Per una volta il rally dei titoli bancari coincide con l’esclusione, più o meno categorica, di fusioni o acquisizioni da parte di un manager. “Bper non può essere un partner per Mps” ha detto al Sole 24 Ore Carlo Cimbri, presidente del gruppo Unipol, principale azionista di Bper con il 20%. Proprio l’istituto emiliano è stata protagonista di una scintillante seduta settimanale, con guadagni superiori al 6%.
A fare da traino c’è il Monte dei Paschi di Siena. Venerdì 10 novembre ha ricevuto infatti un nuovo upgrade al rating da parte dell’agenzia Fitch. Le azioni della banca toscana sono cresciute di oltre il 13%, al di sopra dei massimi dell’anno, superando quota 3 euro ad azione.
Rating che sale di due gradini: da B+, Mps diventa BB, a conferma del successo del processo di ristrutturazione che le ha consentito di ricostituire in modo strutturale solidi buffer di capitale, di rafforzare la redditività operativa e soprattutto di riguadagnare la fiducia della clientela, alla base della stabilità della sua base depositi e la sua abilità di emissione sui mercati all’ingrosso dopo una lunga assenza. Nel terzo trimestre Mps ha registrato un utile netto di 310 milioni (rosso di 387,5 milioni dello stesso trimestre 2022) riportando il quarto trimestre consecutivo in utile.
Mps e Fitch mettono il turbo al settore bancario
La seduta brillante di Mps mette il turbo all’intero comparto ma non è l’unico carburante della seduta. Perché le banche tirano anche un sospiro di sollievo dopo la conferma di Fitch del rating sul debito sovrano italiano, rimasto BBB con outlook stabile. Fitch, va detto, è l’agenzia più severa nei confronti del nostro Paese ed erano concreti i timori di un ulteriore declassamento.
Tuttavia è stata riconosciuta all’economia italiana la qualità di essere diversificata, ampia e ad alto valore aggiunto, seppur con fondamentali macroeconomici e fiscali deboli dovuto al debito pubblico elevato (atteso in calo per quest’anno, al 140,3%, per una risalita futura stimata in 14,1% nel 2025), una politica fiscale allentata dopo la pandemia, una crescita economica contenuta e rendimenti sui titoli di stato più elevati rispetto al recente passato.
Banco Bpm e Bper volano, bene Unipol, Unicredit e Mediobanca
Tornando alle banche e già detto di Bper (Cimbri ha anche aggiunto: “L’ipotesi di un’aggregazione con Mps è una questione che non si pone”), Banco Bpm segna un +3,8% settimanale con un massimo di 5,4 euro ad azione, record degli ultimi sette anni grazie a Jp Morgan che ha alzato il prezzo obiettivo a 6,4 euro da 5,1 euro precedente, mentre Mediobanca viaggia con un guadagno settimanale attorno all’2% dopo il via libera di lunedì al programma di acquisto di massime 17 milioni di azioni (il 2% del capitale) per massimi 200 milioni di euro approvato a fine ottobre dall’assemblea. Forte anche Unicredit, +4,5% e vicino ai 25 euro ad azione, al top dal 2015, dopo la conferma a inizio settimana dell’acquisto del 9% della holding di Alpha Bank per 300 milioni di euro (ve lo avevamo anticipato qui).
Interessante infine la buona performance di Unipol: +2,2%, un massimo di 5,4 euro ad azione, mai così in alto negli ultimi 18 mesi, grazie al fatto che il gruppo riuscirà a rispettare i propri obiettivi finanziari nonostante l’impatto sulle spese per i sinistri delle calamità naturali in Italia.