Mandarin Capital Partners si toglie di dosso le vesti di fondo cinese e cambia nome: si chiamerà Mindful Capital Partners.
“Era un vestito che ci stava stretto da molto tempo”, ha spiegato in conferenza stampa il partner Lorenzo Stanca (foto). L’obiettivo infatti del primo fondo Mcp – nato da un’idea di Alberto Forchielli nel 2007 – era quello di investire in aziende italiane che avessero una strategia di sviluppo orientata al mercato cinese. Nel tempo, hanno spiegato i soci, il nome è diventato sempre meno rappresentativo: “Fin da subito il team si è dedicato all’internazionalizzazione delle aziende e alle esportazioni, in Cina ma anche negli Stati Uniti e nei principali mercati dove le aziende di valore da noi investite guadagnano quote di mercato”, ha aggiunto Stanca.
Ciò si riflette anche nella struttura del fondo: se una delle prime azioni dopo la fondazione di Mandarin è stata l’inserimento nel management team di un membro di lingua cinese e l’apertura di un ufficio a Shanghai, dal 2013 il team si è ampliato con l’estensione del focus nei paesi Dach cioè Germania, Svizzera e Austria. Oggi i soci oltre a Forchielli e Stanca sono Alberto Camaggi e Andrea Tuccio nell’ufficio di Milano, Matteo Sessi in Lussemburgo, Inna Gehrt in Germania, Jenny Gao a Pechino.
“Il nuovo nome richiama la nostra identità e il nostro modo di concepire il ruolo a supporto delle aziende, caratterizzato da uno stile di gestione prudente, quindi senza una leva esasperata, che ci ha consentito di registrare una performance positiva su tutte le operazioni che abbiamo fatto, e con un richiamo all’investimento responsabile e quindi attento alla sostenibilità”, ha precisato Stanca.
L’approccio, ha poi aggiunto Tuccio, resta lo stesso orientato dunque all’internazionalizzazione e “alle aggregazioni, asset importante della nostra strategia e particolarmente efficace che s concilia con la frammentazione di alcuni settori tipica del nostro Paese”. Ad esempio il partner ha citato Italian Frozen Food, realtà nata nel 2018 dalla fusione di due società, Appetais e Ar con un fatturato di 35 milioni di euro che tramite acquisizioni – come Icass e Farma&Co – ha raggiunto oggi 85 milioni di fatturato complessivo.
Per il futuro Stanca ha escluso l’approccio multi-country – fatta eccezione per “qualche acquisizione opportunistica in Germania” come quella di Klapp, prodotti di skincare – perché “il nostro mercato è l’Italia, che è uno dei principali oggi in Europa e offre grandi opportunità dove tra l’altro c’è relativamente poca concorrenza nel segmento in cui operiamo”. L’idea è però di “investire in strategie parallele come ad esempio il venture capital o l’impact investing”. E a tal proposito è stato nominato un esg officer.
Per Forchielli la Cina non è più quella di un tempo
Il cambio di nome, ha spiegato Forchielli in collegamento da Boston, “è anche politico: non è il caso oggi avere un nome che evoca il lontano passato cinese” anche alla luce “del rapporto rinsaldato della Cina con la Russia sulla questione ucraina” mentre dall’altra parte “con l’Europa c’è più distanza e ad esempio ora penso sarà difficile che venga firmato ufficialmente l’accordo comprensivo sugli investimenti o Cai” cioè un’intesa politica in tema di investimenti reciproci che doveva essere ratificata dal Parlamento europeo entro la fine dell’anno scorso.
Tolta la possibilità di investire direttamente in Cina e di fare co-investimenti, il nome restava solo legato alla presenza lì ma con l’espansione in altri mercati non aveva senso”, ha poi chiuso Forchielli.
Terzo fondo a 227 milioni
Mcp ha recentemente completato la raccolta del terzo fondo a 227 milioni di euro – da istituzionali italiani e stranieri e clientela private/high net worth-, dei quali 150 investiti in otto operazioni. “A oggi il portafoglio che vale circa il 35% più del costo” ha spiegato Stanca, aggiungendo la possibilità di realizzare uscite già dal prossimo anno oltre altri due investimenti in valutazione. Successivamente ci sarà una nuova raccolta “a fine anno prossimo o a inizio di quello dopo”.
Nell’ultimo periodo il gruppo ha acquisito Croci e venduto Mipharm oltre ad aver acquisito la quota di maggioranza di Procosme, azienda lombarda di cosmetica haircare, e subito dopo ha rilevato da Vertis il 63,7% di Selematic, società campana specializzata nella realizzazione di macchine per l’imballaggio di prodotti preconfezionati per il settore alimentare, e tre aziende produttrici di macchinari per panifici, pasticcerie e pizzerie (Vitella, Starmix ed Effedue) per fonderle nella nuova holding Fomab e creare un polo dei macchinari per panificazione e pasticceria.
A inizio dicembre, attraverso Sidam – azienda del polo biomedicale di Mirandola di cui Mcp ha rilevato 68% a settembre 2020 -, ha acquistato la concorrente Emotec dal fondatore Francesco Schittini, che manterrà il ruolo di amministratore delegato, affiancato da Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, nel ruolo di presidente, posizione che già occupa in Sidam.