Mediobanca potrebbe decidere di vendere la quota che detiene in Generali (pari al 13%) a fronte di una opportunità in chiave M&A. E’ quanto annunciato dal ceo di Piazzetta Cuccia, Alberto Nagel (in foto), in occasione della presentazione del piano strategico 2023-2026.
Investimento in Generali positivo ma pronta a cedere anche intera quota
Piazzetta Cuccia non ha “nessun dogma” sulla partecipazione in Generali ha detto Nagel sottolineando che “se ci fosse una grande operazione per cui avremmo bisogno di molto capitale potremmo vendere l’intera quota. “Dipende tutto dalle opportunità” che si presenteranno. La banca potrebbe quindi procedere con la dimissione dell’intera partecipazione nel Leone se dovesse trovare opzioni migliori per utilizzare quel capitale. “In teoria è possibile”, ha sottolineato Nagel.
Nel corso della conference call con gli analisti, il top manager ha comunque ribadito la strategicità dell’investimento in Generali. “E’ positivo continuare ad essere esposti con il 13% in Generali. Tuttavia rimaniamo flessibili e se dovessimo trovare una opportunità” di investimento, “non avremmo difficoltà a rivedere la nostra posizione per investire in un asset che fosse più profittevole”.
La quota in Generali “la guardiamo dal punto di vista del contributo che ha sul nostro conto economico. Avere Generali in portafogli è un plus e oggi abbiamo solo vantaggi a tenerla. Questo ragionamento può cambiare se avremo delle alternative migliori. Tutte le opzioni rimangano aperte in uno scenario migliorato. Ad oggi non c’è alcun motivo per non tenere questa partecipazione”
Nel mirino di Mediobanca una grande acquisizione
Il piano presentato oggi dall’istituto di Piazzetta Cuccia consente di valutare opportunità di crescita esterna attraverso acquisizioni. “Un M&A trasformativo”, lo ha definito Nagel che sottolineato come sia più semplice realizzare un “big M&A nel wealth management” che non negli altri comparti in cui opera la banca. In ogni caso per finanziare una grande acquisizione non verrebbero toccati i dividendi previsti dal piano (pari a 3,7 miliardi nel triennio).
Qualora invece la banca non trovasse opportunità per realizzare operazioni di acquisizioni, potrebbe incrementare il proprio il buyback. “Possiamo rivedere il nostro target di buyback per aumentarlo da qui alla fine del piano”, ha spiegato Nagel.
Il Piano prevede di mantenere un buffer di circa 100 pb di capitale da utilizzarsi per potenziali operazioni di crescita esterna. Il programma annuale di riacquisto di azioni proprie e’ fissato a un controvalore complessivo di 1 miliardo. Gli importi verranno stabiliti annualmente a valle della crescita organica realizzata nell’anno e vedranno la cancellazione di circa l’80% delle azioni riacquistate nell’arco del triennio.
Nel corso della conferenza stampa Nagel ha ricordato come nel piano sono previsti tre “enablers tra cui l’M&A. A noi interessano operazioni che siano coerenti con la traiettoria industriale che vogliamo realizzare. Compriamo attività a basso assorbimento di capitale e che generano commissioni, lo abbiamo sempre fatto e continueremo a farlo. Siamo pronti a guardare operazioni più grandi per le quali potremmo usare o la quota in Generali o un misto tra la quota del Leone e azioni Mediobanca; abbiamo anche deleghe per aumentare il capitale ma al momento è così grande che non serve”.
Nagel: obiettivo diventare wealth manager dominante
La missione di Mediobanca oggi è quella di diventare un wealth manager “preminente e dominante”. Nel dettaglio, ha spiegato Nagel, la banca punta a un “modello olistico a partire dai suoi tratti distintivi: Franchise Investment Banking, Brand e Persone”.
Un tema, quello del wealth management, che passa dal completamento del riposizionamento di CheBanca! con conseguente rebranding in Mediobanca Premier. Il tutto consentirà di diventare il primo motore di crescita del Gruppo, divenendo il secondo contributore in termini di ricavi e il primo di commissioni.
“Tra tre anni”, ha detto il ceo, “vorrei che Mediobanca fosse più identificata come banca wealth management rispetto al passato. Crescere in questo settore non significa però distogliere l’attenzione dalla crescita degli altri asset”. A tal proposito Nagel ha ricordato l’importanza di “avere una crescita superiore al mercato in ogni scenario. Il 2026, verosimilmente, sarà l’anno in cui i tassi scenderanno e quindi dobbiamo essere pronti”.
Da domani engagement con soci su piano e lista
Un tema che inevitabilmente è stato affrontato nel corso della conferenza stampa ha riguardato i rapporti tra i soci di Mediobanca, in particolare Caltagirone (5,6%) e Delfin (19,8%) da sempre molto critici sull’operato del ceo. Nonostante i dissapori Mediobanca continua a dialogare con tutti i soci; prova ne è il fatto che “abbiamo fatto il nostro piano tenendo conto anche dei feedback dei nostri investitori. Da domani inizieremo l’engagement sul piano con tutti i soci, sia quelli grandi che quelli piccoli”, ha detto Nagel.
I rapporti azionari si intrecciano con l’assemblea di ottobre che dovrà nominare il nuovo Cda di Piazzetta Cuccia. Dal canto suo Nagel non si è pronunciato sulla sua volontà di ricandidarsi alla guida dell’istituto. “Se ho lavorato a questo piano è perché penso sia utile portarlo avanti”, ha detto. “Mi piace questo lavoro e mi piace il fatto che Mediobanca cresca mantenendo il suo imprinting; mi piace anche il fatto che si rafforzi. Lo faccio con spirito di passione per il business che seguo. La mia parte personale è secondaria”.
Proprio per quanto riguarda la futura lista che presenterà il Cda uscente, il ceo ha annunciato che partirà anche un engagement “con tutti gli azionisti che vorranno farlo. Ci sono alcuni più propensi, altri meno. Da lì poi di vedrà. L’iter di presentazione della lista sarà quello standard con il deposito dei nomi nella terza settimana di settembre”.