Meno liquidità, meno acquisti di obbligazioni e tassi più alti: ecco gli ingredienti per un’estate calda sui mercati. Il commento di Nicolas Forest, global head of fixed income di Candriam, spiega chiaramente quali sono gli effetti della svolta sulla politica monetaria della Bce. Oggi le borse scambiano negative. Il “whatever it takes invertito” lanciato da Christine Lagarde, una sorta di: “Tutto pur di far scender l’inflazione” è interpretato come un’apertura anche a una fase recessiva pilotata del vecchio continente. Che è percepita come male minore rispetto alla stagflazione. E infatti c’è già chi prevede già un 60% di possibilità di rischio di recessione nell’area Euro a partire dalla seconda metà del 2023, come Hetal Mehta, Senior European Economist di Legal & General Investment Management.
Resta forte la possibilità di frammentazione nell’Eurozona, con gli spread dei paesi periferici potenzialmente più a rischio rispetto ai paesi centrali: “Il fatto che Lagarde non sia entrata nei dettagli sulle caratteristiche di un nuovo strumento mantiene alto il rischio di un allargamento dei rendimenti dei titoli di stato più a rischio” aggiunge Pietro Baffico, European Economist di Abrdn. E questo è anche il motivo per cui i mercati rimangono irrequieti, chiudendo così una settimana decisamente negativa.
Forti vendite sui bancari, nel pomeriggio l’inflazione Usa
Piazza Affari cede l’1,8% a 23.351 punti, pesante anche Francoforte, -1,3% a 14.017 punti, movimento simile per Parigi, -1,2% a 6.281 punti mentre il rosso di Madrid si avvicina di più a quello di Milano: -1,6% a 8.571 punti. Ad affossare gli indici inevitabilmente il comparto bancario, con gli spread sotto pressione. Bper Banca è il titolo più venduto, -4,4% dopo un’ora di contrattazioni a causa della bocciatura del nuovo piano industriale degli analisti, considerato troppo ambizioso. Vendite anche su Banco Bpm, -2,8%, e su Cnh Industrial, -2,4% che soffre la notizia del nuovo lockdown deciso dalle autorità cinesi a Shanghai, dopo soli 10 giorni di libertà. Cina dove l’inflazione resta bassa e stabile: +2,1% a maggio, sotto le attese (+2,2%) e a proposito di inflazione: il dato macro più atteso di oggi è proprio quello dei prezzi al consumo negli Stati Uniti nel mese in cui di fatto la Fed ha avviato la stagione del rialzo dei tassi proprio per far scendere l’indice. Gli analisti si attendono lo stesso livello rilevato a maggio: +8,3%.
Grf Ftse Mib by Borsa Italiana
Valute, euro debole perché aveva già scontato l’annuncio Bce
Sul fronte valutario, Euro Dollaro (grafico sotto) prova a stabilizzarsi in area 1,06 dopo la fortissima volatilità alla vigilia: la reazione della moneta unica dopo le decisioni della Bce è stata inattesa. Nel momento in cui si annuncia un imminente aumento del costo del denaro, la valuta in questione dovrebbe accelerare al rialzo ed è quello che è accaduto nella prima parte del pomeriggio, per poi precipitare a minimi dal 23 maggio: “Una spiegazione può essere che il mercato in questi casi tende ad anticipare ciò che può accadere. In sostanza gli investitori avevano già scontato Christine Lagarde ‘falco’ nei giorni scorsi, quando l’euro ha raggiunto quota 1,078, ai massimi da aprile” spiega Saverio Berlinzani, analista del broker ActivTrades. Il dollaro consolida area 103,2 punti ai massimi dal 19 maggio scorso. Sterlina sotto 1,25 in calo dello 0,2% (1,2478) mentre lo yen riveste nuovamente i panni del bene rifugio in fase risk off: +0,5% sul dollaro, +0,7% sulla sterlina e +0,4% sull’euro.
Rendimenti sui massimi, materie prime stabili
Da monitorare il rendimento dei titoli di stato, che continua a salire e questo vale per tutti i paesi europei. Il btp italiano (grafico sotto) è sempre più vicino a rompere il 4%, in mattinata ha raggiunto il 3,78%, aggiornando i massimi da ottobre 2018. Stessa situazione del bund tedesco, al top dal 2014 in area 1,47% e lo spread stabile in area 220 punti base. Materie prime infine stabili: il petrolio oscilla tra i 122 e i 125 dollari al barile, il natural gas consolida i 9 dollari per Mmbtu mentre il Ttf europeo torna sotto i 90 euro per megawattora (84,7 €). Oro sui 1.845 dollari l’oncia (-0,12%), bitcoin immobile in area 30.000 dollari (-0,5%).