La certezza è che entro fine anno il governo collocherà la nuova tranche di azioni Mps. Certezza perché la fonte è il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. La possibilità è che Mps possa far prate del terzo polo bancario in Italia. Perché a dirlo, in questo caso, è il direttore generale del Dipartimento Economia del Mef, Marcello Sala. L’indiscrezione, raccolta da Reuters, è che il Mef abbia come obiettivo la vendita di un’ulteriore 12% di Mps, leggermente più alto del collocamento previsto da Mf, che invece ritiene non si supererà il 10%. 

D’altronde funziona così. Da una certezza si passa a una possibilità. Infine a un’indiscrezione che magari va ad affiancarsi a un altra, molto simile. L’avventura del governo e della sua cessione del Monte dei Paschi di Siena prosegue. La direzione verso l’obiettivo indicato da Bruxelles resta sempre quella, ovverosia scendere dal 26,7% in mano al Tesoro dopo il salvataggio del 2017 al 20% entro la fine dell’anno. E in quella che di fatto è la prima settimana di ottobre sono trapelate diverse novità. Alcune certe, altre, come anticipato, ragionevolmente probabili, altre ancora, semplici rumors in grado comunque di attirare l’attenzione degli investitori e del mercato.

Il futuro di Mps: prima Giorgetti, poi Sala

All’evento di Bloomberg di giovedì 3 ottobre, Giancarlo Giorgetti ha confermato le intenzioni del Mef, ovverosia cedere un’ulteriore tranche di Banca Mps entro la fine dell’anno, dicendo: “L’idea è sempre quella di creare un progetto industriale nel lungo termine”. Oltre che mantenere gli impegni presi con l’Unione Europea, ovviamente.

E riguardo il progetto industriale, alle parole di Giorgetti sono seguite quelle di un altro manager del Tesoro, il direttore generale del Dipartimento Economia del Mef, Marcello Sala: “Possibile che Mps faccia parte del terzo polo bancario in Italia”. Ha nuovamente aperto la porta, avendo la competenza sulle società partecipate del Tesoro, all’idea di una possibile acquisizione che vede l’istituto senese al centro del progetto. E così Sala ha aggiunto: “Se ci fosse un’opportunità per il terzo polo, perché no”, chiaro riferimento al consolidamento bancario in cui Mps rimane la preda più probabile, con Unipol e Banco Bpm in pole position visto l’impegno di Unicredit con Commerzbank.

Mps, a quanto potrebbe ammontare il collocamento

Sulla quota che il governo potrebbe cedere, è tornata stamattina l’agenzia Reuters. Secondo cui il ministero dell’Economia potrebbe puntare a vendere entro l’anno fino al 15% del Montepaschi, attraverso un collocamento di azioni sul mercato che ridurrebbe la partecipazione pubblica nella banca attorno al 12%. Secondo le informazioni raccolte dal media americano, il Tesoro sta cercando di collocare presso gli investitori una quota di circa il 10-15% della banca.

Rumor, questo, che si aggiunge a quello di Mf. Il quotidiano cita infatti fonti finanziarie secondo cui il collocamento della terza tranche del Tesoro potrebbe essere fino al 10% e finire sul mercato già nelle prossime settimane. Così il Tesoro andrebbe sotto il 20% come chiesto da Bruxelles.

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