De Agostini prosegue verso la creazione della nuova governance che avrà il compito di guidare la società nel prossimo futuro.
Dopo la nomina nel luglio scorso di Enrico e Nicola Drago, figli del presidente Marco Drago ed espressione della quarta generazione, a vice presidenti la società ha annunciato la nomina di Marco Sala (nella foto), già amministratore delegato di Igt (controllata della holding), alla guida del gruppo al posto di Lorenzo Pellicioli, in carica da 17 anni.
La nomina sarà effettiva dal 22 giugno prossimo e in quella sede Pellicioli verrà candidato alla presidenza subentrando allo stesso Marco Drago che manterrà invece la guida della B&D Holding, la holding di famiglia che controlla l’intero gruppo.
Dall’editoria alle scommesse
Un gruppo che definire editoriale è senz’altro riduttivo. Fondato a Roma nel 1901 come istituto Geografico De Agostini dal geografo Giovanni De Agostini, oggi la holding controlla attività disparate e nel 2020 ha generato ricavi per 3 miliardi di euro e un margine operativo lordo per 974 milioni, pari al 32% dei ricavi netti.
Le attività editoriali ci sono ancora, naturalmente, attraverso la DeAgostini Editori e le società De Agostini Publishing, Dea Pianeta Libri e Digital De Agostini mentre la De Agostini Scuola è stata venduta a dicembre a Mondadori (tramite la Mondadori Libri) per 135,7 milioni di euro, un prezzo provvisorio definito sulla base di un enterprise value di 157,5 milioni in attesa di sapere la posizione finanziaria netta media normalizzata dell’esercizio 2021. Poi c’è anche la De Agostini Comunications, dove è presente, tra l’altro, con Banijay Group holding insieme alla francese Vivendi e nella tv spagnola Atresmedia.
Con la cessione di Seat Pagine Gialle nel 2001 per 2 miliardi di euro Drago decise di diversificare, rilevando Lottomatica in Italia e Gtech – oggi Igt – all’estero.
Igt – che sta per International Game Technology – quotata al Nyse e controllata per poco più del 50%. Sul fronte della società di giochi e servizi, con la dimissione dal ruolo di ceo, Marco Sala diventa presidente esecutivo di Igt, al posto di Pellicioli che ricopriva questo incarico dal 2018 e che si è dimesso dalla carica ma rimane in consiglio. Nuovo ceo ed executive director della società americana sarà Vincent Sadusky. Nel frattempo la società si è rafforzata con l’ingresso in cda di Maria Pinelli e Ashley Hunter come consigliere non esecutive.
Igt è una multinazionale del settore delle lotterie e delle scommesse specializzato in progettazione, sviluppo, produzione, vendita e distribuzione di macchine da gioco, sistemi di lotteria e piattaforme online a livello internazionale. Nel 2020 ha generato ricavi per 3,1 miliardi di dollari, dei quali 862 milioni di dollari in Italia, 1,75 miliardi negli Usa e Canada e 505 milioni nel resto del mondo.
Private equity e real estate
L’ultimo passo sono stati il private equity e il real estate. Qui il gruppo agisce attraverso DeA Capital, quotata allo Star, che controlla sul fronte private equity Dea Capital Alternative Funds, guidata da Gianandrea Perco e che gestisce 15 miliardi di asset tramite fondi di fondi, fondi diretti, turnaround e fondi per non performing loans. Fra le società in portafoglio ci sono ad esempio il gruppo Ekaf, del marchio Cellini Caffè, Alice Pizza, le acque Lurisia e Casa Vinicola Botter, queste ultime poi cedute.
Quanto all’immobiliare, la Dea Capital Real Estate, guidata da Emanuele Caniggia, è presente in Francia, Polonia, penisola Iberica e Germania e gestisce 11,7 miliardi di patrimonio attraverso 57 fondi immobiliari, di cui due quotati nel segmento MIV di Borsa Italiana, una SICAF e una SIIQ.
Nell’orbita De Agostini c’è anche Quaestio Capital Management, ramo d’azienda costituito dall’attività di gestione dei crediti deteriorati relativa alla gestione dei fu fondi Atlante e Italian Recovery Fund, acquisita nel 2019 e che stando al sito del gruppo gestisce 14 miliardi di asset.
Generali
Dulcis in fundo, la De Agostini Holding fa anche investimenti finanziari e il più importante, soprattutto adesso, è Generali. La società ha in possesso un prezioso 1,46% che ha iniziato a cedere dal novembre scorso, pur schierandosi dalla parte del ceo Philippe Donnet e Mediobanca in quella che è una delle battaglie più significative della finanza italiana.