Le radici affondano nella chimica e negli idrocarburi, ma il fusto e i rami si stanno sviluppando in modo totalmente green e sostenibile. L’albero si chiama Maire Tecnimont ed è una delle eccellenze dell’imprenditoria italiana. Un gruppo in cui il core business è composto da intelligenza e competenza tecnica, dalla capacità di fare. Ma arrivare alla Maire Tecnimont attuale ha comportato un cambio di rotta, un riposizionamento vero e proprio.

La storia
L’origine di Maire Tecnimont è nelle divisioni di ingegneria di Edison, Montecatini e Fiat, tre gruppi che hanno fatto la storia industriale dell’Italia. Una tappa fondamentale è stata l’invenzione del polipropilene nel 1963 da parte di Giulio Natta. Negli anni Settanta del secolo scorso nascono le società di ingegneria Selas Italia (1971), che diverrà poi KTI, Fiat Engineering (1972), già Servizio Costruzioni e Impianti del gruppo Fiat, e Tecnimont (1973) all’interno di Montedison. Tra il 1983 e il 2003 Fabrizio Di Amato fa nascere quello che diventerà il gruppo Maire Tecnimont: comincia l’attività imprenditoriale a diciannove anni, con tre dipendenti, e arriva ad acquisire Fiat Engineering (2004) e Tecnimont (2005).
Di Amato svolge un ruolo attivo nel settore dell’ingegneria italiana. È stato presidente di Animp (Associazione nazionale di impiantistica industriale) dal 2009 al 2011. Nel 2008 a fondato Federprogetti (Federazione dell’impiantistica italiana), di cui è stato presidente fino a maggio 2015. È membro del consiglio generale di Assolombarda e di Unindustria. Dal giugno 2019 è membro del consiglio direttivo di Assonime.
Nel 2007 il gruppo approda a Piazza Affari. Il prezzo di collocamento è pari a 2,8 euro per azione. Attualmente il titolo viaggia attorno a 3,3 euro per azione. Da inizio anno ha guadagnato circa l’85%.
Fonte: Borsa Italiana
Tra il 2008 e il 2010 compra Tecnimont ICB in India (ora Tecnimont Private Limited), l’olandese Stamicarbon e Technip KTI, oggi KT-Kinetics Technology.
Il cambio di rotta
Tra il 2011 e il 2013 l gruppo soffre le difficoltà del settore dell’oil & gas e della chimica tradizionale, dovuta alla pressione competitiva dei contractor generalisti asiatici. Di Amato, sino a quel momento presidente e amministratore delegato, ha l’intelligenza di compiere un passo in avanti nella governance nel quadro di un processo complessivo di riposizionamento e riassetto manageriale. Pierroberto Folgiero, romano, classe 1972, nel maggio 2013 viene nominato amministratore delegato.

Folgiero da un anno era direttore generale della capogruppo. Dopo aver iniziato la carriera in Agip Petroli ed essere passato da Ernst & Young e PricewaterhouseCoopers, Folgiero è stato chief financial officer e general manager di Tirrenia di Navigazione. Ed è entrato nel gruppo Maire Tecnimont, come chief financial officer di KT, nel settembre 2010.
Folgiero guida un turnaround, che passa attraverso una ricapitalizzazione, un programma di deleveraging, un percorso di manageralizzazione e, soprattutto, un piano di riposizionamento del business. La nuova Maire Tecnimont è incentrata su una strategia technology-driven nel campo della trasformazione degli idrocarburi, con una progressiva apertura alle energie rinnovabili e alla green chemistry.
Il culmine del riposizionamento è la nascita di NextChem, società controllata che opera nel campo della chimica verde e delle tecnologie a supporto della transizione energetica. Folgiero ne assume le redini con la carica di amministratore delegato.
Maire Tecnimont gioca d’anticipo rispetto allo tsunami Esg/green economy che sta travolgendo l’economia e la finanza a livello mondiale. Nell’ultimo anno, come fotografano le infografiche sui risultati, i ricavi hanno risentito degli impatti del Covid. Però, il gruppo con sede vicino alla stazione di Porta Garibaldi, a Milano, ha dimostrato la resilienza del core business e ora si sta consolidando anche nel business green, a più alto valore aggiunto. E si posiziona in pole position per cogliere le opportunità della decarbonizzazione.
I contratti del 2021
Oggi il gruppo opera con 50 società in 45 paesi. È titolare di circa 1.725 brevetti, ha una quota di mercato del 30% in termini di capacità installata di impianti di poliolefine su licenza di terzi, possiede il 54% della quota di mercato nel licensing delle tecnologie urea ed è tra i leader nelle tecnologie per la produzione di idrogeno, del recupero zolfo e tail gas.
Ha realizzato il più grande impianto di trattamento gas ad Abu Dhabi e ha acquisito nel 2017 il più grande contratto della sua storia (3,9 miliardi di euro) per il trattamento gas di Amursky (Russia). Ha all’attivo oltre 250 impianti licenziati per la produzione di urea e oltre 190 impianti di polipropilene e polietilene realizzati nel mondo. Conta su una forza lavoro complessiva di circa 9.100 persone.
Maire Tecnimont ha archiviato il primo semestre con ricavi pari a 1,327 miliardi (+9,2% rispetto a un anno prima), un ebitda di 80 milioni (+9,1%), un utile netto di 40 milioni (+99,2%) e una indebitamento netto adjusted di 31,4 milioni. Il backlog a fine giugno era pari a 7 miliardi di euro, di cui l’84% in gas monetization ed energy transition. Le acquisizioni di contratti nel 2021 a fine luglio erano pari a 2,9 miliardi.
Tra luglio e oggi, inoltre, il gruppo si è aggiudicato ulteriori acquisizioni per circa 1 miliardo di euro, tra cui un contratto da 430 milioni in Portogallo, uno da 130 milioni in Russia e un altro da circa 200 milioni in Polonia. Il 28 settembre scorso NextChem, MET Development e Stamicarbon hanno raggiunto un accordo con la società statunitense Greenfield Nitrogen per sviluppare il primo impianto di ammoniaca verde nel Midwest. NextChem effettuerà uno studio di fattibilità per un impianto di ammoniaca verde, con una capacità di 240 tonnellate al giorno, utilizzando l’energia rinnovabile come feedstock, attraverso la produzione intermedia di idrogeno verde. MET Development supporterà Greenfield Nitrogen nello sviluppo del progetto.
Il progetto è il primo di una serie di impianti di ammoniaca verde che Greenfiled Nitrogen intende sviluppare strategicamente nella Corn Belt degli Stati Uniti.
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