La Fed prova a smorzare gli entusiasmi sull’inflazione ma l’ottimismo dei mercati resta sostanzialmente intatto in scia al dato americano pubblicato mercoledì sceso ben oltre le aspettative. Wall Street ha chiuso in rally, in particolare il Nasdaq, +2,9% e ai massimi da inizio maggio, è ufficialmente uscito dal bear market avendo recuperato il 20% dal picco minimo di periodo, almeno per il momento. Anche la volatilità dei listini americani sono ai minimi da febbraio e di conseguenza i mercati europei si muovono di conseguenza, seppur con maggiore moderazione.
Grf Ftse Mib by Borsa Italiana
Nasdaq fuori dal bear market, borse Ue positive
Piazza Affari guadagna lo 0,5% in apertura (grafico sopra), a 22.814 punti a ridosso di una doppia resistenza dinamica e statica, Francoforte +0,2% a 13.733 punti ma scivola sotto la parità dopo la prima ora di contrattazione. Anche Parigi e Madrid crescono dello 0,5%, rispettivamente a 6.558 punti e a 8.400 pt. Spread più o meno stabile a ridosso dei 210 punti base, scende, di poco, il rendimento del btp decennale appena sotto il 3% mentre il Bund tedesco si mantiene in area 1%.
I membri della Fed: “Non è ancora finita”
L’entusiasmo insomma non si spegne, nonostante diversi membri della Fed abbiano provato a raffreddare gli animi dopo la pubblicazione del dato dell’inflazione (grafico sotto), dichiarando che è troppo presto per “cantare vittoria” e che per raggiungere l’obiettivo di spegnere l’aumento dei prezzi la strategia, per ora, non cambierà. Lo ha detto Mary Daly, della Fed di San Francisco, pur segnalando che il rialzo dei tassi potrebbe proseguire a un ritmo più lento.
“Irrealistica” per Neel Kashkari, presidente della Fed di Minneapolis, l’idea che la banca centrale allenti la pressione già dal 2023. L’inflazione, secondo Charles Evans della Fed di Chicago, rimane “inaccettabilmente alta”, con i tassi destinati a raggiungere il 4% entro la fine del 2023.
“Un’inflazione in calo anche a settembre cambierebbe le aspettative sui tassi”
Tornando alle borse, secondo Federico Vetrella, Market Strategist di Ig: “Se un ribasso dell’inflazione Usa dovesse essere rilevato anche nei prossimi mesi, il mercato si aspetterebbe sicuramente una revisione della politica monetaria della Fed perlomeno con un rialzo dei tassi molto più soft (50 pb) rispetto ai 75 punti base previsti dal consensus. Sulla scia di questo, il mercato si attende ora anche una riduzione del livello dei tassi d’interesse a fine anno con le aspettative del consensus scese al 3,4% rispetto al precedente 3,6%”.
Bper Banca tonica, dollaro ancora debole
Tornando al Ftse Mib, tra i titoli migliori resiste Bper Banca, +1,6%, risalito del 34% dal 21 luglio a oggi. Positiva anche Telecom, +1,5%, e in generale gli energetici a partire da Saipem, +1%, il cui ad, Francesco Caio, ha fatto sapere di non aver firmato nessun accordo per l’uscita dal gruppo. Negative, ma con perdite relative, Leonardo, -0,4%, e Italgas, -0,09%.