Banche scatenate. Mps di nuovo al centro del risiko bancario traina Piazza Affari guadagna oltre il 5%. Non è da meno Bper Banca, che insegue assieme a Unicredit, istituto che potrebbe muoversi in direzione del Monte dei Paschi in alternativa a Bpm, la scorsa settimana indicata come possibile obiettivo di Gae Aulenti. Infine, la bomba lanciata da Massimo Doris, amministratore delegato di Mediobanca. Nozze con Banca Generali? Si può fare. E così ecco che l’indice di Milano si posiziona al comando tra i listini europei, con un guadagno dell’1%, sempre più vicino ai 28.000 punti.


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Mediobanca e Banca Generali, cosa ha detto Doris

Una grande rilevanza strategica, questo il senso del potenziale deal tra la società di risparmio gestito in mano alla compagnia assicurativa triestina e Mediobanca. Tant’è che l’integrazione tra i due gruppi era stata vicina in passato: “Da quello che ho letto si era interrotta, per quanto ne so, per un tema di prezzo, a meno che non ci sia stato anche un cambio di idea di Generali”.

Doris, la cui famiglia pesa più del 36% su Piazzetta Cuccia, ha aggiunto che Mediobanca è molto forte su un target di clientela alto, con CheBanca! posizionata sul target medio-basso. La via di mezzo in questo senso sarebbe rappresentata proprio da Banca Generali. Fresco di nomina alla presidenza di Assoreti, il ceo ha aggiunto che un dividendo di oltre 50 centesimi ad azione è l’obiettivo del 2023. Il bilancio e tutti i punti all’ordine del giorno sono stati approvati a maggioranza. (riproduzione riservata)

Alla notizia il titolo ha immediatamente strappato in Borsa: +2,5% a pochi minuti dall’apertura di Wall Street, 9,8 euro tondi ad azione e sui massimi dal 10 marzo scorso, periodo in cui il comparto iniziò a perdere terreno con le vicissitudini di Svb e Credit Suisse. Forti guadagni anche per Banca Generali, +2,3% a 30,22 euro ad azione, a ridosso di una resistenza di breve in area 30,3 euro.


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Mps di nuovo al centro del risiko bancario

Ma di risiko bancario si parla anche in Toscana. Banca Monte Dei Paschi Di Siena prenderà in considerazione opportunità di fusione e acquisizione in Italia, poiché punta a un utile netto di oltre 700 milioni di euro nel 2024. Lo ha riferito Bloomberg (qui l’articolo integrale) citando l’amministratore delegato Luigi Lovaglio, secondo cui l’istituto è aperto a valutare potenziali operazioni “che potrebbero sorgere nel processo di consolidamento dell’industria bancaria italiana”. La reazione del mercato, complice anche la migliore patrimonializzazione, è stata vibrante. Come anticipato: +5,6% a 2,22 euro ad azione, sui massimi dal 12 marzo scorso.

Unicredit dal canto suo non resta ferma, tutt’altro: dopo il +2,9% di venerdì in scia ai rumors di un possibile m&a con Banco Bpm, nel pomeriggio +2,6% a 19,5 euro ad azione, non distante dai 19,7 di febbraio che rappresentano il top degli ultimi 7 anni.


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