No news, good news. L’atteso discorso al summit di Jackson Hole del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell (nella foto di copertina), ha rispettato le attese degli economisti. Il tapering comincerà entro la fine dell’anno, ma sarà graduale e non comporterà una stretta alla politica monetaria.
Powell ha ricordato che un inasprimento prematuro della politica monetaria sarebbe “particolarmente dannoso”. Durante la riunione del Fomc dello scorso mese, ha precisato, “ero dell’idea, come la maggior parte dei partecipanti, che se l’economia si fosse evoluta come previsto sarebbe stato opportuno iniziare a ridurre il ritmo” dei 120 miliardi di dollari di acquisti mensili di asset da parte della Fed già quest’anno.
La prossima riunione del Fomc è fissata tra il 21 e il 22 settembre. Le attese degli economisti, sulla base delle dichiarazioni di vari funzionari della banca centrale Usa, sono che, a meno di repentini e inattesi cambi di direzione dei dati del mercato del lavoro, la prossima riunione del Fomc costituirà l’occasione per formalizzare l’intenzione di avviare il tapering entro la fine dell’anno.
Alla luce delle parole di oggi di Powell, però, prende corpo l’idea che l’annuncio del tapering non avverrà prima di novembre. La sensazione è che il presidente della Fed voglia avere ulteriore evidenze sulla ripresa dell’economia a stelle e strisce.
Le fiammate dell’inflazione sono temporanee
Powell ha ridimensionato i timori riguardanti lo spettro dell’inflazione, che negli Usa è schizzata ai massimi da tredici anni. Il banchiere centrale ha dedicato buona parte del discorso di Jackson Hole al tema, spiegando perché ritiene che la fiammata dei prezzi al consumo sia temporanea.
Powell ha citato un documento risalente agli anni Cinquanta che “insegnava ai responsabili delle politiche monetarie a non tentare di compensare quelle che potrebbero essere fluttuazioni temporanee dell’inflazione. In effetti, rispondere può fare più male che bene, in particolare in un’epoca” in cui è più probabile che i tassi di interesse restino stabili vicini allo zero.
Poiché può volerci un anno prima che le decisioni di politica monetaria si ripercuotano nell’economia, l’inasprimento a causa di fattori temporanei aumenta il rischio che indica sull’economia, riducendo le assunzioni di personale e appiattendo l’inflazione. “Oggi, con un sostanziale allentamento del mercato del lavoro e la pandemia che continua, un tale errore potrebbe essere particolarmente dannoso”, ha spiegato.
Powell ha ricordato l’esperienza negativa degli anni Settanta, in cui la Fed credeva che i forti aumenti dei prezzi dei generi alimentari e dell’energia si sarebbero ridotti, ma l’inflazione di fondo continuò a correre. Poiché da allora gli economisti hanno concluso che le aspettative dei consumatori e delle imprese di una maggiore inflazione in futuro stavano facendo aumentare i prezzi effettivi, il banchiere ha sottolineato l’impegno della Fed a monitorare con molta attenzione queste aspettative di inflazione.
“Le banche centrali hanno sempre affrontato il problema di distinguere i picchi transitori dell’inflazione da sviluppi più problematici, e talvolta è difficile farlo con certezza in tempo reale”, ha argomentato Powell. “Se l’inflazione sostenuta dovesse diventare una seria preoccupazione”, il Fomc “risponderebbe sicuramente” aumentando i tassi per contenerla.
Powell ha suggerito che l’inflazione dovrebbe moderarsi nei prossimi mesi perché i prezzi di alcuni beni, come le auto usate, che hanno contribuito fortemente alle recenti impennate, hanno iniziato a diminuire. Finora, ci sono poche prove che l’inflazione stia aumentando al di là di un “gruppo relativamente ristretto di beni e servizi che sono stati direttamente colpiti dalla pandemia e dalla riapertura dell’economia”, ha spiegato. Il banchiere ha aggiunto di aver visto poche prove di aumenti salariali che potrebbero portare a un’inflazione eccessiva, per esempio.
Powell ha anche suggerito che i trend di lungo termine, come la globalizzazione e la tecnologia, che hanno tenuto bassi i prezzi negli ultimi trent’anni, probabilmente continueranno una volta che la pandemia si sarà placata. “Ci sono poche ragioni per pensare” che le forze disinflazionistiche globali “si siano improvvisamente invertite o diminuite”, ha detto.
Powell, infine, ha affermato che l’attuale politica della Fed la pone al riparo da eventuali rischi. “Per ora, credo che la politica sia ben posizionata”, ha concluso. “Come sempre, siamo pronti ad adeguare la politica in modo appropriato per raggiungere i nostri obiettivi”.