La Russia questa mattina ha dato avvio all’operazione militare in Ucraina, con Putin che ha annunciato l’attacco in tv. L’effetto di questa invasione è stato immediato sui mercati, causando un’apertura in calo per le borse europee e l’innalzamento del prezzo del gas. Questo è salito del +30%, toccando quota 116 euro al megawattora.

La guerra in Ucraina spaventa le borse e non solo

Per quanto riguarda il nostro Paese, Piazza Affari in apertura ha ceduto il  -2,7%. In questo momento l’indice Ftse Mib è in lenta risalita, dopo essere andato oltre il -3,0% a inizio mattinata.

Indice Ftse Mib, fonte: Borsa Italiana

Sul fronte bancario, c’è da segnalare la posizione di Unicredit, il cui titolo ha perso il -5,2% a causa della forte esposizione in Russia dell’istituto guidato dall’amministratore delegato Andrea Orcel.

Secondo quanto riportato da Radiocor, stanno andando male anche le altre borse europee, che hanno fatto registrare un avvio al ribasso che si aggira intorno al -3,0%. La peggiore è stata Francoforte, che ha aperto con un -3,3%. È andata un po’ meglio invece a Londra e Zurigo che hanno perso il -2,5%.

Analoga la situazione oltre i confini europei. I future di Wall Street sono andati a picco, con il Dow Jones che sta cedendo circa 814 punti base, mentre il Nasdaq ne sta perdendo 440. I cali previsti in avvio sono rispettivamente del -2,4% e  del -3,2%. Anche le borsa di Tokyo è stata vittima dei timori causati dall’invasione russa, perdendo il -1,8%.

Male inoltre la stessa borsa di Mosca, che ha ripreso le contrattazioni, dopo un primo stop avvenuto in seguito all’attacco deciso da Putin. L’indice Moex Russia denominato in rubli è calato del -45%, mentre l’indice Rts denominato in dollari è crollato del -50%.

Il commento di Ig Italia

Filippo Diodovich, senior market strategist di Ig Italia, ha commentato: “L’indice di volatilità Vix ha segnato nuovi massimi annuali superando il limite di 36. Consigliamo quindi forte cautela sui mercati: siamo di fronte ad una giornata caratterizzata da una fortissima instabilità. Opportunità potrebbero presentarsi soprattutto tra le materie prime energetiche, come petrolio e gas, metalli alluminio, palladio, platino e soft commodities, come grano mais semi di soia e olio di soia. Dal punto di vista tecnico non vediamo positivamente la rottura dei 25.000 punti per il Ftse Mib. Se si dovesse tornare sotto questa soglia si potrebbero creare i presupposti per ulteriori ribassi con target a 24.850 e 24.500. Le azioni che la comunità internazionale intraprenderà contro la Russia determineranno lo scenario dei prossimi giorni: escalation del conflitto, sanzioni troppo pesanti e l’ipotizzata esclusione della Russia dal sistema di pagamenti internazionali Swift penalizzerebbe molto il mercato azionario e il settore bancario italiano, motivo per cui l’Italia è la più tiepida nei confronti di eventuali sanzioni. Sui mercati, potremmo considerarci all’interno di un ambiente in ripresa solo se superiamo i 26.000 punti, ma al momento siamo di fronte ad uno scenario fortemente ribassista”.

Giù anche il valore delle crypto

A risentire dell’effetto della guerra in Ucraina sono state anche le criptovalute. Il valore del Bitcoin ha perso il -8,4%, andando sotto i 35 mila dollari, trascinando giù anche le altre crypto. Secondo CoinMarketCap, Ethereum sta perdendo il -11,8% e Binance il -11,15%. Tra le prime 20 crypto per capitalizzazione di mercato il crollo peggiore lo sta subendo Cardano, che è in calo del -16,5%.

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