Il mercato azionario debole non suscita sorpresa alla Fed. Per certi versi la questione neanche interessa. Una sorta di “whatever it takes” aggiornato all’attualità. Quello che conta per la banca centrale americana è raffreddare l’inflazione. Con ogni mezzo possibile. E in questo momento lo strumento scelto è il rialzo dei tassi d’interesse. Questo, in buona sostanza, il messaggio di Esther George, presidente della Fed del Kansas. E lo conferma anche un’indagine della Reuters, secondo cui la Federal Reserve alzerà i tassi entro fine anno più di quanto previsto un mese fa. Mica per niente, lo stesso Jerome Powell durante un incontro organizzato dal Wall Street Journal, lo aveva ribadito: “Finché non raggiungeremo la stabilità dei prezzi andremo avanti con l’aumento dei tassi, anche oltre il livello neutro”.
Settima settimana di ribassi di fila, aspettando la Fed
Il sistema di comunicazione della Fed è probabilmente anche un modo per preparare i mercati finanziari al prossimo inasprimento della politica monetaria, in programma a giugno (e poi anche a luglio). Mercati che chiudono la settima settimana di ribassi consecutiva, e questo vale per il Nasdaq, che dall’inizio di aprile ha ceduto il 22% circa, lo Sp500 (-16%) e il Dow Jones (-11%).
Grafico Ftse Mib by Borsa Italiana
Un po’ meglio l’Europa, aspettando la Bce
Situazione non troppo diversa per le borse europee, che hanno ritrovato smalto nelle ultime tre settimane (Piazza Affari +3%, grafico sopra), anche perché la Bce non si è ancora mossa sul rialzo dei tassi. La seduta odierna si apre con un tentativo di rimbalzo per il vecchio continente dopo una vigilia chiusa negativa, in particolare per Londra (-1,8%) eccezion fatta per il Ftse Mib, sostanzialmente invariata (-0,07%). L’indicatore da monitorare è lo spread, tornato prepotentemente sopra i 200 punti compreso un massimo di 205 proprio in mattinata, per poi riposizionarsi in una confort zone che oscilla tra i 196 e i 197 punti, con il bund tedesco ancora vicinissimo all’1% come rendimento mentre il btp si attesta sul 2,93%. In calo il treasury a 10 anni Usa che rende il 2,8%.
Grafico Nexi by Borsa Italiana
Nexi vola, ancora vendite su Moncler
Francoforte riparte con un guadagno dell’1,2% a 14.045 punti dopo circa mezz’ora di contrattazioni. Vivace Madrid con +1,17% a 8.505 punti. Tonica anche Milano che sale dell’1% a 24.326 punti, leggermente più indietro Parigi, +0,7% a 6.320 punti.
Tra le blue chip di Piazza Affari il titolo migliore in apertura è Nexi, +4,3%, seguita da Stellantis, +2,8%. Forti guadagni anche per Cnh Industrial (+2,6%) e Tenaris (+2,1%). In controtedenza troviamo Moncler che perde l’1,32%, ma anche Leonardo (-1,3%) e Generali (-0,5%).
L’inflazione della produzione in Germania aggiorna i massimi storici
Sul calendario macroeconomico continua a preoccupare l’indice dei prezzi alla produzione in Germania, che aggiorna per il quinto mese consecutivo il massimo rialzo storico del 33,5% ad aprile su base annuale (grafico sotto) e dell’1,2% su base mensile. Torna positivo il dato delle vendite al dettaglio nel Regno Unito, sempre ad aprile, con un +1,4%, superiore alle attese (-0,2%) e al dato di marzo (-1,2%).
Materie prime, tornano ad apprezzarsi oro e argento
Sul fronte delle materie prime continua la timida ma netta ripresa dei metalli preziosi e industriali. L’oro si è scrollato di dosso il livello dei 1.800 dollari l’oncia e ora è vicino a quota 1.850 $ (+0,2%), situazione simile per l’argento che testa i 22 dollari (+0,2%) e per il rame, quasi ai massimi del mese a 4,28 $ per libbra (+0,5%, grafico sotto). Contrastato l’andamento del petrolio: il Wti cede l’1,8% a 109,52 $ al barile, il Brent testa i 112 dollari come resistenza, in rialzo dello 0,6%. Continua a scendere il prezzo del gas europeo: Ttf rompe al ribasso i supporti in area 90 per attestarsi sugli 89,6 euro per megawattora (-1,9%). In calo anche il natural gas Usa a 8,17 dollari per Mmbtu (-1,3%).
La valuta della settimana è il franco svizzero
Il mercato valutario chiude una settimana sorprendentemente debole per il dollaro, che tocca i minimi del mese a 102,6 sul dollar index mentre nella seduta odierna si attesta in area 102,9 (+0,05%). Euro Dollaro consolida i massimi della vigilia a 1,0575 (-0,05%), discorso simile vale per la sterlina sugli 1,2474 (+0,02%). La moneta che si è apprezzata di più in settimana è il cambio Dollaro – Franco Svizzero, con la valuta svizzera risalita di quasi il 3,6% (grafico sotto), a conferma del sell off sui mercati e dell’esigenza di affidarsi a beni rifugio che siano ancora percepiti come tali.