L’anno che sta per chiudersi ha visto un’intensa attività di m&a. Una ripresa – in parallelo con l’arrivo dei vaccini e di un calo dei contagi nella parte centrale dell’anno – che ha portato a cifre record anche alle nostre latitudini con diversi deal di rilievo. Gli advisor finanziari e legali sono stati sempre protagonisti del business e delle strategie di queste grandi operazioni (Dealflower ha stilato le top 10 dei più attivi nel 2021).
Va precisato, però, che il Covid-19 ha sicuramente cambiato il corso economico e gli orientamenti spingendo l’acceleratore su determinati settori strategici per il domani. A trainare gli investimenti, infatti, sono soprattutto le tecnologie e la sostenibilità, ma anche le infrastrutture, l’energia e il settore health e pharma. In questo scenario non si può non fare cenno al ruolo dei private equity (che sempre di più arrivano in Italia) e al business molto dinamico anche nel comparto food e nel life science.
Nel 2021, stando a quanto rileva Mergermarket, in Italia ci sono state 678 operazioni per 70,7 miliardi di euro. Guardando ai big deal dell’anno non si può non citare l’acquisizione per oltre 3 miliardi di Falck Renewables da parte di Infrastructure Investments Fund e quella di Cerved da parte della Ion Group. Ma anche il closing della maxi fusione Nexi-Sia o, restando nei pagamenti digitali, Enel e Intesa Sanpaolo hanno annunciato l’acquisizione di Mooney. Non solo, lato food, La Doria è passata a Investindustrial. Tuttavia, abbiamo voluto ripercorrere gli ultimi dodici mesi scegliendo cinque operazioni più significative – non solo in termine di valore – che raccontano il presente – e il domani – dell’economia del nostro paese.
Autostrade torna pubblica
Il Consorzio – composto da Cdp Equity, Blackstone Infrastructure Partners e Macquarie Asset Management – ha raggiunto un accordo con Atlantia per l’acquisizione dell’88,06 % del pacchetto azionario di Autostrade per l’Italia (Aspi), uno tra i principali operatori autostradali d’Europa che gestisce oltre 3.000 km di autostrade in Italia.
L’acquisizione sarà fatta attraverso Holding Reti Autostradali, una nuova società di diritto italiano di proprietà di Cdp Equity (51%), Blackstone Infrastructure Partners (24,5%) e dei fondi gestiti da Macquarie Asset Management (24,5%). Con questa operazione si chiude, dopo oltre vent’anni e a quasi tre anni dal crollo del Ponte Morandi, l’epoca della famiglia Benetton in Autostrade.
Enel esce da Open Fiber
Nel 2021 arriva ufficialmente l’accordo su Open Fiber, l’azienda chiamata a realizzare la rete a banda ultralarga interamente in fibra ottica in tutte le regioni italiane. Questo comporta il rafforzamento di Cdp Equity nel capitale e l’uscita di Enel al prezzo di 2,65 miliardi (le due società erano state socie paritetiche nell’azienda). Al posto di Enel, entrerà nel capitale il fondo australiano Macquarie, con una quota di minoranza del 40%, mentre Cassa depositi e prestiti salirà, fino al 60%.
La vendita a Macquarie prevede un corrispettivo di 2,12 miliardi, inclusivo del trasferimento dell’80% della porzione Enel del prestito soci concesso a Open Fiber, compresi gli interessi maturati. Il contratto relativo alla cessione a Cdp Equity del 10% prevede a sua volta un corrispettivo di 530 milioni. Cdp Equity e il fondo australiano hanno concordato anche i termini del nuovo patto parasociale su Open Fiber.
Zegna debutta a Wall Street
La casa di moda italiana ha concluso venerdì 17 dicembre la business combination con la spac Investindustrial Acquisition Corp (Iiac) per poi debuttare il 20 dicembre nella borsa newyorkese. In totale, l’operazione di ipo aveva registrato una raccolta di 761 milioni di dollari, al lordo dei costi di transazione e del prezzo di acquisto delle azioni della famiglia Zegna. Secondo i dati forniti da Bain Consulting Group, nonostante la pandemia il marchio italiano ha registrato una crescita del 30% rispetto al 2020.
Il debutto a Wall Street, secondo gli analisti finanziari, segnerà idealmente un punto di passaggio per tutta l’Italia. Zegna infatti manterrà il controllo della nuova entità con il 66% delle azioni. L’amministratore delegato, Ermenegildo Zegna ha detto: “spero di dare un esempio sull’essere coraggiosi e orgogliosi del Made in Italy. Scegliendo New York abbiamo alzato l’asticella”.
Generali chiude l’Opa su Cattolica
Lo scorso novembre si è chiusa l’Opa di Generali su Cattolica con 138.842.677 azioni portate in adesione, pari al 60,803% del capitale sociale della compagnia assicurativa (e a circa il 79,660% delle azioni oggetto dell’offerta). Tenuto conto delle azioni già in portafoglio, Generali è arrivata così a quota 84,475% del capitale sociale di Cattolica.
I numeri definitivi dell’operazione varata dal Leone la piazzano fra i leader di mercato, in uno scenario che si rivela però sempre più dinamico. “L’operazione – ha spiegato il Ceo Philippe Donnet – permetterà di integrare al meglio i modelli di business di Generali e Cattolica, come già emerso in occasione della partnership siglata a giugno 2020, e consentirà una significativa creazione di valore per tutti gli stakeholder”. Intanto, Generali ha anche annunciato il nuovo piano triennale.
Credit Agricole compra il 49% di Edison Renewables
A inizio dicembre Crédit Agricole Assurances tramite Predica, ha rilevato il 49% del capitale di Edison Renewables sulla base di una valutazione complessiva della società attiva nella produzione di energia da fonti rinnovabili pari a oltre 2 miliardi di euro.
Crédit Agricole contribuirà a incrementare la potenza eolica e fotovoltaica installata di Edison Renewables a 4GW entro il 2030. Edison, controllata dalla francese Edf, manterrà il pieno controllo industriale e di governance della società e ne guiderà lo sviluppo nelle rinnovabili. Fra Edison e Crédit Agricole CIB Italy si segnala anche la prima cartolarizzazione Esg-linked in Italia.