Lvmh galvanizza il settore del lusso. Il quarto trimestre del gigante del lusso ha aumentato le vendite del 10% nel quarto trimestre. Domanda sostenuta, in particolare in Cina. Così il gruppo francese ha rassicurato gli investitori, sul chi va là dopo il rallentamento nel trimestre precedente e i segnali dell’economia di Pechino che non cresce secondo le attese.
Sul Cac 40, indice parigino, Lvmh guadagna oltre il 12% a un’ora dall’apertura di Wall Street, sui massimi dello scorso mese di settembre, a ridosso dei 770 euro ad azione.
Lvmh spinge il lusso: Moncler e Brunello Cucinelli in rally
Ma a trarne beneficio come detto è l’intero comparto in Europa, a partire da quello italiano. E infatti Moncler (fresca di ingresso del fondo statale di Singapore) è in rally con un balzo del +6,7%, a 55,42 euro ad azione sui massimi dell’anno. Brunello Cucinelli ha superato i 90 euro ad azione, +5,7% dopo essere riuscito a non subire vendite alla notizia della citazione in giudizio da parte di Levi Strauss con l’accusa rivolta al gruppo italiano di aver violato il trademark della linguetta rettangolare della tasca posteriore del jeans.
Una violazione, secondo Levi, che potrebbe causare perdite a livelli di vendita “incalcolabili e irreparabili” alla propria reputazione. C’è da dire che negli ultimi anni l’azienda di San Francisco ha intentato diverse cause per proteggere i suoi marchi, tra cui quelle contro Yves Saint Laurent di Kering e Kenzo di Lvmh ed entrambe le cause si sono concluse con un accordo.
Tod’s, Ferragamo e Safilo
Tornando al settore lusso di Piazza Affari, bene anche Tod’s, +2,8% dopo il +7,7% della vigilia, sui massimi di gennaio, ben sostenuta dai conti di fine 2023, con fatturato in crescita del +11,9% a 1,13 miliardi di euro, superando di poco le attese degli analisti pari a 1,12 miliardi, secondo il consensus fornito dalla società.
E a proposito di conti, Ferragamo ha diffuso i propri a mercati chiusi: quarto trimestre in calo del -5,5% a cambi costanti, in linea con le attese già caute, con il commento del Ceo Marco Gobbetti sul rischio di tempi più lunghi per il raggiungimento dei target, già incluso nelle stime del broker. Il titolo cresce del +7,7% a quota 11,75 euro ad azione.
In calo le quotazioni di Safilo, in fase laterale, -0,8%. Il gruppo che produce occhialeria di lusso ha di recente rinnovato i suoi accordi con Levi Strauss, Aeffe e Hugo Boss. Tutte operazioni che hanno seguito la chiusura anticipata con la partnership di Chiara Ferragni.
Lusso, fotografia del settore
Secondo un report di Flavio Cereda, co-investment manager Luxury Brands di Gam, il settore è ancora in buona forma. I consumi di beni di lusso sono stati concentrati in Asia per diversi anni, mentre la coorte statunitense ha tenuto e gli acquirenti in Europa hanno perso rilevanza. L’Asia rappresenta oltre il 50% della spesa complessiva, in linea con il 2019, in un settore che è il triplo per dimensioni.
I fattori noti, in particolare in Cina, ovvero le dinamiche demografiche, la crescita della classe media e l’importanza dello status sociale, continuano a generare un’insaziabile propensione per i beni di lusso, amplificata dopo il Covid dal desiderio dei cinesi di viaggiare all’interno dell’Asia.
Non solo Asia: il mercato americano ed europeo
I consumatori americani sono stati sempre sottopesati nel lusso ma recentemente sono aumentati dal 20 al 25%, l’interesse per il settore è cresciuto dopo il 2020, trainato non solo dalla ripresa dei viaggi e dalla ricerca di esperienze, ma anche dall’espansione dei migliori marchi in diverse categorie che hanno saputo attirare i più giovani, coinvolgendo lo sport, la musica e l’intrattenimento.
I consumatori americani nel 2022/2023 hanno viaggiato molto in Europa, così come gli asiatici (meno i cinesi) e i medio-orientali, e per questo l’Europa ha maggiore rilevanza per il lusso. E si continuerà su questa strada. I migliori marchi sono cresciuti parecchio, sono assai più redditizi e meglio capitalizzati che mai, per cui sono in grado di affrontare le fasi di volatilità nel breve termine. Hanno una migliore distribuzione, più potere di determinazione dei prezzi e sono molto efficaci sui social media: tutti fattori importanti.
La Cina: rischio o opportunità?
La Cina rappresenta un’opportunità incredibile con un elemento di rischio. La propensione dei consumatori cinesi a spendere in beni di lusso resta molto alta, la percezione dello “stato sociale” è più importante che mai, i marchi sono maggiormente in grado di sfruttare le tendenze di crescita (più negozi e di migliore qualità, più digitale, uso efficace dei social media locali), il divario di prezzo rispetto all’Europa è diminuito, il tasso di risparmio delle famiglie è molto alto oltre il 40% (il doppio rispetto alla Germania), i viaggi internazionali sono in ripresa anche se lentamente, l’espansione della classe media continua come previsto e non ci sono segnali di preoccupazione da parte del Partito comunista.
Secondo Cereda la Cina aumenterà la spesa in beni di lusso di quasi 80 miliardi di euro tra il 2025 e il 2029. Il rischio potrebbe essere un cambiamento politico, ma non rileviamo alcun segnale in tal senso. Una decelerazione della spesa rispetto ai picchi anomali non è un rischio, bensì un fattore già tenuto in considerazione.
Ripresa settoriale o trainata dai singoli titoli?
L’analista di Gam ribadisce che nel 2024 la crescita sarà inferiore alle medie, ma i migliori marchi continueranno a sovraperformare. La tendenza resterà positiva in tutte le aree geografiche tranne che negli Stati Uniti (ricordiamoci che il 2024 è l’anno delle elezioni caratterizzato dalla volatilità).
Diventa sempre più importante distinguere tra i titoli che hanno semplicemente beneficiato del rialzo generalizzato degli ultimi anni (ovvero che sono stati trainati dalla corrente anziché avere un motore autonomo) e quelli che sono in grado di incrementare la quota di mercato e generare rendimenti eccezionali anche, o forse soprattutto, nei periodi di maggiore volatilità. In vista del 2024, la selezione dei titoli non è mai stata così importante dal 2016.
Le azioni presentano valutazioni interessanti?
Il settore è ancora una buona copertura contro l’inflazione, spiega Cereda, grazie a una buona generazione di cassa, una situazione patrimoniale più robusta e la capacità di produrre margini elevati in virtù della forza del marchio e della domanda sottostante.
Potrà traballare un po’ nel breve termine, tuttavia i successi del passato e le fondamenta solide sono rassicuranti. I consumatori di beni di lusso sono gli ultimi a risentire delle fasi di volatilità e i primi a uscirne, come ha anche detto di recente Ceo di Saks a inizio novembre. In altri termini, sono l’ultimo segmento a risentire del calo della spesa e il primo a registrare una ripresa dei consumi.