Nonostante un rallentamento a livello globale causato dalla pandemia, nel 2021 le operazioni di m&a cinesi in Europa sono aumentate del 5% a 8,4 miliardi di dollari, mentre quelle in Nord America crollavano del 37% a 4,7 miliardi. A certificarlo è l’ottava edizione del report di Baker McKenzie e Rhodium Group, che ha aggiunto che questo aumento rientra nella strategia di Pechino di diversificare gli approdi e i settori. Visti infatti i veti di molti paesi su settori chiave come tecnologia e infrastrutture (si pensi al golden power italiano), la Cina ha puntato più su prodotti di consumo e intrattenimento. E anche l’Italia è diventata oggetto di attenzione, seppur minima.

Lo shopping delle aziende cinesi in Italia nel 2021

Secondo Mergermarket, i deal annunciati nel corso del 2021 sono stati in totale cinque, quasi il doppio del 2020. Solo due di questi hanno siglato il closing e si è chiusa poi una terza operazione, che era stata annunciata nel corso del 2020. In totale il valore dello shopping cinese in Italia è stato di circa 270 milioni di euro. È questo però un dato parziale, considerando che solo nel 40% dei casi sono stati svelati i dettagli economici delle operazioni.

Le operazioni di società cinesi con target italiani hanno riguardato i settori della componentistica, della metallurgia, oltre al settore calzaturiero e al life science. Con i suoi quasi 260 milioni di euro, il deal con il valore economico più elevato è stata l’acquisizione della holding Camfin da parte di Niu Family. Camfin è controllata da Marco Tronchetti Provera e detiene una partecipazione del 14% in Pirelli. Si è poi chiuso il 6 aprile l’ingresso nella società di pagamenti digitali Satispay del colosso del tech Tencent, avvenuto in concomitanza con l’ingresso della statunitense Square,  società creata dal fondatore di Twitter Jack Dorsey.

Le altre compravendite per cui si è siglato il closing hanno visto protagoniste la Sergio Rossi, azienda attiva nel comparto calzaturiero, e la Govoni Simo Bianca Impianti. Le compratrici sono state rispettivamente Fosun Fashion Brand Management Company e Longsa Technology Development. Nelle restanti trattive annunciate, invece, figurano come target il 70% di Angelantoni Life Science e BeA Italiana, produttrice di macchine utensili. In questi ultimi due casi le offerenti sono Antolin Life Sciences Co. e Hangzhou GreatStar Industrial Co.

Gli advisor coinvolti

L’ advisor legale più coinvolto è stato Chiomenti, che ha agito in due delle sei operazioni. Altri studi che hanno lavorato ai deal sono stati gli italiani Giliberti Triscorni e Associati, Legance e Pedersoli, assieme agli internazionali Baker McKenzie, Cleary Gottlieb, Cms, Freshfield, Latham & Watkins e Linklaters.
Lato finance, invece, hanno lavorato alle acquisizioni Alantra, Baker Tilly International, Deloitte, Jefferies e Rothshild & Co.

Le operazioni bloccate dal golden power

Un capitolo a parte è da dedicare alle acquisizioni bloccate dall’esecutivo, avvalendosi del golden power, lo scudo ideato per tutelare i settori strategici per il Paese. Nel 2021 il governo Draghi ha esercitato questo potere in tre casi, tutti aventi come potenziale compratore società cinesi. Nel primo caso, risalente a marzo, era stata bloccata l’acquisizione da parte di Shenzen Invenland Holding del 70% di Lpe, azienda produttrice di chip. È poi giunto a fine novembre un altro stop a tutela del settore dei microchip, con il veto che ha fermato la trattiva per la vendita del ramo italiano di Applied Materials alla cinese Zhejiang Jingsheng Mechanical. Il terzo caso, invece, ha riguardato il comparto alimentare. Protagoniste della compravendita sarebbero dovute essere Verisem, azienda che si occupa della produzione di sementi, che aveva attirato l’interesse di Syngenta Crop Protection.

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