Asia debole, Europa fiacca. Euro Dollaro in parità. È così che ripartono i mercati dopo i forti guadagni della vigilia, che hanno permesso al vecchio continente di recuperare quanto smarrito nella pesante seduta di martedì. Le piazze di Shanghai e Tokyo soffrono la notizia dell‘attentato all’ex premier giapponese Shinzo Abe, morto per le ferite di arma da fuoco riportate, chiudendo comunque una settimana positiva (borse cinesi sui massimi degli ultimi cinque mesi). La sensazione è che sulle borse Ue prevarrà la cautela sugli scambi fino alle 14.30, quando verranno pubblicati i dati sull’occupazione negli Stati Uniti.

I nuovi posti di lavoro nei settori non agricoli, il tasso di disoccupazione e la retribuzione media oraria sono appuntamenti che la Fed monitora con molta attenzione, e i mercati di conseguenza. Dati positivi potrebbero indurre la Federal Reserve a proseguire o addirittura inasprire ulteriormente la propria politica restrittiva generando nervosismo su Wall Street e di conseguenza anche sull’Europa. Al contrario, numeri negativi potrebbero indurre Jerome Powell ad allentare la presa, a beneficio dell’azionario.


Grf Ftse Mib by Borsa Italiana

Saipem e Leonardo i migliori titoli a Piazza Affari

Un’ora dopo l’apertura Piazza Affari guadagna lo 0,16% (grafico sopra) a 21.593 punti. Francoforte cede lo 0,12% a 12.827 punti, poco mossa Parigi: -0,06% a 6.003 punti. Sul Ftse Mib è ancora forte la volatilità su Saipem (+14,1%) a 3,83 euro ad azione. Segue Leonardo, tonica con acquisti del 4,4% in scia al raggruppamento formato assieme a Tim, Cdp Equity e Sogei che ha esercitato il diritto di prelazione nell’ambito della gara europea per la costituzione del cloud nazionale. Bene anche Tenaris (+1,7%) e Stellantis (+1,5%). Tra i più venduti segnaliamo Poste Italiane, -2,9%, pur rimanendo in area supporto a 8,6 euro ad azione.

Negativa Telecom, -0,8% dopo il +1,2% della vigilia, giorno della presentazione del piano industriale. Deludono in agenda macro i dati sulla produzione industriale italiana: su base annuale la crescita è del 3,4% (grafico sotto), sotto il 4% atteso e inferiore al 3,4% di aprile mentre su base mensile si calcola una contrazione dell’1,1%, rispettando le stime degli analisti (ma un mese fa +1,4%).

Euro Dollaro in parità, la sterlina ritraccia dopo l’effetto BoJo

Il mercato valutario resta in primo piano: sembrava potesse essere una seduta di tregua per l’euro. E invece la moneta unica è scivolata sulla parità (-0,5%): il minimo intraday a 1,007 (grafico sotto) è un minimo che non si vedeva da dicembre 2002. Da monitorare anche la sterlina dopo l’annuncio delle dimissioni di Boris Johnson di giovedì, giorno in cui la valuta britannica ha rotto al rialzo la resistenza a 1,20 chiudendo la seduta con  un guadagno dello 0,8%. Al momento però sul pound si registrano vendite dello 0,6% nel cambio con il dollaro, tornato in area 1,1947. Occhio anche allo yen, balzato di mezzo punto percentuale verso 135,5 con il biglietto verde dopo l’attentato a Shinzo Abe, ucciso da diversi colpi di arma da fuoco mentre teneva un discorso nella città occidentale di Nara.

Petrolio, settimana negativa

Sul fronte delle materie prime è ancora forte la volatilità del petrolio, che chiude una settimana di forti ribassi (-5%) in scia alle preoccupazioni per una recessione globale che potrebbe danneggiare gravemente la domanda di energia, compromesso che la Fed ha dichiarato di poter accettare per spegnere l’inflazione. Due membri del consiglio direttivo della Federal Reserve, Christopher Waller e James Bullard, si sono espressi a favore di un aumento dei tassi di interesse di altri 75 punti base questo mese per frenare l’inflazione, ma hanno anche minimizzato i timori di un crollo. Il Wti oscilla attorno ai 102 dollari al barile (-0,4%) mentre il Brent si muove attorno a quota 104,5 (-0,2%).

Il ritracciamento del 6% del gas europeo (grafico sopra) non ne altera sostanzialmente il prezzo, che resta superiore ai 170 euro per megawattora, in attesa del piano di emergenza della Commissione Ue vista l’imminente sospensione delle forniture dalla Russia per motivi di manutenzione tra l’11 e il 21 luglio. In questo senso va la decisione di Strasburgo di mantenere metano e nucleare come risorse energetiche valide per la transizione ecologica.

“Recessione negli Usa probabile tra l’ultimo trimestre 2022 e il primo 2023”

Le curve dei rendimenti Usa rimangono invertite (3% per il biennale, 2,98% il t-note decennale) a conferma della recessione percepita come probabile. In questo senso, questo è il commento di Patrice Gautry, Chief Economist di Union Bancaire Privée: “I rischi al ribasso sulla crescita dovrebbero concretizzarsi sui dati del Pil dal 3° trimestre del 2022 al 1° trimestre del 2023, poiché la domanda interna dovrebbe accelerare il suo rallentamento nei prossimi trimestri. Si prevede una crescita piatta e una recessione tecnica alla fine dell’anno o nel 1° trimestre del 2023”. Lo spread resta agganciato ai 200 punti ma il rendimento del btp italiano è in calo: 3,3%.

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