Asta deserta. Tutto da rifare e Comune di Milano costretto a rivedere i suoi programmi sul prolungamento della linea rossa della metropolitana verso Baggio. La gara lanciata nei mesi scorsi per costruire nuovi binari verso la periferia Ovest del capoluogo lombardo, con l’obiettivo di avviare i lavori nel 2025, si rivelata un enorme flop. E non solo perché non si è presentato nessuno.
La base d’asta di 433 milioni di euro si è infatti tramutata in una sorta di boomerang, come riporta anche il Messaggero, indicata dalla stazione appaltante. Pare che infatti si tratti di un valore decisamente sottostimato, basata su tariffari non aggiornati e quindi incompatibile con l’aumento dei costi dei materiali e dell’energia registrati nell’ultimo triennio.
Il problema è Milano? Forse no. Perché non sarebbe un caso isolato, recentemente a Napoli è accaduto qualcosa di simile: opere congelate per la Linea 10 della metro, anche in questo caso per basi d’asta fuori mercato.
Metropolitana 1 fino a Baggio, il progetto
L’idea dell’amministrazione milanese è di prolungare la linea rossa dal capolinea di Bisceglie al quartiere Baggio. Il progetto? Lavori per 3,3 chilometri e 2031 tempo massimo di consegna e tre nuove stazioni: Parri-Valsesia, Olmi e Baggio, appunto. Costo complessivo, 433 milioni, dei quali 145 stanziati dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti, con tanto di riqualificazione delle aree e soluzioni innovative per la prevenzione degli incendi.
Ma i costi dei materiali aumentati, tra inflazione, crisi geopolitica e di approvvigionamento, ovverosia l’annoso problema dei colli di bottiglia emerso nel post covid ma anche in seguito alle tensioni in Medio Oriente, hanno reso incompatibile la base d’asta. In buona sostanza le aziende non riescono a rientrare nei costi, con i valori delle lavorazioni in aumento in media del 15%.
Asta deserta? Non proprio
Solo una piccola azienda edile si è presentata. Ma è stata scartata dalla stazione appaltante per la carenza di requisiti tecnici. Il Comune, conclude Il Messaggero, avrebbe sondato con il ministero la possibilità aumentare, nel prossimo bando, la base di gara. In questo modo l’aggiudicatario sarebbe “alleggerito” di un intervento che vale tra i 50 e i 60 milioni, nella speranza che a questo punto i 433 milioni del finanziamento siano sufficienti per fare partire i cantieri.