Luxury alarm. Kering lancia l’Sos. Gucci si prepara al peggio. Prada precipita e con lei molti altri gruppi del lusso. Infine Jp Morgan mette il sigillo (e anche Moncler, non è che se la passi così bene, leggi qui).
Cominciamo dai numeri: Kering -14% a Parigi. Prada è arrivato a perdere fino al -11% nella Borsa di Hong Kong. Quarta seduta negativa consecutiva, minimi dal 7 marzo scorso e le azioni che scivolano fino a 54,7 dollari. Il motivo? I timori nel settore aumentano. Perché Kering, dopo aver accolto Giovanna Melandri nel board e salutato l’attrice britannica Emma Watson in scadenza di mandato, ha fornito un’anticipazione per quanto riguarda le vendite del primo trimestre 2024. Non dicono nulla di buono. Perché potrebbero calare del -10%, un dato decisamente peggiore rispetto a quello del consensus, pari al -3%.
A zavorrare il settore bisogna tornare in Italia, nella fattispecie Gucci, brand di punta poiché rappresenta la metà delle vendite del gruppo e due terzi degli utili. Il marchio madre sperava fosse arrivato il periodo in cui il rosso nelle vendite sarebbe stato arginato. Niente da fare. “E’ ancora marcato” si legge in una nota per quanto riguarda il calo nella regione Asia-Pacifico. Al punto che il fatturato trimestrale comparabile di Gucci sarà -20% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Chi zavorra il settore e per quale motivo
Alla base di tutto c’è sempre il Dragone, ovverosia i timori sul mercato cinese, primo acquirente del lusso in Europa, la cui economia non cresce come dovrebbe. Un freno a mano, quello di Pechino, che rappresenta un segnale piuttosto preoccupante, secondo gli analisti, per il settore, dopo che il forte rimbalzo atteso per la Cina è stato smentito dalla crisi immobiliare e dall’alto tasso di disoccupazione giovanile. Per la società di consulenza Bain, la crescita per il mercato cinese del lusso quest’anno sarà a una sola cifra (nel 2023 +12%).
C’è da dire che il design del marchio è in fase di revisione, sotto la direzione creativa di Sabato de Sarno, nel tentativo di riguadagnare il terreno perso negli ultimi anni da concorrenti come Louis Vuitton e Dior di Lvmh. Resta il fatto che l’intero comparto del lusso sull’indice Hang Seng ha chiuso negativo, tra gli altri Chow Tai Fok in flessione dell’1,2%, Luk Fook in calo del -1,8% e Emperor Watch & Jewellery in calo del -5,5%. Un trend che si può allargare su tutto il settore? Per quanto riguarda i conti, sulla carta, no.
Perché Prada, come detto è tra i titoli più in sofferenza a Hong Kong, aveva fatto sapere a inizio mese che i ricavi 2023 e la crescita asiatica sono stati sostenuti dall’ottima performance di Miu Miu, e i primi due mesi del 2024 sembrerebbero in linea con le buone performance dell’ultimo trimestre dell’anno scorso. Da inizio anno Prada è cresciuta del 33,4%. Uno storno, in questo senso, potrebbe apparire anche fisiologico.
La rasoiata su Kering di Jp Morgan
Tuttavia, i dati parlano chiaro. E Jp Morgan non ha fatto tardare il cambio di rating proprio su Kering. Revisione al ribasso del target price, -6% a 400 euro, livello già sfondato al ribasso perché il -14% della prima ora di scambi ha portato il titolo in area 360 euro ad azione. Secondo gli analisti della banca d’affari i commenti del gruppo sono in contrasto con quanto riferito durante la conference call per il quarto trimestre, ovvero che l’andamento delle vendite al dettaglio di Gucci nell’area Apac era migliorato nel corso del periodo.
Jpm ha aggiunto di aver tagliato le stime per il 2024, già inferiori del 5% circa rispetto al consensus, di un ulteriore 7% per il 2024 e del 5-6% per gli anni successivi, mantenendo il rating “neutrale” sul titolo. “I commenti sulla debolezza nella regione Asia-Pacifico probabilmente peseranno oggi sul settore in generale, soprattutto dopo il rapido e netto cambio del rating che ora lascia poco spazio agli errori” ha aggiunto il broker in una nota di ricerca.
Jpm, tuttavia, ha sostenuto che ciò sia in gran parte un warning specifico per Gucci e che debba essere letto anche per altre storie di “turnaround”, come quella di Burberry. Il broker ha aggiunto che Kering ha sottolineato l’accoglienza positiva per le nuove collezioni “Ancora”. Su 27 analisti che coprono Kering, cinque valutano il titolo “strong buy” o “buy”, 19 lo valutano “hold” e tre lo valutano “strong sell” o “sell”.

Svendita sulle altre società in Europa
Lvmh, il più grande gruppo del lusso al mondo, perde oltre il 2%. Allo stesso modo, anche i prezzi delle azioni Hermes e Richemont sono crollati di oltre il 2%. In ribasso anche Dior. Non è chiaro se il rallentamento in Asia sia generalizzato o semplicemente legato a Kering, in difficoltà negli ultimi mesi diventando la seconda azienda con le peggiori prestazioni del settore dopo Burberry.
Tuttavia, come si dice in questi casi, i conti non tornano. Non tutti per essere più precisi. Ad esempio Hermes si muove in controtendenza, che al contrario sta sovraperformando le altre aziende nel segmento dei beni di lusso. Lvmh ha ottenuto buoni risultati, ha ampliato la propria attività in Europa, nelle Americhe e in Cina.
Secondo alcuni analisti, Kering, -4% i ricavi totali nel 2023 a 19,5 miliardi di euro ma difficile da acquisire per le dimensioni (valore 44,5 miliardi) potrebbe raddrizzare i suoi risultati finanziari deboli ricorrendo ai licenziamenti, o in alternativa vendendo uno o più marchi poco performanti: tra gli altri, oltre a Gucci, ci sono Yves Saint Laurent e Bottega Veneta.
Reazioni a Piazza Affari
Negativo il comparto del lusso anche a Piazza Affari ma con numeri meno pesati. Brunello Cucinelli, che ha perso il 14% nelle ultime cinque sedute, è sotto del -0,4%, stessa variazione per Moncler che invece in una settimana ha smarrito il 4%. Ferrari in linea con i valori della vigilia e a ridosso dei massimi storici perde il -0,3% e non risente della citazione in giudizio negli Usa da parte di alcuni clienti che sostengono non abbia provveduto a riparare i veicoli a rischio di perdita parziale o totale della capacità di frenata.