Andrea Agnelli (in foto) fa un passo indietro e lascia anche Stellantis ed Exor. L’annuncio è arrivato direttamente dall’ex presidente della Juventus nel corso dell’assemblea del club bianconero.
“Faccio un passo indietro, lascerò il consiglio di tutte le società quotate. È una mia decisione personale, che ho preso d’accordo con John, con cui il rapporto rimane strettissimo, AjaY Banga e Tavares. E’ la mia volontà di affrontare il futuro come una pagina bianca”, ha detto Agnelli che resterà, invece, nel cda della Giovanni Agnelli B.V., holding che detiene la maggioranza di Exor.
“Avendo chiuso una parte così importante della mia vita, la mia volontà è, al termine di questa assemblea, di voltare pagina per poter ripartire con entusiasmo e passione, naturalmente dopo qualche giorno di vacanza. Con le assemblee delle società quotate, a cui partecipo come consigliere, farò un passo indietro”, ha spiegato. “È stata una mia richiesta, è la mia volontà dopo un periodo così intenso, di poter affrontare il futuro come una pagina bianca, libera e forte. Il passo indietro dalle società quotate è indispensabile per avere una libertà di pensiero, una libertà intellettuale che altrimenti non avrei. Mia moglie e i miei bambini sono stati la parte fondamentale sulla quale mi sono appoggiato” ha aggiunto Agnelli ricordando le parole della moglie Denise in un post sui social a fine novembre. “Non vedo l’ora di ricominciare insieme. Ti amo fino alla fine”, ha concluso.
L’assemblea odierna della Juventus
L’assise che è in corso all’Allianz Stadium è chiamata a deliberare il nuovo Cda del club dopo il passo indietro fatto da Agnelli e dagli altri componenti avvenuto a fine novembre.
Il nuovo Board sarà composto da cinque membri e ne faranno parte Fioranna Vittoria Negri, Maurizio Scanavino, Gianluca Ferrero, Diego Pistone e Laura Cappiello. Ferrero sarà designato alla presidenza, mentre Scanavino, già direttore generale del club, sarà anche amministratore delegato, subentrando a Maurizio Arrivabene.
Il passo indietro della vecchia dirigenza era avvenuto a seguito delle inchieste condotte dalla Procura di Torino e i rilievi fatti dalla Consob in materia di bilancio.
L’inchiesta della Procura
Il club bianconero è coinvolto nell’indagine Prisma condotta dalla Procura di Torino. Secondo gli inquirenti al centro dell’indagine ci sarebbero i reati di falso in bilancio. A questo si aggiungono le ultime contestazioni della Consob che hanno spinto la società a rivedere il progetto di bilancio da approvare e far slittare per due volte l’assemblea degli azionisti.
Nel dettaglio l’inchiesta condotta dalla Procura di Torino ha messo al centro delle indagini le plusvalenze del club e le manovre sugli stipendi dei giocatori. Comunicata la conclusione delle indagini preliminari, ora i vertici della Juventus hanno visionato il fascicolo completo e presenteranno eventuali memorie difensive.
Il filone delle plusvalenze
Il 22 dicembre scorso la Procura federale ha chiesto, ai sensi dell’art. 63 del Codice di Giustizia Sportiva, la revocazione parziale della sentenza con cui la Corte Federale di Appello aveva assolto nel maggio scorso la Juventus e altri 10 club nel processo sulle plusvalenze.
In una nota si legge che “il Procuratore federale, esaminati i documenti e gli atti istruttori dell’indagine penale Prisma trasmessi dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino, ha proposto ricorso per revocazione parziale della decisione della Corte Federale di Appello a Sezioni Unite, nei confronti della Juventus, Sampdoria, Fc Pro Vercelli, Genoa, Parma Calcio, Pisa Sporting, Empoli Fc, Novara Calcio, Pescara Calcio e di 52 dirigenti” delle stesse squadre, “chiedendone la condanna alle sanzioni che verranno rispettivamente richieste nel corso dell’udienza di discussione del ricorso di fronte alla Corte Federale di Appello”.
Il processo sportivo si era concluso lo scorso aprile con il proscioglimento per tutti i dirigenti e le società che erano finite a giudizio davanti al tribunale federale. Tra i prosciolti c’era anche l’ex presidente della Juventus, Andrea Agnelli e il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis. In tutto la vicenda coinvolgeva 59 dirigenti unici dei club di cui cinque del massimo campionato italiano. Si trattava di Genoa, Sampdoria, Empoli che si erano aggiunte alla Juventus e al Napoli. A metà maggio la Corte d’appello federale aveva respinto il ricorso.
La procura stessa aveva però poi chiesto alla Procura della Repubblica di Torino di acquisire nuovi atti dell’inchiesta per valutare se ci fosse la possibilità di riaprire o meno il processo. Cosa che è avvenuta oggi con la Procura federale. Successivamente la Procura, dopo le dimissioni del Cda del club bianconero, ha aperto un altro fascicolo sulla questione dei contratti dei calciatori juventini, legato all’inchiesta della procura torinese.