Giovedì 24 agosto è la prima giornata della conferenza economica di Jackson Hole, evento di tre giorni a cui i mercati stanno già guardando con attenzione e da cui potrebbe dipendere l’andamento futuro non solo dei principali listini internazionali, ma anche dell’economia mondiale.
Lo scorso anno è stata celebrata la 45esima edizione dalla sua nascita, ottenendo l’attenzione dei media per la partecipazione più eterogenea da quando è iniziato: il 30% dei partecipanti al simposio e più del 40% dei relatori, così è scritto sul sito ufficiale, erano donne.
Filippo Diodovich, market strategist di Ig Italia, spiega il perché: “Si tratta di un simposio economico in cui l’obiettivo è coordinare le strategie monetarie più idonee a fronteggiare la situazione economica attuale, che come ben sappiamo è piuttosto complessa, tra conflitti geopolitici, inflazione, tassi alti e rallentamento delle principali economie internazionali”.
Chi organizza il simposio di Jackson Hole?
“Jackson Hole è una valle situata nello stato dello Wyoming. L’evento durerà fino a sabato 26 agosto ed è denominato ‘Jackson Hole Economic Symposium’, con tema ‘Structural Shifts in the Global Economy’, che in italiano si traduce: ‘Cambiamenti strutturali nell’economia globale’. Viene organizzato annualmente dalla Federal Reserve Bank di Kansas City e riunisce il meglio dell’élite finanziaria mondiale, e quindi tutti i banchieri delle principali banche centrali, con l’obiettivo di proporre e promuovere la discussione e lo scambio di idee, attraverso le diverse prospettive ed esperienze dei partecipanti, riguardo ai principali problemi di natura economica”.
Qual è il tema di quest’anno?
“Si esploreranno i fattori che incidono sull’economia globale. Mentre l’impatto della pandemia si sta attenuando, è probabile che ci saranno conseguenze a lungo termine sulle economie, sia a livello nazionale che globale, man mano che le strutture commerciali stanno cambiando e i flussi finanziari globali stanno reagendo. Allo stesso modo, la risposta politica alla pandemia e alle sue conseguenze potrebbe avere effetti persistenti mentre le economie si adattano ai rapidi cambiamenti nell’orientamento della politica monetaria e ad un sostanziale aumento del debito sovrano. Le discussioni tra i partecipanti illustreranno come questi sviluppi potrebbero influenzare il contesto della crescita economica e della politica monetaria nel prossimo decenni”.
Cosa dobbiamo aspettarci dalla tre giorni di Jackson Hole?
L’attenzione sarà tutta rivolta verso il discorso del governatore della Fed, Jerome Powell, in programma venerdì pomeriggio (alle 16,05 ora italiana), dove si cercheranno di intuire le prossime mosse della Federal Reserve in politica monetaria.
Quali sono le previsioni?
“L’obiettivo di Powell potrebbe essere quello di sottolineare l’impegno della Federal Reserve a mantenere i tassi di interesse su livelli alti per lunghissimo tempo, in modo da riportare le pressioni inflazionistiche verso i target tollerati dalla Federal Reserve. Non ci saranno segnali di rilassamento da parte di Powell in politica monetaria, questa è la nostra previsione, perché i principali risultati non sono ancora stati raggiunti.
Cosa dovrebbe cambiare per modificare l’approccio della Fed?
“Le nostre attese sulla politica monetaria della Fed rimangono ancorate sul mantenimento dei tassi di interesse nel range 5,25%-5,50% nei prossimi tre mesi. Tale posizionamento potrebbe cambiare solamente in caso i prossimi dati macroeconomici dovessero evidenziare una risalita delle pressioni inflazionistiche”.
Quale sarà la posizione della Bce? L’inflazione Ue è maggiore degli Usa
“Anche la Bce, dopo i deludenti dati macroeconomici, dovrà avere un atteggiamento simile a quello della Federal Reserve. Credo sia molto probabile che Lagarde non intenda mollare la presa con una comunicazione hawkish, ribadendo che i tassi di interesse saranno elevati per lungo tempo”.
Quale potrebbe essere il tema più importante legato alla Bce a Jackson Hole?
“Per la Bce sarà molto interessante capire se ci sarà possibilità di reintrodurre la forward guidance, strumento in grado di descrivere la strategia di comunicazione fornendo al mercato indicazioni sugli orientamenti attuali e futuri della politica monetaria. E che se ben applicato può influire sulle anticipazioni delle banche, degli attori del mercato finanziario, delle imprese e dei consumatori”.
Chi è che per primo ha aperto all’idea di reintrodurla in Bce?
“Il nuovo governatore di Banca d’Italia e ex membro del Comitato Esecutivo della Bce, Fabio Panetta (qui il nostro ritratto NdR), aveva introdotto l’opzione di sostituire al rialzo dei tassi di interesse il ritorno delle linee guide sulle prossime azioni della Bce. E quindi una forward guidance per l’Eurotower, che impegna la banca centrale a mantenere i tassi di interesse su livelli alti per lungo tempo per riportare le pressioni inflazionistiche su livelli accettabili”.