Azioni mondiali e oro ai massimi storici. Dollaro e Treasury decennali ai minimi di un anno. Così si presentano i principali asset in attesa del discorso del più potente banchiere centrale del mondo a Jackson Hole, che i mercati analizzeranno per avere indicazioni sulla forma dei tagli ai tassi statunitensi.
L’ampio indice europeo Stoxx 600 si muove sopra la parità nelle prime contrattazioni, le azioni asiatiche al di fuori del Giappone sono scese di appena lo 0,1% mentre il Nikkei giapponese ha guadagnato lo 0,4%. Gli investitori hanno digerito i dati sull’inflazione e le osservazioni del governatore della Banca del Giappone, Kazuo Ueda che ha manifestato la volontà di alzare i tassi di interesse se l’economia e l’inflazione si riveleranno come previsto.
Anche l’indice mondiale è salito di un soffio e, con le turbolenze di inizio agosto nello specchietto retrovisore, si trova ora a circa l’1% dal picco storico di metà luglio. I futures dell’S&P500 sono saliti dello 0,3%.
Jackson Hole, cosa sta per succedere
L’evento principale della settimana deve però ancora arrivare: Il discorso del presidente della Federal Reserve Jerome Powell alla conferenza annuale della Fed di Kansas City sulla ricerca di Jackson Hole, che arriva mentre i dati economici degli Stati Uniti danno alla banca centrale americana il via libera al taglio dei tassi di interesse.
I mercati prevedono un taglio dei tassi di 25 punti base a settembre e un taglio in ognuna delle tre restanti riunioni della Fed di quest’anno, con una mossa più ampia di 50 punti base. Il discorso sarà osservato con attenzione per vedere se metterà in discussione o rafforzerà queste previsioni, anche se le possibilità di Powell di sorprendere troppo sembrano limitate.
L’aspettativa di un taglio dei tassi ha mantenuto i prezzi dei Treasury statunitensi sostenuti e non ha restituito i guadagni dei beni rifugio di inizio mese. Il rendimento di riferimento è rimasto poco mosso al 3,857% ed è stato al di sopra del 4% solo per un brevissimo periodo ad agosto, dopo avervi trascorso quasi tutto il 2024. Anche il suo equivalente tedesco è rimasto fermo al 2,25%.
Dollaro e materie prime
I bassi rendimenti statunitensi hanno danneggiato il dollaro, che ha perso terreno rispetto a quasi tutte le principali controparti. Euro dollaro i è attestato a 1,1119 dollari, stabile nella giornata e appena al di sotto del picco di 13 mesi raggiunto all’inizio della settimana, mentre la sterlina è salita dello 0,2% a 1,312 dollari, lottando per superare il livello di luglio 2023, che la porterebbe ai massimi da oltre due anni.
Lo yen giapponese ha guadagnato con il dollaro in calo dello 0,3% a 145,85 dopo che la Banca del Giappone Kazuo Ueda ha manifestato la volontà di aumentare i tassi di interesse se l’economia e l’inflazione si riveleranno come previsto.
Le materie prime sembrano destinate a chiudere la settimana in ribasso. I futures del Brent sono saliti dello 0,5% a 77,59 dollari al barile, anche se sono scesi di oltre il 3% per la settimana, dato che l’aumento delle scorte di greggio negli Stati Uniti e l’indebolimento delle prospettive della domanda in Cina hanno aumentato il pessimismo. I prezzi dell’oro sono saliti dello 0,5% a 2.496,6 dollari l’oncia, riavvicinandosi al massimo storico di 2.531,6 dollari toccato proprio martedì.