“Dì Nft un’altra volta…”. Oggi si potrebbe riscrivere così la sceneggiatura dell’iconica scena dell’hamburger di Pulp Fiction di Quentin Tarantino. La casa di produzione e distribuzione americana Miramax ha annunciato un’azione legale contro di lui proprio per la sua intenzione di mettere all’asta sette Nft (non fungible token) basati sul film. La questione – fra le prime nel suo genere, ma non fra le ultime, come scrive Time – solleva ancora una volta dubbi su questi strumenti che, prima o poi, dovranno essere regolamentati anche sotto il profilo della proprietà intellettuale. Compito dei giudici adesso sarà valutare l’essenza degli Nft e come si applicano i diritti su questo tipo di asset.
Iconic Secret NFTs are now Tarantino NFTs 💥
7 uncut scenes. Priceless secrets. The first NFT release of its kind, from a one-of-a-kind creator.
Watch the Iconic site evolve before your eyes at: https://t.co/lMm920SUBA pic.twitter.com/ULqr5nR53z
— 𝕊ecret Network – Supernova is here 💥 (@SecretNetwork) November 2, 2021
La vicenda, dall’inizio
A inizio mese, Tarantino ha annunciato che avrebbe messo all’asta estratti della sua sceneggiatura originale di Pulp Fiction, che contengono “segreti” sul film e il suo processo come creatore, come Nft. Ma Miramax sostiene che è la società, e non Tarantino, a possedere i diritti del film e della sceneggiatura, e per questo lo ha citato in giudizio per violazione del copyright. In risposta Tarantino non solo non intende rinunciare alla vendita ma ha anche iniziato una campagna aggressiva sui social. La casa di produzione, oltre al risarcimento in denaro, adesso chiede anche lo stop dell’asta.
Say NFT one more time: Miramax sues Quentin Tarantino for copyright and trademark infringement over his NFTs. Tarantino says the NFTs will reveal “secrets” about the movie scenes.
Thanks @GeneMaddaus for posting the complaint.https://t.co/rdBeuoRRG6— Mark Jaffe, SF Bay Area by way of Brooklyn. Lawyer (@MarkJKings) November 17, 2021
A prescindere dal caso specifico, sembra che Miramax ci tenga a risolvere la questione Nft sul nascere e scoraggiare altri registi dall’intraprendere iniziative di questo tipo. Tarantino tiene a puntualizzare che, di fatto, sta pubblicando parti di una sceneggiatura con qualche abbellimento aggiuntivo, come disegni. Miramax, però, fa notare che il contratto firmato con Tarantino all’epoca garantisce al regista una serie di diritti molto ampia, ma include una serie di eccezioni relative a formati multimediali che al momento non erano ancora noti.
Il lato legale
“È probabilmente la prima causa che coinvolge gli Nft ed è la prova che il tema della tutela del copyright è centrale nell’ambito del nuovo mercato degli Nft”, spiega a Dealflower Lydia Mendola, Partner di Portolano Cavallo. “Quando si tratta di tokenizazione di opere preesistenti, non native Nft, il creatore degli Nft può non coincidere con il titolare dei diritti di copyright su quell’opera e quindi l’autorizzazione di quest’ultimo alla riproduzione in forma di Nft di quell’opera è imprescindibile”.
Insomma, la causa è un altro esempio del modo in cui il concetto di proprietà Nft si è scontrato con la legge sul copyright esistente in diverse giurisdizioni, dagli Stati Uniti alle nostre latitudini. “Stiamo assistendo alla nascita di un nuovo mercato – spiega Mendola – e allo stesso tempo all’insorgere di nuove opportunità di sfruttamento, anche abusivo, dei diritti di proprietà intellettuale altrui. Ne conseguono temi di responsabilità del creatore dell’Nft nei confronti dei titolari del copyright, ma anche delle piattaforme che traggono profitto dalla commercializzazione di questi oggetti tokenizzati, analogamente a quanto avviene per le piattaforme su cui si commercializzano contenuti digitali di diverso tipo o analogici”.
Secondo la legge sul copyright degli Stati Uniti, solo il detentore del copyright (in assenza di una licenza) di un’opera originale ha l’autorità di trasformarla in una Nft. Tutto questo, però, non ha impedito che le opere degli artisti venissero rubate o plagiate e vendute su piattaforme di acquisto di Nft. Tuttavia, non è la prima volta che produttori/etichette e artisti litigano sugli Nft: all’inizio di quest’estate RAF Records, co-fondata da Jay-Z e Damon Dash, aveva denunciato proprio Damon Dash in relazione a un Nft sul primo album di Jay-Z, Reasonable Doubt uscito nel 1996. Insomma, sembra che cause di questo tipo ne vedremo sempre di più in futuro.