I prossimi step sono una convocazione del consiglio e ovviamente la definizione delle modalità di finanziamento. Sì perché la due diligence del dossier 2i Rete Gas si è chiusa senza sorprese. Il valore rimane quello che già era stato inizialmente stimato: superiore ai 5 miliardi di euro. Italgas resta determinato all’acquisizione.
O meglio a un’aggregazione vera e propria (leggi anche qui per approfondire). Da una parte il gruppo guidato dal Ceo Paolo Gallo, che serve 1,983 comuni, una capitalizzazione di 4,1 miliardi e 1,8 miliardi di ricavi. Dall’altra c’è 2i Rete Gas, che a fine 2023 è arrivata a 815 milioni di fatturato e un margine di profitto di 546 milioni.
L’operazione di consolidamento dovrebbe mettere in sicurezza anche i 3,2 miliardi di debiti netti di 2i Rete Gas, mentre Italgas punta ad aumentare di oltre il 40% di margine operativo lordo attuale, che è pari a 1,2 miliardi, dati del 2023.
Italgas si fonde con 2i Rete Gas? Il ruolo dei principali azionisti
Due diligence liquidata, consiglio da convocare. finanziamento da definire. Ma anche mettere d’accordo gli azionisti, da una parte e dall’altra. Aspettando poi la “sentenza finale” a firma dell’Antitrust.
2i Rete Gas è controllato dal fondo infrastrutturale F2i ed è partecipato da Ardian e dagli olandesi di Apg. Tramite Cdp Reti, Cdp detiene il 26% di Italgas, con una partecipazione di Snam per il 13,5% e in aggiunta soci come i fondi Usa di Lazard (9,7%) e l’imprenditore Romano Minozzi (4,2%).
Seguono infine Blackrock con il 3,7%, Credit Agricole con il 3,5%, e Banca d’Italia con l’1,4%.
Finanziamento dell’operazione: come può avvenire
Come aveva spiegato lo stesso Gallo nell’ultima conference call di presentazione dei conti, il signing dell’operazione è atteso entro settembre.
Italgas ha fatto sapere che farà fronte, almeno inizialmente, al bisogno finanziario mediante un prestito ponte garantito di Jp Morgan. Un prestito che però dovrà poi essere rifinanziato. Il Corriere della Sera spiega che tale operazione potrebbe avvenire tramite una “combinazione di strumenti di capitale, debito o ibridi”.
Una prima ipotesi prevede l’aumento di capitale di un miliardo di euro circa, stando a stime preliminari, con probabile sostegno di Cdp e Snam. Come anticipato, l’ultimo ostacolo, che poi probabilmente è anche l’unico, si chiama Antitrust, che potrebbe intervenire quando la firma dell’intesa sarà definitiva e approvata.
Il ruolo dell’Antitrust: spunterebbe un terzo compratore?
Proprio per questo, conclude il Corsera, sono state elaborate svariate simulazioni preparatorie per anticipare in qualche modo eventuali freni provenienti dall’autorità della concorrenza.
Da mettere in preventivo, secondo queste proiezioni, una cessione fino al 25% delle attività acquisite. In questo caso servirà un terzo soggetto coinvolto nella vasta operazione di aggregazione tra Italgas e 2i Rete Gas.
I primi indizi potrebbero condurre ad A2A, che però è concentrato sulla cessione ad Ascopiave della distribuzione del gas in Lombardia. E a proposito di Antitrust e di A2A, via libera all’acquisizione da parte della multiutility delle reti elettriche Enel nelle province di Milano e Brescia. Un’operazione che vede il closing nel quarto trimestre di quest’anno, con un esborso di 1,22 miliardi di euro.
Reazione del mercato
Dopo un avvio timido viaggia in rialzo Italgas che a Piazza Affari (Ftse Mib +0,17%) sale del +0,5% a 5,07 euro. Molto vivace A2A che guadagna il +1,6% a 2,05 euro ad azione. In generale tutte le utility sul Ftse Mib si muovono in territorio positivo (si distingue in questo senso anche Hera, +1,1%).