Passa di mano Ynap. Il gruppo svizzero del lusso Richemont cede a Farfetch, piattaforma di vendite al dettaglio di moda di lusso online anglo-portoghese, il 47,5% della sua partecipazione in Yoox Net-a-porter, azienda italiana anch’essa attiva nella vendita al dettaglio di moda online. A Richemont resterà il 49,3% di Ynap, ma è prevista un’opzione per un’ulteriore cessione fino al 100% del capitale, entro il 2028.

Il rimanente 3,2% di partecipazione è stata ceduta a Symphony Global, uno dei veicoli di investimento del gruppo che fa capo a Mohamed Alabbar, tra i principali attori del Medio Oriente in campi che vanno dall’immobiliare all’industria alimentare e fondatore del colosso real estate di Dubai Emaar.

Ynap diventa così una rete di distribuzione neutrale senza azionisti di controllo, com’è anche scritto in una nota congiunta. Il fondatore di Farfetch, José Neves, ha commentato: “Questo investimento e il lavoro che faremo con Farfetch platform solutions per Ynap apriranno la strada a una potenziale acquisizione da parte di Farfetch, che creerebbe un portafoglio complementare di destinazioni iconiche di lusso, che si rivolgono a diverse fasce demografiche, punti di prezzo e regioni”.

Un’operazione in perdita?

L’Opa di Richemont nei confronti di Ynap risale al 2018. Ma il valore di 2,7 miliardi di euro aveva deluso le aspettative e da novembre circolavano rumor sulla volontà di Richemont di vendere una quota di minoranza di Ynap. L’operazione ufficializzata mercoledì è in perdita rispetto al costo dell’operazione di pubblico acquisto.

Al completamento della vendita del 47,5% di Ynap a Farfetch, Richemont riceverà 53-58,5 milioni di azioni ordinarie Farfetch di classe A, che dovrebbero rappresentare il 10-11% del capitale e che, visto l’andamento di Farfetch (le azioni hanno perso più di metà del loro valore rispetto all’Ipo), quasi certamente non permetteranno a Richemont di rientrare dell’investimento.

Il primo trimestre dell’esercizio fiscale 2022-23 si è chiuso con un fatturato di 5,26 miliardi per il gruppo svizzero (+20%), battendo le stime degli analisti (5 miliardi tondi) mentre l’esercizio 2021-22 si è chiuso a marzo con fatturato record di 19,1 miliardi (+46%) nonostante le perdite operative registrate da Ynap (210 milioni).

Scadenze per la prima fase del deal Ynap

Il completamento della fase iniziale dell’operazione tra Richemont e Farfetch dovrebbe concludersi entro la fine dell’anno solare 2023, soggetto a condizioni e approvazioni antitrust. La potenziale seconda e ultima fase prevede che Farfetch aumenti la sua proprietà del capitale sociale di Ynap al 100% attraverso un meccanismo di opzioni put and call. Nel caso in cui Ynap venga acquisita integralmente da Farfetch, Richemont avrà il diritto di nominare un amministratore non esecutivo nel consiglio di amministrazione.

Ynap, che sarà esente da debiti finanziari, adotterà le soluzioni della piattaforma Farfetch per promuovere la crescita e passare a un modello di business ibrido. Le maisons di Richemont, da Cartier a Montblanc, adotteranno le soluzioni di Farfetch per promuovere la realizzazione della propria visione di Luxury new retail. E apriranno e-concessions elettroniche sul marketplace di José Neves. Il gruppo svizzero inoltre metterà a disposizione, per un massimo di 10 anni, una linea di credito per 450 milioni di dollari.

“L’hard luxury rappresenta oltre il 20% dell’industria del lusso a livello globale, ma solo il 3% delle nostre vendite, ed è un’area in cui vediamo una domanda molto più forte da parte dei clienti rispetto all’offerta che abbiamo avuto finora” ha aggiunto Neves.

La potenziale seconda e ultima fase prevede che Farfetch arrivi al 100% del capitale sociale di Ynap attraverso un meccanismo di opzioni put and call, come detto, entro il 2028.

Gli advisor

Sts Deloitte ha assistito il gruppo Farfetch sugli aspetti fiscali italiani dell’acquisizione. Il team italiano è stato guidato dall’equity partner Daniele Terenzi e coordinato dal partner Andrea Tancredi con il supporto del manager Giorgio Piccinini, nonché di Sara Necci e Francesco Salonna per gli aspetti relativi alle imposte dirette. L’equity partner Chiara Tomassetti, la director Silvia Di Florio e Francesco Sangiorgio hanno curato gli aspetti relativi all’Iva, mentre l’equity partner Giuseppe Lagrutta e il senior manager Michele Rainone quelli in materi di transfer pricing. Infine il partner Emanuele Innocenzi e la director Tiziana Creta si sono occupati degli aspetti fiscali relativi ai dipendenti.

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