europa oggi ha fortemente bisogno degli Stati Uniti. Rinunciare alle materie prime russe si può. Rinunciare alle materie prime e basta, gas innanzitutto, proprio no. E il Gnl americano è una delle prime fonti energetiche a cui il vecchio continente si sta affidando, Italia compresa, aspettando che i rigassificatori -il nostro Paese ne ha tre- diventino presto operativi al 100% lungo le nostre coste (ma su questo punto molto incideranno le prossime elezioni).
Aziende italiane sempre più americane: in due giorni, tre operazioni
Insomma: il concetto di isolazionismo dello slogan trumpiano “America First” sembra ormai lontanissimo. Negli ultimi dodici mesi gli Usa stanno facendo la spesa soprattutto in Italia, con un’accelerazione negli ultimi giorni, con tre deal chiusi, o quasi, in 48 ore. Secondo Mergermarket in tutto sono 106 le operazioni che coinvolgono le aziende italiane con almeno un buyer statunitense, per un totale di quasi 100 miliardi di euro, da settembre 2021 a oggi.
Tra le acquisizioni più importanti, da segnalare Fedrigoni, player mondiale nella produzione di etichette autoadesive, acquisita da Bc Partners e Bain Capital Private Equity, operazione ufficializzata fine luglio del valore di 3 miliardi di euro circa; l’operazione Atlantia, portata a termine da Benetton assieme al fondo Usa Blackstone, per un’opa del valore complessivo di 12,7 miliardi, Blackstone peraltro coinvolto anche nella vendita di Autostrade assieme il fondo australiano Macquarie; e poi anche Falck Renewables, ceduto a Infrastructure Investment Fund, veicolo di investimento di Jp Morgan Investment Management (valore dell’offerta: 1,3 miliardi). Senza dimenticare che il fondo Kkr, con Telecom, ci ha provato, andandoci abbastanza vicino. In questo senso, qui sotto, l’elenco di tutti gli advisor più attivi nelle operazioni “Usa-Italia”.
Le ultime operazioni: Ita Airways, Milan e Pernigotti
Come detto, la media, già alta, si è notevolmente alzata nelle ultime 48 ore. Ita Airways è l’ultima operazione, la cui equazione è sempre la stessa: compagnia americana acquisisce compagnia italiana. Vuoi per salvarla, vuoi per rilanciarla (o delistarla), vuoi perché, più banalmente, c’è profumo di affare. Il passaggio di Ita Airways al fondo statunitense Certares, insieme al gruppo franco olandese Air France-Klm e la compagnia Usa Delta pare quasi un colpo di scena, perché tutti erano convinti che i favoriti fossero Msc e la tedesca Lufthansa, vista anche l’offerta di una liquidità decisamente maggiore. E invece, sorpresa sorpresa, a portarsi a casa la partita è stata la cordata franco-americana.
L’annuncio? Mercoledì, più o meno in contemporanea all’ufficialità del passaggio di proprietà del Milan per 1,2 miliardi di euro al fondo Usa (e che ve lo scriviamo a fare) RedBird dell‘imprenditore americano Gerry Cardinale. Qui in realtà si parla di un’operazione che vede un fondo Usa cedere un’azienda a un altro fondo Usa. il Milan infatti apparteneva al fondo Elliott, capace in due anni di riportare la società rossonera ai vertici del campionato dopo anni di oblio, ereditando la maldestra proprietà cinese di Yonghong Li.
RedBird Capital Partners completes acquisition of AC Milan ➡️ https://t.co/34kE6CVVnW
RedBird Capital Partners completa l’acquisizione di AC Milan ➡️ https://t.co/57FALTJvfa#SempreMilan pic.twitter.com/YTo6X5CvDq
— AC Milan (@acmilan) August 31, 2022
Milan sempre più americano
L’America per rinascere dunque, ma anche l’America per tornare grandi. Oltre a voler bissare lo scudetto, il club ha voglia di tornare protagonista anche in Champions League e lo farà sotto la guida di Cardinale, ex banchiere di Goldman Sachs, affiancato da un’altra famiglia americana al 100%: gli Steinbrenner (in realtà di origini tedeschi), proprietari dei New York Yankees, storica franchigia e tra le più famose del baseball americano. Con loro anche il fondo Main Street Capital, sede a Santa Monica, California, tra i cui investitori figura anche il fuoriclasse Nba LeBron James, stella dei Los Angeles Lakers.
Insomma, un Milan che più a stelle e strisce di così non si può. D’altronde il calcio italiano ai fondi private equity americani piace, vedi squadre di serie A come Roma, Fiorentina e Atalanta, rispettivamente presiedute dagli imprenditori Usa Dan Friedkin, Rocco Commisso e Stephen Pagliuca. E vedi anche l’interesse del fondo Cerberus nei confronti della Sampdoria.
Nei piani di Jp Morgan un polo del cioccolato “Made in Italy”
Il tutto all’indomani dell’operazione “Salva gianduiotto“ portata a termine da Jp Morgan Asset Management, che ha rilevato Pernigotti dai turchi della Toksöz Group. Non è solo una semplice acquisizione. Jp Morgan ha rilevato la storica casa dolciaria italiana per rilanciare un hub tra Piemonte e Lombardia all’insegna del cioccolato made in italy, includendo anche la cremonese Walcor, controllata sempre dalla società d’investimento americana.