Il primo green bond emesso dall’Unione Europea è andato a ruba, registrando ordini per 135 miliardi di euro a fronte di un’offerta da 12 miliardi. Paradossalmente, a richiedere il titolo sono stati soprattutto soggetti con sede in Gran Bretagna, affamati di debito targato Bruxelles nonostante la Brexit.

Il 29% degli ordini è arrivato da Londra. In ordine di ammontare di richieste seguono il blocco dei Paesi nordici (12%), Benelux e Francia (entrambi 11%), Germania (10%), Italia (9%), Spagna (4%), resto dell mondo (4%) e Asia (3%).

Il green bond ha una durata di quindici anni, con scadenza a febbraio 2037, un coupon dello 0,4% e un re-offer yield dello 0,453%, equivalente a uno spread di 4,6 punti base in meno dell’Oat maggio 2036.

L’obbligazione targata Bruxelles inaugura una serie da 250 miliardi di euro, in grado di provvedere al 30% circa dell’ammontare complessivo del piano Next Generation EU, entro il 2026.

Nel corso di quest’anno, come anticipato dalla presidente Ursula Von der Leyen, la Commissione si aspetta di raccogliere circa 80 miliardi di euro.

Le banche del collocamento

L’operazione è stata gestita da Bank of America Securities Europe, Credit Agricole Corporate e Investment Bank, Deutsche Bank, Nomura Financial Products Europe e TD Securities. Co-lead del collocamento sono Danske Bank, Intesa Sanpaolo e Banco Santander.

Il commento

Peter Goves, fixed-income research analyst di MFS Investment Management, nota che “abbiamo avuto un’altra dimostrazione della domanda sbalorditivamente alta… Questo è solo l’inizio della grande ondata di offerta di obbligazioni verdi Ue che arriverà sul mercato nei prossimi anni. La domanda rimane chiaramente forte, data la dimensione del portafoglio ordini. Molti fattori interconnessi sono al lavoro in questo momento, non solo l’alta qualità del credito dell’Ue, la liquidità del mercato primario e la dimensione del mercato bond oltre alle obbligazioni che rispettano i parametri Esg. La trasparenza dell’Ue come emittente va anche a vantaggio del credito, poiché rafforza la sua presenza strategica nel mercato europeo dei titoli a reddito fisso”.

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