Titoli bancari sotto i riflettori a Piazza Affari, mentre le ipotesi di m&a e in particolari le prospettive per il futuro di Mps monopolizzano l’attenzione degli investitori. Le quotazioni dell’istituto senese mettono a segno la migliore performance sul Ftse Mib milanese con un progresso del 5,5% a 2,68 euro sulla scia delle indiscrezioni relative alla volontà del governo di posticipare l’uscita dal capitale, anche alla luce delle performance confortanti registrate di recente dalla banca.
“Dipendesse dal Governo, la cessione del controllo dell’istituto di credito non dovrebbe proprio avvenire o andrebbe collocata ben più in là di quanto atteso dal mercato” riporta la Stampa. La privatizzazione sarebbe attesa entro il 2024. Ma sul tema si sarebbe aperto un braccio di ferro con la Banca d’Italia, che sarebbe invece in pressing su Unicredit (+0,02% in Borsa) come possibile cavaliere bianco.
Mps, la posizione degli analisti di Intesa ed Equita
L’amministratore delegato di piazza Gae Aulenti, Andrea Orcel, sarebbe tuttavia ‘molto freddo sul dossier’ e preferirebbe puntare su Banco Bpm (+1,62%). Gli analisti di Intesa Sanpaolo raffreddano gli animi: “Non ci aspettiamo a breve alcun deal m&a per Mps”.
E aggiungono: “D’altra parte la possibilità che il Mef venda sul mercato parte della propria quota potrebbe penalizzare il prezzo delle azioni”. Le indiscrezioni, rincara Equita, confermano “la nostra view su come l’m&a non sia necessariamente uno scenario di breve termine sulla banca, su cui invece continuerà a pesare il rischio di piazzamento di una quota da parte dello Stato”.
Il ballo dei bond bancari: dopo Credem ecco Pop Sondrio
Tra gli altri principali titoli del settore quotati a Piazza Affari, Bper segna +0,84%, Mediobanca +0,78% e Intesa Sanpaolo +0,23%. Bene Credem (+1,16%), che ha emesso una nuova emissione obbligazionaria senior preferred da 500 milioni. Andrà a supportare attività di sostenibilità sociale: le quotazioni sembrano quindi ignorare il rischio, riferito da rumor di mercato, di un incremento delle riserve obbligatorie non remunerate da parte della Bce, che secondo Equita potrebbe avere un impatto negativo tra il 3% e il 5% sulle stime di utile per il settore.
Non solo Credem. Al ballo dei bond si è aggiunta questa mattina anche Pop Sondrio, che ha avviato il collocamento di un titolo green da massimi 500 milioni di euro a 5 anni non ‘callable’ per i primi quattro. Le prime indicazioni di rendimento sono in area 225 punti base sul Midswap. Incaricate dell’operazione sono Imi-Intesa Sanpaolo, Banca Popolare di Sondrio, Bnp Paribas, Citi, Deutsche Bank, Santander e UniCredit.
Mediobanca: la partita sulla governance
Quanto a Mediobanca, il titolo resta sotto la lente a causa della partita sulla governance. Il comitato nomine ha definito lunedì la lista del cda per il rinnovo dei vertici, senza includere rappresentanti di Delfin e puntando a confermare l’a.d. Alberto Nagel e il presidente Renato Pagliaro.
Dopo aver esaminato i candidati, il primo azionista Delfin deciderà quindi se depositare una lista di minoranza corta (quattro nomi) o lunga (fino a sette): in quest’ultimo caso, un’eventuale vittoria nell’assemblea del 28 ottobre darebbe vita a un cda spaccato a meta’ tra i consiglieri espressione del board uscente e quelli di Delfin. Possibilità che ieri gli analisti di Kepler Cheuvreux hanno definito ‘lo scenario peggiore’ per il titolo di Piazzetta Cuccia.