“Abbiamo iniziato a utilizzare la lean production visitando una azienda di biscotti”. Esordisce così Emanuela Ellena (foto), amministratore delegato di Ellena spa, azienda metalmeccanica nata nel 1944 come piccola officina artigianale in provincia di Torino. Oggi l’impresa, giunta con Emanuela alla terza generazione, fattura 14 milioni di euro, ha circa 15 clienti e 70 dipendenti e una forte vocazione all’innovazione, alla diversificazione, alla contaminazione anche con settori diversi.

Ellena spa è specializzata nella lavorazione di precisione su macchine utensili ad asportazione di truciolo e nell’industrializzazione, co-progettazione, montaggio e test di gruppi meccanici, oleodinamici e pneumatici. “Osserviamo e impariamo, anche da aziende lontane dal nostro core business, come il biscottificio a cui accennavo prima. Siamo diventati 4.0 quando non se ne parlava, integrando tutte le macchine utensili in un sistema wi-fi. Oggi ci stiamo specializzando nella meccatronica, ma siamo attivi nell’additive manufacturing, nell’aerospaziale, nel petrolchimico…”.

Il connubio tra innovazione e tradizione è un po’ il leit motiv che accomuna il tessuto di piccole e medie imprese italiane. Ma che cosa ci vuole davvero per fare la differenza?
Posso fare il nostro esempio. Siamo dei conto terzisti, ma conto terzisti “evoluti”. Noi abbiamo deciso di puntare sul servizio, non solo sulla qualità. Sulla standardizzazione dei processi. Sulla diversificazione dei mercati: da un lato per ridurre i rischi (sia nostri, che dei nostri clienti), dall’altro per ampliare le nostre competenze e creare cross correlation tra i diversi settori. Non ultimo, la dedizione per la “cura personalis” ci rende sensibili ai bisogni dell’altro, promuovendo e valorizzando le caratteristiche e le attitudini di ciascuno, fino ad allargare al mondo esterno gli orizzonti del fare impresa eticamente.

La guerra in Ucraina sta avendo un impatto sulla vostra attività?
Le difficoltà ci sono e ci saranno, solo per fare un esempio, panetti di ghisa e alluminio che servono ai nostri fornitori per produrre la materia prima di cui ci serviamo arrivano dalla Russia. Da tempo però noi cerchiamo di renderci indipendenti dal punto di vista energetico. Tra il 2020 e il 2021 abbiamo installato oltre mille pannelli fotovoltaici sui cinque stabilimenti. Abbiamo evitato emissioni per cento tonnellate di Co2. Abbiamo messo a punto un progetto di energia pulita che non prevede più l’utilizzo di gas, utilizzando le pompe di calore. Abbiamo condizionato tutta l’azienda, anche i reparti produttivi. La temperatura è mantenuta costante tra i 18 e i 22 gradi. A gestire crisi ed energia si impara. Ho l’esempio di mio padre, attuale presidente, figlio del fondatore. Lavora da 45 anni e mi ha sempre detto che dopo le crisi ci sono le rinascite: il segreto è muoversi sempre, avere fiducia in se stessi e nell’azienda.

Qual è la vostra strategia finanziaria?
Ellena può contare su una importante stabilità finanziaria, gli utili restano in azienda e vengono reinvestiti. Abbiamo un concetto etico dell’impresa, siamo una pmi consapevole di quello che sa fare e sappiamo dire di no a operazioni che non sono allineate con la nostra visione che include, tra l’altro, un grande impregno per il territorio.

I vostri obiettivi da qui a cinque anni?
Stiamo lavorando su due filoni: Family Business, anche in collaborazione con l’Unione Industriali e l’Università degli Studi di Torino, per gestire i rischi legati al passaggio generazionale, a qualsiasi livello, veicolato da ulteriori investimenti in ESG, impianti produttivi e nuove diversificazioni su mercati internazionali.

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